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Intervista

«Padri e madri
diventino presenze sicure per i figli»

Gianni Bassi, tra i promotori dell’appuntamento di Barzio, con la moglie Rossana Zamburlin terrà al convegno una relazione sui genitori “perfetti” in un mondo imperfetto

di Luisa BOVE

13 Luglio 2014

Un convegno aperto a tutti, operatori compresi, per riflettere sulle dinamiche familiari e imparare vivere meglio come coppie, genitori, madri, padri, nonni… «Oggi la famiglia è messa a dura prova perché la società attuale è molto individualistica ed economica», spiega Gianni Bassi, che al convegno di Barzio, con la moglie Rossana Zamburlin, terrà una relazione dal titolo «Padri e madri “perfetti” in un mondo imperfetto?». I coniugi sono tra i promotori dell’iniziativa, responsabili del Centro studi psicanalisi del rapporto di coppia di Milano e Cremeno e referenti dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. «Quest’anno al convegno abbiamo un nuovo collega che affronta il tema degli omicidi e dei suicidi in famiglia, una dinamica che si sta instaurando in modo molto brutale», aggiunge Bassi. Sarà presentata un’analisi delle motivazioni, sapendo che quella principale è «l’ossessione del possesso», verso la moglie, il marito, il figlio, e che a lungo andare fa perdere il controllo.

Su cosa punta invece la vostra relazione?
Una madre “perfetta” non c’è, siamo tutti esseri umani, ma può creare un attaccamento sicuro con i figli: quindi non con il controllo o il possesso, ma relazionandosi in modo empatico, cercando di capire i bisogni del bambino, di esserci, di dare nome alle emozioni, di saper toccare, abbracciare, giocare con il figlio… Questo è per noi un attaccamento sicuro.

Tuttavia la figura più assente è quella del padre…
È vero, ma il padre “perfetto” è una presenza incoraggiante. È importante che il padre (insieme alla madre) educhi i figli: tagli il cordone ombelicale, sia capace di orientare il figlio nella realtà sociale, di distinguere il bene dal male e di insegnarlo al figlio in modo sostenente, non pauroso e controllante, come a dire che nella realtà sociale non bisogna entrare perché è una giungla. Questa sarebbe repressione. Occorre quindi una presenza incoraggiante e dialogante. Si tratta di esserci, invece di fuggire allo stadio, al bar o a fare sport. La mancanza di tempo a volte è una scusa, il tempo magari c’è, ma si utilizza per altro. Oggi, però, non è più scontata neppure la presenza della madre.

In che senso?
Se prima uno dei disagi fondamentali derivava dall’assenza del padre, adesso anche la madre è assente. A volte non regge, perché fare la madre è molto pesante; è più facile fare l’impiegata o la professionista. E così spesso le madri, già nel primo anno di vita del bambino, tornano a lavorare e questa è un’interferenza.

Ma che cosa manca ai genitori di oggi?
I disturbi di personalità stanno aumentando. I tre fattori importanti sono i sentimenti, la sessualità e la spiritualità, ma gli studi hanno dimostrato che se ne manca uno, quando la coppia ha problemi, si separa. Secondo noi per diventare coppia, padri e madri sani, ci vuole una trasformazione, perché nessuno ce lo insegna, e cerchiamo di ripetere i meccanismi del passato. Se una persona ha vissuto con genitori litigiosi, rischia di creare una coppia litigiosa e poi un genitore litigioso. Occorre quindi un lavoro emotivo correttivo per diventare persone sicure. I figli dovrebbero diventare migliori dei propri genitori, altrimenti continueremo a peggiorare.