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27 novembre

Curare la speranza perché abiti la cura

All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano convegno con il cardinale Scola, Mauro Magatti, Stefano Zamagni e Ivo Lizzola. Intervengono il minstro della Salute Lorenzin e il presidente della Regione Maroni. Sarà presentata una ricerca scientifica sul tema, condotta tra gli altri dal cappellano dell’Istituto don Tullio Proserpio

29 Ottobre 2015

A inizio estate Tumori Journal (TJ) ha pubblicato una ricerca intitolata Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor, che ha coinvolto 320 pazienti malati di neoplasie gravi dell’Istituto Nazionale dei Tumori. A condurla, un’équipe di lavoro multidisciplinare composta da oncologi, statistici, psicologi clinici e – fatto nuovo – un cappellano ospedaliero, don Tullio Proserpio, della cappellania ospedaliera della Fondazione Irccs – Istituto Tumori di Milano. Nei prossimi mesi la ricerca – che ha suscitato molto interesse in ambito scientifico a livello internazionale – verrà replicata su un altro campione di pazienti a Houston, in Texas, al Methodist Hospital Research Institute.

Da almeno due decenni, “speranza” è un concetto chiave sul quale si sono orientatati la sensibilità e l’interesse della comunità scientifica, particolarmente nell’ambito delle cosiddette cure palliative. Da una considerazione della speranza in termini generali di filosofia della cura, come «proiezione del desiderio presente nell’attesa di un avvenire», si è però passati alla riflessione su un fattore che la comunità scientifica considera oggi estremamente concreto, ma ancora di difficile misurazione. Tutti sanno che la speranza in un contesto oncologico influisce sulle relazioni di cura, ma la questione oggi più spinosa è come, quanto e, soprattutto, a comprendere quali elementi concorrano a far sì che una speranza si definisca come tale e come tale incida su quelle relazioni.

La ricerca che prova a indagare le risposte sul campo con metodo scientifico verrà presentata per la prima volta al pubblico in occasione del convegno che la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ospiterà nella sua aula magna. in via Venezian 1, venerdì 27 novembre, alle 14.30. A presentarla sarà lo stesso don Tullio Proserpio, da molti anni impegnato nella prossimità ai malati di tumore e autore di altri pregevoli studi sulla spiritualità e la ricerca della dimensione interiore, nella stagione della malattia.

Interrogativi inediti sul tema della speranza verranno discussi e affrontati da un panel autorevole di ospiti. Curare la speranza, perché ne sia abitata la cura è interrogativo sorprendente su cui si confronteranno l’Arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola, il sociologo Mauro Magatti, l’economista Stefano Zamagni e il pedagogista Ivo Lizzola (Università di Bergamo).

Il Convegno – a cui hanno assicurato la loro presenza il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni – apre la riflessione per gli operatori e i pazienti, ma si rivolge all’umano di tutti, perché la speranza custodita e propiziata, nella ricerca di don Proserpio, possa essere annuncio di vita buona per tutto e per tutti; è un invito a prendersi cura di tutta la vita e della vita di tutti. Invita – questo è l’auspicio – ad allargare lo studio e la ricerca della speranza in altri qualificati luoghi di cura. Pone dunque una domanda ineludibile alla stessa tutela sella salute.

Speciale su Chiesa Tv

Sul convegno Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre) realizzerà uno “speciale” che andrà in onda lunedì 30 novembre alle 21 e, in replica, martedì 1 dicembre alle 18.30.

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