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10 maggio

I 14enni in preghiera verso il Sacro Monte

I ragazzi della Professione di fede invitati a vivere una tappa importante del loro cammino: ritrovo alle 15, al termine del pellegrinaggio il Mandato da monsignor Delpini. Parla un educatore

di Luisa BOVE

4 Maggio 2014

«Ti vedo! Con lo sguardo di Maria» è il motto che accompagnerà i 14enni della Diocesi nel cammino al Sacro Monte di Varese sabato 10 maggio, come tappa di preparazione alla Professione di fede. L’appuntamento è alle 15 alle seconda Cappella; seguirà un momento di festa e animazione e poi l’incontro con il Vicario generale monsignor Mario Delpini che consegnerà il Mandato.

Tra i tanti educatori che parteciperanno all’evento con i 14enni c’è anche Pietro Tampieri, 22 anni, studente di Storia all’Università degli Studi di Milano, che da quattro segue il gruppo preadolescenti della sua parrocchia, Sant’Ambrogio a Cinisello Balsamo. In realtà a occuparsi di una cinquantina di ragazzi di seconda e terza media sono 7 educatori, tutti impegnati nella preparazione di incontri, gite e altre esperienze significative, come il recente pellegrinaggio a Roma e il prossimo raduno al Sacro Monte. «Sono momenti importanti, perché i ragazzi si rendono conto di non essere soli e riescono a farsi un’idea di Chiesa e di comunità molto allargata – assicura Pietro -. Se rimanessero sempre nel loro “guscio” non si accorgerebbero che ci sono altri ragazzi come loro».

In quanti faranno la Professione di fede?
In 15, pochi rispetto al solito: il gruppo è un po’ sbilanciato perché ci sono 2 maschi e 13 femmine. Sarà una tappa importante, ma la Professione di fede i ragazzi la faranno il 25 maggio in parrocchia in occasione della festa finale dell’oratorio.

Come si svolge il cammino durante l’anno?
Quest’anno nei primi mesi, fino a dicembre, ci siamo dedicati ai Comandamenti con un percorso decanale per la città di Cinisello, ma ogni parrocchia svolgeva gli incontri con i propri ragazzi. A gennaio abbiamo organizzato un’uscita sulla neve per stare insieme. Nella seconda parte dell’anno invece stiamo preparando uno spettacolo teatrale, L’isola di Nepe, che rappresenta la lotta tra bene e male.

E in particolare per chi si prepara alla Professione di fede?
Riserviamo alcuni incontri solo ai ragazzi di terza media e con la presenza anche del “don” che fa interventi precisi. Da una parte li aiutiamo in ciò che non ricevono a casa, perché non tutti hanno una famiglia cristiana, dall’altra spieghiamo loro cosa vuol dire “professare la fede in Gesù”. È stata importante la trasferta a Roma, l’incontro col Papa e con il cardinale Comastri che ha celebrato la Messa per tutta la Diocesi: per loro ha voluto dire incontrare dei testimoni di fede. Per questo negli incontri durante l’anno abbiamo parlato molto anche di Pietro come testimone della fede e di come si vive da cristiani. I ragazzi poi scriveranno una sorta di pre-regola di vita in cui si impegnano per gli anni successivi all’interno della comunità.

Spesso però la Professione di fede fa da spartiacque tra chi resta e chi va…
È vero. Molti purtroppo lasciano, magari dicono: «Fino alle medie mi hanno obbligato i genitori…». Quindi il nostro obiettivo è quello di portarli tutti all’anno successivo, cercando di far capire la bellezza del cammino in oratorio.  Le uscite che facciamo, a cominciare da quella sulla neve, aiutano a rendere forte il gruppo: così anche chi è più dubbioso si unisce e continua il cammino.