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Roma

Per i 14enni ambrosiani
l’esempio di fede di papa Wojtyla

La figura del Pontefice che domenica diventerà Santo al centro della Messa celebrata in San Pietro dal cardinale Comastri: ecco alcune testimonianze. Grande attesa per l'udienza col Santo Padre

di Ylenia SPINELLI

22 Aprile 2014

È stata una Messa speciale, quella con cui i 14enni ambrosiani hanno aperto questa mattina il loro pellegrinaggio a Roma in vista della Professione di fede. A presiedere la celebrazione alle 10, dall’altare della Confessione della Basilica di San Pietro, è stato il cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la città del Vaticano.

Agli 8 mila preadolescenti provenienti dalle diverse parrocchie e comunità ambrosiane, il cardinale Comastri ha voluto ricordare la figura d Giovanni Paolo II, il Pontefice molto amato dai giovani, che domenica verrà proclamato Santo. A colpire i ragazzi sono stati soprattutto gli aneddoti di questo grande Papa, che Comastri ha raccontato in un clima di raccoglimento e intensa preghiera.

«Come diceva Giovanni Paolo II, non dobbiamo fare come le lumache – spiega Rossella Casafina, di Boffalora Ticino -: lasciano la bava, ma poi la pioggia la lava via e non rimane più nulla. Al contrario, ciascuno di noi, a suo modo, deve lasciare il segno nella vita». Le fa eco Andrea Alfieri, della parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro a Milano, che aggiunge: «E nemmeno dobbiamo essere come la sigaretta, che si consuma e rimane la cenere. Non dobbiamo buttare via la nostra vita: Giovanni Paolo II ci ha dato coraggio proprio grazie al suo coraggio, perfino nei momenti più duri della malattia».

Anche don Samuele Marelli, responsabile del Servizio per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio, che guida il pellegrinaggio, ha voluto condividere col cardinale Comastri e l’assemblea un suo personale ricordo di papa Wojtyła: «L’ultima volta che si è affacciato alla finestra di Piazza San Pietro, il mercoledì dopo Pasqua, io accompagnavo in pellegrinaggio i ragazzi del 1991, molti dei quali oggi sono qui come educatori. Non dimenticheremo mai il momento in cui ha alzato la mano per salutarci e dalla sua bocca è uscito solo un debole “amen”, perché le forze lo stavano lasciando».

Giovanni Paolo II è sicuramente un esempio significativo per i 14enni accorsi sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo per ricevere la spinta necessaria per rinnovare la propria fede e continuare a vivere con impegno nella comunità cristiana. «Come ha ricordato il Vicario del Papa, se uno segue Gesù e compie la sua vita, si vede dagli occhi che avrà alla sua morte – afferma don Davide Mobiglia, che accompagna una cinquantina di ragazzi delle parrocchie di Cerro Maggiore, Cantalupo e San Vittore Olona -. È stato così per Giovanni Paolo II, spirato sereno perché aveva dato tutto a Gesù».

E se il tema dello sguardo è al centro del cammino dei 14enni di quest’anno, don Marelli può dirsi soddisfatto di questo primo momento comunitario nella capitale: «Ho visto occhi curiosi affacciarsi a questa dimensione della Chiesa diocesana e universale per entrare nel mistero del dono d’amore di Gesù».

Nel pomeriggio gli ambrosiani visiteranno altri luoghi significativi della cristianità, in attesa dell’udienza di domani con papa Francesco. Il desiderio di tutti i ragazzi è quello di poter vedere il Santo Padre da vicino.