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Intervista

Partire dal passato per guardare al futuro

Luca Pitoni, creativo che con Adriano Attus ha lavorato al restyling dell’immagine della Diocesi, illustra la filosofia che li ha guidati: «Recuperare un’identità storica e dare immediata riconoscibilità ai prodotti»

di Pino NARDI

9 Ottobre 2016

Una nuova immagine coordinata che recupera la storia e guarda al futuro. Questo il lavoro svolto dai due esperti chiamati dalla Diocesi di Milano per ripensare il “vestito” che si propone, per una comunicazione del messaggio più efficace. Adriano Attus e Luca Pitoni si sono cimentati nel recupero e nel ridisegno del logo della Diocesi, oltre a mettere ordine e a dare omogeneità nella produzione di manifesti e volantini degli uffici della Curia.

Pitoni, da dove è partito il vostro lavoro?
Il nostro lavoro prendeva atto di una grande storia. Innanzitutto siamo partiti da un’interessante attività di ricerca: abbiamo guardato tutti i sigilli storici della Diocesi usati nel tempo, trovando sette-otto versioni completamente diverse. Una ricerca per capire quale fosse il sigillo più completo e da quello attuale fare un ridisegno che arrivasse a una chiarezza e una certa comprensibilità. Per esempio, abbiamo scoperto che Sant’Ambrogio ha un libro in grembo. Questa ricerca ci ha permesso di ridisegnare qualcosa di molto accurato storicamente e che recuperasse esattamente l’identità di quel sigillo così importante e simbolico per la Diocesi.

Guardando al futuro avete inoltre definito un’immagine complessiva dei prodotti diocesani…
Infatti. Abbiamo fatto un lavoro che modernizzasse il tutto, perché il bisogno è anche di produrre qualcosa adatto a una realtà complessa come un’azienda: una grande struttura che ha tante suddivisioni all’interno, molti materiali prodotti, da libri a manifesti, da sigilli a web. Necessità contemporanee diverse da quelle di un sigillo tradizionale. Perciò abbiamo lavorato molto sull’aspetto tipografico, trovando un carattere (che si chiama Parmigiano) che fosse molto italiano, riprendendo i disegni originali di Bodoni. Questo carattere diventa quello identitario con il quale abbiamo realizzato gli elementi intorno al sigillo e i testi che verranno composti con questo carattere. Inoltre abbiamo definito i colori per i vari uffici della Curia.

L’obiettivo è dare immediata riconoscibilità ai prodotti della Diocesi…
Sicuramente, è fondamentale. Il sigillo, con il suo rosso e la forma codificati, è il primo elemento; poi tutti gli altri hanno uno schema molto simile tra loro, con una fascia per il titolo, una per l’indicazione della data, ecc. Così si capisce subito che si ha in mano un materiale della Diocesi di Milano. L’obiettivo principale che ci è stato indicato era proprio quello: tutto ciò che viene prodotto abbia una certa riconoscibilità.