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Focolari

«È così che abbiamo creduto all’amore»

Il movimento fondato da Chiara Lubich in sintonia con la Lettera: Dio ci ama immensamente e ci è sempre vicino

di Elisabetta RECALCATI Movimento dei Focolari - Milano

1 Ottobre 2012

«Alla scoperta del Dio vicino»: la gioia per la nuova Lettera pastorale del cardinale Scola è stata immediata. L’esperienza di ogni membro del Movimento dei Focolari, infatti, parte dalla "riscoperta" che Dio ci ama immensamente, che ci è vicino sempre, presente in tutte le circostanze della vita. «Questo il primo annuncio a tutti quelli che incontravamo: Dio è qui, Egli ti ama, conta persino i capelli del tuo capo; Egli è morto per te. È così che abbiamo creduto all’amore». Così scrive Chiara Lubich, spiegando le origini del movimento.

Nel giugno scorso, durante la visita del Papa, la Parola di Vita mensile che eravamo impegnati a mettere in pratica, coincideva con la stessa Parola che l’Arcivescovo richiama sin dalle prime pagine: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna». Parola che ci riconduce alla radice stessa della vita cristiana, che è il nostro rapporto personale con Gesù, «che consente l’accesso alla comunione trinitaria». Solo da una fede riscoperta e approfondita, comprendiamo dalla Lettera, possiamo ripartire per testimoniare personalmente e comunitariamente «la verità buona del Vangelo».

I «quattro pilastri portanti» che identificano la comunità che vive e testimonia il Risorto diventano allora spunto per un esame di coscienza e sprone a imprimere questa direzione alla vita del movimento. In questo Anno della fede ci sentiamo chiamati a vivere con la Chiesa tale periodo di grazia che richiede conversione, riscoperta del Vangelo, intensificazione della conoscenza della fede, annuncio e testimonianza corale d’unità, così da rendere Dio presente in modo nuovo e operare un rinnovamento nella Chiesa. 

Durante l’estate alcuni vescovi hanno visitato la tomba della beata Chiara "Luce" Badano, a Sassello. È stato un momento significativo per cogliere, nella storia segnata dalla gioia nella sofferenza, il «segno di un Dio che è vicino, che non tace, che agisce». Il Genfest ha «gridato dai tetti» questa vicinanza e l’impegno a vivere per una cultura della fraternità, facendo propri i dolori dell’umanità. 

La Lettera pastorale è quindi per noi guida e aiuto per la vita di quest’anno, che vivremo intensamente, sapendo che Maria sarà con noi in ogni passo.