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18-25 gennaio

La Parola e il dialogo
uniscono le confessioni

Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano, presenta la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che l'Arcivescovo aprirà domenica partecipando a una celebrazione ecumenica a Varese

di Annamaria BRACCINI

11 Gennaio 2015

Dal 18 al 25 gennaio si svolgerà la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Un evento ormai tradizionale e atteso, articolato in molti e diversi momenti liturgici e di confronto sia a Milano, sia in tutte le altre Zone pastorali della Diocesi. Proprio in apertura dell’Ottavario, domenica 18, il cardinale Scola sarà a Varese, dove nella Basilica di San Vittore, alle 18, parteciperà alla Celebrazione ecumenica della Parola.

«La scelta dell’Arcivescovo di recarsi nel territorio di una delle sette Zone tende a mettere in risalto l’auspicio che l’Ecumenismo sia sempre più un fatto di popolo», dice Roberto Pagani, diacono permanente ambrosiano, responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo della Diocesi. E prosegue: «Un “fatto”, dunque, che non riguarda solo la città di Milano, che pure, storicamente, mantiene una sorta di “primogenitura” nel dialogo tra le confessioni cristiane. È, d’altra parte, evidente che non ci possa limitare alla seppur grande metropoli, guardando al fenomeno immigratorio che interessa in maniera massiccia il nostro intero territorio ambrosiano. Untrend che, ovviamente, realizza non solo il “meticciato di civiltà”, ma che porta con sé la presenza, nelle nostre terre, di un numero sempre maggiore di fedeli di diverse religioni e confessioni cristiane».

Il tema di questa Settimana 2015 è “Dammi un po’ d’acqua da bere”, in riferimento all’incontro di Gesù con la Samaritana nel Vangelo di Giovanni. Perché questa scelta?
Abbiamo seguito la decisione del Consiglio delle Chiese a livello mondiale, che, credo, si possa declinare in maniera particolarmente interessante prendendo avvio da ciò che spesso Scola richiama: partire, appunto, dai bisogni per aprirsi a una risposta più ampia che coinvolga il desiderio di senso insito in ogni persona. Questo tipo di sottolineatura permette di cogliere, infatti, in modo emblematico il convenire di tante etnie, le richieste che ci vengono da quanti abbiamo accolto e il dovere di offrire loro risposte capaci di andare oltre le momentanee necessità concrete.

Il Cardinale, il 1 gennaio, nel recente incontro con i rappresentanti delle Chiese, ha chiesto soprattutto alla componente cattolica di accogliere le sfide che ci attendono specie con Expo, «moltiplicando i propri sforzi perché l’evento sia l’occasione per mostrare il volto di un cristianesimo plurale, ma sinfonico, diverso, ma unito». Questo l’obiettivo?
La strada, intrapresa già nel 2013, di ridefinire anche il Servizio Ecumenismo attraverso competenze singole specifiche e articolate, va nel senso di un’apertura a 360°, che si renderà evidente nei mesi in cui Milano ospiterà l’Esposizione. Vorrei, tuttavia, notare che ogni anno nascon, in Diocesi una decina di parrocchie non cattoliche e questo ci impegna, anche nell’ordinario, a un flusso di confronto che non può che mettere in gioco tutte le energie. Ritengo che la via da percorrere sia appunto quella di un contesto in cui ci si conosce sempre meglio, in cui si mettono in circolo informazioni sulle attività, in cui si possa dialogare, per così dire, faccia a faccia.

Un altro momento clou sarà sabato 24 a Milano, quando, presso la Facoltà Teologica, presente il cardinale Scola, verrà conferita la Laurea Honoris Causa al metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas…
Non è un caso che si sia voluto inserire l’evento nella Settimana. Il metropolita Ioannis è, per parte ortodossa, il responsabile della Commissione di Dialogo Teologico tra Chiesa cattolica e ortodossa. Il riconoscimento è – così vogliamo leggerlo – come il segno di un itinerario spirituale e di fede che vogliamo sempre più approfondire nell’amicizia tra le Chiese.

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di Rosangela VEGETTI