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Cucina

Nel mondo si mangia lombardo

L’export alimentare basterebbe a nutrire due milioni di persone. Dalle Camere di Commercio schede gastronomiche per promuovere le eccellenze regionali

di Cristina CONTI

13 Marzo 2015

Cresce del 6% in un anno l’export alimentare lombardo. E tocca quota 4 miliardi in nove mesi. Una cifra che basterebbe a nutrire due milioni di persone nel mondo. Sono i dati che emergono da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat 2014.

Giappone, Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Olanda, Belgio e Spagna: questi i primi mercati attirati dai prodotti della nostra regione. Tra i primi venti c’è anche Hong Kong. Cresce il peso degli inglesi, che passa dal 6,8 all’8%, mentre il Giappone sorpassa la Grecia e sale dal decimo al nono posto. «Nel mondo si mangia sempre più lombardo. Un indicatore importante in vista di Expo», spiega Giovanni Benedetti, membro della Giunta della Camera di Commercio di Milano e direttore regionale di Coldiretti.

Latte, formaggi, carne, ma anche pane, pasta, dolci, frutta e verdura sono i principali prodotti che vanno oltre confine. E per farli conoscere nel mondo arrivano le schede gastronomiche dei cibi lombardi, un progetto delle Camere di Commercio di Milano, Bergamo Monza, Lecco, Pavia e Varese in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.

Dal minestrone alla milanese ai tortelli di magro con scarola dei colli bergamaschi, dalle tagliatelle fresche integrali con asparagi rosa di Monza al risotto con fagioli di Pavia, dalla mantecata di Carnaroli al Sebuino di Angera di Varese al filetto di lavarello dorato con asparagi verdi e Capperi di Lecco. «Piace agli stranieri la dieta mediterranea e crescono l’attenzione nutrizionale, la cura del cibo come fattore di benessere – aggiunge Benedetti -. Ecco perché come Camere di Commercio abbiamo predisposto schede per ricette che uniscono cucina, prodotti tipici e ricerca universitaria, Partendo dalla tradizione e dal territorio proponiamo un nuovo ricettario pensato sui temi di Expo».

La città metropolitana è la più specializzata in oli e prodotti da forno, Como nel pesce, Sondrio nella carne, Bergamo nei prodotti agricoli, Pavia in granaglie, Cremona in frutta e ortaggi, Monza in prodotti per animali. «La ristorazione è uno strumento fondamentale per valorizzare e promuovere il territorio anche per le eccellenze della produzione agricola lombarda – commenta Lino Stoppani, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Epam, l’associazione milanese dei pubblici esercizi -. Il miglioramento dei rapporti all’interno della filiera agroalimentare risponde a esigenze di qualità, tipicità, sostenibilità ambientale, salubrità e anche di convenienza, valori sui quali la ristorazione offre esperienza, competenze e interesse, non solo di natura economica».