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Abit@giovani

Mille alloggi per under 35
a 400 euro al mese

Una proposta di don Gino Rigoldi raccolta da Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Aler, Comune di Milano, cooperative, housing sociale, imprenditori privati e terzo settore. Parte la prima tranche di 250 abitazioni

15 Giugno 2012

La casa oggi è un problema perché affitti e mutui scoraggiano i percorsi di autonomia dei giovani e impediscono alle giovani coppie di immaginare e di realizzare importanti progetti di vita, spesso mortificando persino il desiderio di avere figli. Se la preoccupazione principale è il mantenimento dell’abitazione, come poter trovare spazio per la crescita personale, la socialità, il tempo libero, la cultura, per tutti quegli aspetti, insomma, che possono rendere viva e aperta una comunità?

Abit@giovani è un progetto di housing sociale diffuso che vuole allargare le prospettive e ricollocare la casa nella più ampia dimensione collettiva della vita del condominio, del quartiere e della città, perché l’abitazione non è soltanto una questione edilizia: è un bene fondamentale ed è, assieme al lavoro, una condizione di partenza per poter fare progetti, costruire relazioni e alleanze, sviluppare il tessuto sociale. Per questo motivo Abit@giovani non propone soltanto case a costi contenuti, ma intende accompagnare i nuovi insediamenti con servizi e progetti di promozione lavorativa e di cooperazione sociale, pensati insieme agli abitanti e integrati nella rete sociale esistente per amplificarne l’efficacia e l’estensione.

Il progetto si propone di rendere disponibili 1000 alloggi sul territorio milanese, distribuiti per nuclei di prossimità sul territorio milanese. La prima fase del progetto è costituita da circa 250 alloggi resi disponibili da Aler, in affitto a canone calmierato (l’ammontare del canone è pari a 400 euro al mese per un appartamento di 70mq) per un periodo di 8 anni (4+4), o tramite la formula dell’affitto/acquisto, che prevede l’acquisto dell’alloggio da perfezionare a partire dal 5° anno ed entro l’8° anno di locazione (470 euro al mese per un appartamento di 70 mq).

Gli insediamenti abitativi proposti da Abit@giovani sono disseminati nei quartieri di Milano e aperti alla progettazione partecipata, rivolti ai giovani della città convinti che l’intimità della propria abitazione non escluda l’apertura alla dimensione sociale del condominio e del quartiere. Le tracce del recente passato – la convivialità e la solidarietà nelle case di ringhiera e nei cortili milanesi – suggeriscono che l’individualismo e l’isolamento di molte famiglie possono essere superati ricominciando a progettare insieme un diverso modo di vivere la città e di progettare il futuro.

La formula che esprime questo approccio è il condominio diffuso, inteso come un sistema di nuclei abitativi coordinati con diverse ubicazioni all’interno della città di Milano. I nuclei abitativi sono costituiti da unità esistenti recuperate e da alloggi di nuova costruzione, il taglio varierà da monolocali a plurilocali: ogni nucleo sarà collegato alla comunità locale attraverso attività e progetti; tutti i nuclei saranno collegati tra loro da un progetto comune, che troverà spazio e visibilità in una piattaforma internet; una piattaforma consentirà lo scambio di idee e pratiche, ma soprattutto l’apertura del progetto anche verso chi non vive ancora in alloggi che fanno parte del progetto, perché Abit@giovani vuole essere una comunità aperta.

Il progetto coglie le opportunità abitative offerte dalla città e si propone esso stesso come opportunità per riutilizzare alloggi e immobili che per vari motivi oggi sono vuoti e abbandonati o erano originariamente destinati ad altro uso oggi non più proponibile.

Attori coinvolti

I partner che il progetto intende coinvolgere riflettono le risorse del territorio più rilevanti per questo tipo di iniziative fra i quali la Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Aler Milano, Comune di Milano, il movimento cooperativo, le realtà imprenditoriali private e il terzo settore.

La riflessione sui contenuti e sulle modalità di attuazione del progetto farà riferimento a un gruppo di indirizzo condotto da don Gino Rigoldi, al quale parteciperanno personalità e giovani con competenze professionali e culturali in campi rilevanti per gli obiettivi dell’iniziativa.

Il gruppo d’indirizzo è composto da: Alessandro Balducci, Nico Colonna, Lella Costa, Serena Fiorentino, Alessandra Gaia, Ricky Gianco, Ermanno Olmi, Davide Scaglione. Il gruppo d’indirizzo verrà affiancato da un comitato operativo che ha il compito di gestire la missione e la diffusione del progetto Abit@giovani. Il comitato è composto, per ora, da manager in pensione che hanno deciso di investire il proprio tempo per costruire il futuro abitativo delle nuove generazioni.  Il progetto verrà realizzato dal Fondo Immobiliare di Lombardia gestito da Polaris Investment Italia Sgr Spa

Tempi e criteri di assegnazione

A luglio 2012 uscirà il bando per la selezione degli inquilini, il bando rimarrà aperto 3 mesi. Il progetto si rivolge a coppie di giovani di età inferiore ai 35 anni (in ogni caso la somma dell’età anagrafica della coppia non deve superare i 70 anni) con un reddito Isee-erp non superiore a € 40.000. Dopo la verifica della rispondenza dei requisiti dichiarati dai soggetti nella domanda di partecipazione da parte di un Comitato di Selezione, i potenziali candidati verranno invitati ad una giornata di workshop. In questa occasione approfondiranno le tematiche relative al progetto, coglieranno l’occasione per conoscersi e per confrontarsi reciprocamente, verificando così la loro affinità al programma e al progetto di comunità. Alla fine di questa fase di approfondimento, il Comitato di Selezione sottoporrà le proprie candidature al Fondo (Polaris) che, come promotore dell’intervento, deciderà l’esito della selezione.

Progetto finanziato dal Fondo Immobiliare di Lombardia

Il Fondo Immobiliare di Lombardia (già Fondo Abitare Sociale 1) è stato il primo fondo etico dedicato all’housing sociale, avviato nel 2006 su iniziativa della Fondazione Housing Sociale e della Fondazione Cariplo che, sotto la spinta del crescente disagio abitativo, hanno ricercato nuove modalità per incrementare gli investimenti nel settore dell’housing sociale.