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Milano

«Colpiti dal rispetto
e dalla delicatezza dei profughi»

Parla Luca Valisi, operatore di Caritas Ambrosiana che ha assistito i siriani giunti alla Stazione Centrale: «Sono persone tranquille, dignitose ed educate»

di Francesca LOZITO

18 Maggio 2014

Continuano ad arrivare ogni giorno. Cento, duecento, le persone scappate dalla guerra in Siria che, dopo essere approdate sulle coste di Lampedusa e aver percorso l’Italia in treno, giungono in Stazione Centrale a Milano. Questo è il luogo che fa da «porta» per il transito di qualche giorno nel nostro Paese. Ed è qui che opera essenzialmente nell’accoglienza il Comune di Milano. La scorsa settimana venticinque di queste persone sono state ospitate nella struttura di Caritas Ambrosiana in via Sammartini, il cosiddetto «Rifugio di Fratel Ettore». Luca Valisi è uno degli operatori. «Nell’immediatezza dell’emergenza» racconta, «quando in Stazione sono arrivate trecento persone, il Rifugio Caritas ha accolto circa una ventina di ospiti. Era necessario agire subito. Parte dei profughi siriani, in particolare famiglie e bambini, erano stati ospitati in altre strutture. Noi abbiamo accolto queste persone tra mercoledì e sabato».

Così la persona senza dimora che ogni giorno bussa alla porta e chiede aiuto si incrocia con chi scappa dalla guerra: «Certo per noi questo ha rappresentato un elemento di complicazione» ammette Valisi. «In ogni caso abbiamo messo a disposizione tutti i posti liberi, grazie a uno sforzo soprattutto da parte degli operatori, dei cosiddetti “custodi” e dei volontari, che ci hanno aiutato parecchio».

Che tipo di persone sono arrivate in via Sammartini? «Io ho visto persone normalissime» dice l’operatore, «molto dignitose, tranquille ed educate, pur arrivando da situazioni inimmaginabili, a cominciare dal viaggio effettuato e dalle cose che hanno visto». Una vicenda che tocca da vicino: «Questa tragedia ci ha impressionato moltissimo sul piano personale. Prima gli sbarchi a Lampedusa e poi, dopo qualche giorno, l’arrivo a Milano. Vederlo direttamente non è come misurarsi con le immagini. È qualcosa di molto forte…». E racconta un episodio: «Abbiamo finito di sistemare i letti per accoglierli alle due di notte. Molti di loro si sono scusati per averci fatto fare tardi. Dopo che hanno mostrato questo rispetto e questa delicatezza nei nostri confronti, sono rimasto senza parole».

All’opera di accoglienza e assistenza dei profughi siriani è stata destinata parte del ricavato della raccolta di indumenti usati effettuata da Caritas Ambrosiana sabato scorso in tutta la Diocesi.