Siamo alla vigilia dell’apertura del nuovo anno pastorale. Lunedì 9 settembre, infatti, il cardinale Scola, con il Pontificale in Duomo, indicherà il cammino della Chiesa ambrosiana lungo una strada di ulteriore apertura alla società e a tutti gli uomini. Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano è il titolo della lettera pastorale, la cui lettura e meditazione è rivolta a ogni singolo fedele, non solo a chi ha responsabilità nelle comunità cristiane.
Il percorso che ha condotto alla maturazione del tema e delle linee pastorali nasce da un’idea del cardinale Scola confrontata e arricchita durante diversi passaggi in questi mesi. Un vero e proprio cammino di comunione: il tema è stato affrontato la prima volta nel Consiglio Episcopale del novembre scorso. Poi l’annuncio pubblico è avvenuto lo scorso 28 marzo nell’omelia della Messa Crismale. «Già da qualche tempo in Consiglio Episcopale sta prendendo forma la decisione di dar vita, a partire dalla ripresa del prossimo anno pastorale, a una speciale azione pastorale. Non sarà né una Visita pastorale, né una Missione al popolo nel senso classico del termine – ha detto Scola -. In Milano in special modo, e in tutte le zone pastorali, secondo forme appropriate, vorremmo in un certo senso abbattere del tutto i bastioni che ancora ci separano dai mondi dell’umana esistenza. Come parrocchie, comunità pastorali, associazioni e movimenti intendiamo andare insieme incontro agli uomini e alle donne di oggi negli ambienti della loro vita quotidiana: famiglie, scuole, università, lavoro in tutte le sue forme, luoghi di sofferenza e di emarginazione, in sintesi la società civile nelle sue diversificate manifestazioni».
Una riflessione che ha incrociato le parole pronunciate nei giorni del Conclave dal futuro Papa Francesco. Ha sottolineato infatti l’Arcivescovo: «Il cardinale Bergoglio, ora Papa Francesco, ha affermato: “Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e allora si ammala” (manoscritto consegnato dal cardinal Bergoglio al cardinale Ortega, Avvenire, 27 marzo 2013, p. 3). Annunciare Gesù Cristo come l’evangelo dell’umano: questo sarà lo scopo di questa azione ecclesiale. Dio ha scelto per questo di “aver bisogno degli uomini”, cioè di noi. E noi, sono certo, non ci sottrarremo. La misericordia di Dio, personificata in Gesù Cristo “passo”, morto e risorto, accende in noi una speranza affidabile che vogliamo umilmente comunicare al nostro fratello uomo più che mai in ricerca in questo tempo post-moderno».
Un paio di mesi dopo, nell’Assemblea del clero convocata dal Cardinale in Duomo il 28 maggio, si è delineato ulteriormente il progetto: «Lo scopo che vuole animarci è quello di far maturare nel cuore di tutti i nostri fedeli e di tutte le forme di realizzazione della Chiesa, una maggior coscienza missionaria che scaturisce dal dono della fede e dalla grata tensione a proporre l’incontro con Gesù, verità vivente e personale, come risorsa decisiva per l’uomo postmoderno. L’incontro con Gesù, infatti, è la strada verso il compimento, verso la felicità (“Se vuoi essere compiuto-perfetto”, Mt 19,21) e l’autentica libertà (“sarete liberi davvero”, Gv 8,36)».
Dunque, di cosa si tratta? Lo precisa Scola. Primo: «Un’apertura a 360°. Con un’immagine potremmo esprimerla nel modo seguente: la Chiesa non ha bastioni da difendere, ma solo strade da percorrere per andare incontro agli uomini». Secondo: «Una proposta integrale. Vogliamo annunciare in tutti gli ambiti Gesù Cristo morto e risorto, che incarnandosi si è fatto via alla verità e alla vita per ciascun uomo. Il cattolicesimo popolare ambrosiano è chiamato a immaginare risorse innovative per radicarsi più profondamente negli ambiti dell’umana esistenza attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità dell’evento di Gesù Cristo presente nella comunità ecclesiale. Un annuncio che giunge fino alla proposta di tutte le sue umanissime implicazioni antropologiche, sociali e di rapporto con il creato. Un annuncio che con semplicità ridice la consapevolezza che l’azione della Trinità è già all’opera in ogni uomo e in ogni donna». Terzo: «Testimonianza, non egemonia. Come già ebbe a dire Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (Evangelii Nuntiandi, 41). Il testimone, il terzo che sta tra i due, nel nostro caso tra Gesù e il fratello uomo. Non è senza significato che sistematicamente i Vangeli leghino il riconoscimento di Gesù risorto da parte dei discepoli al loro invio fino ai confini del mondo: la testimonianza diventa in tal modo il criterio di evidenza della fede. Essa non è solo necessario buon esempio, ma è conoscenza della realtà (anzitutto riconoscimento del Risorto) e, pertanto, comunicazione della verità».
In concreto, di cosa si tratta? Si realizzerà a vari livelli: innanzitutto «valorizzando tutto ciò che già si pone in quest’ottica nelle parrocchie, nelle unità e nelle comunità pastorali, nelle associazioni e nei movimenti, nelle congregazioni religiose, nei decanati… Sono tante le forme di condivisione di questo bisogno radicale di evangelizzazione già in atto. Sarà però necessario riferirle esplicitamente
agli scopi dell’iniziativa pastorale “Il campo è il mondo”». Poi «chiamando alla pluriformità nell’unità tutte le realtà ecclesiali che vivono in Diocesi. Nel coinvolgimento e nell’accoglienza dei diversi carismi di religiosi, associazioni, movimenti a livello diocesano dovrà brillare quell’unità che è condizione necessaria per testimoniare Gesù Cristo come Evangelo dell’umano». Infine, proponendo qualche iniziativa comune a tutta la Diocesi pensata dal Consiglio Episcopale sulle quali è stato raccolto il parere dei membri dei Consigli presbiterale e pastorale e dell’Assemblea dei Decani.
Un dibattito molto ricco e vivace proseguito nel Consiglio pastorale diocesano di metà giugno nel quale i consiglieri di Zona sono stati invitati a una riflessione anche attraverso il lavoro di tre gruppi di studio sulla situazione pastorale delle realtà ecclesiali e sulla capacità di testimonianza dei cristiani, sia in ambito sociale, sia negli ambienti di vita.
Ultima tappa prima dell’annuncio ufficiale, la due giorni decani del 2-3 settembre a Triuggio.