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Milano

«Cena sospesa», la condivisione
prende posto a tavola

Iniziativa promossa dalla Diocesi col patrocinio del Comune e realizzata da Caritas Ambrosiana: da agosto a novembre i clienti di 28 ristoranti cittadini potranno lasciare un’offerta per pagare un pranzo a persone in difficoltà: le somme raccolte saranno coinvolte in buoni-pasto utilizzabili in 3200 esercizi. Duemila i potenziali beneficiari

di Annamaria BRACCINI

15 Luglio 2015

«Oggi abbiamo l’onore di presentare un’iniziativa bella per la città e che nasce dalla città»: lo dice a Palazzo Marino, aprendo con evidente soddisfazione l’affollatissima conferenza stampa per “La cena sospesa”, l’assessore milanese alla Sicurezza Marco Granelli. «Abbiamo copiato da Napoli una tradizione che è segno di vitalità – continua -. Ma a Milano c’è una solidarietà organizzata, non una beneficenza occasionale, una sinergia solidale che sa fare della solidarietà uno strumento per la promozione della dignità della persona». E, in effetti, l’idea della “Cena sospesa” – che richiama nel titolo il “caffè sospeso” di partenopea memoria: si beve un caffè al bar e si lascia qualche spicciolo per chi è in difficoltà, ma al caffè non rinuncia – è pensata davvero bene.

Promossa dalla Diocesi di Milano con il patrocinio del Comune, l’iniziativa è realizzata da Caritas Ambrosiana grazie alla partnership di Fipe, Confcommercio, Epam (Associazione Pubblici Esercizi Confcommercio Milano), Edenred, con il sostegno di “Expo in città” e il contributo tecnico di Banca Sella. Dai primi giorni di agosto fino alla fine di novembre (anche se la scelta potrebbe essere prolungata nel tempo), i clienti dei 28 ristoranti che aderiscono al network “Cena sospesa” – molti nel centro di Milano, perfino nel “salotto buono” della Galleria (in allegato l’elenco) – avranno la possibilità di lasciare una loro offerta, in una teca sigillata, che servirà a pagare un pranzo per persone in difficoltà. Volontari di Caritas Ambrosiana periodicamente raccoglieranno i denari che saranno convertiti, senza ulteriori oneri di esercizio, in Ticket Restaurant del valore di 10 euro, utilizzabili nei 3200 esercizi che accettano questi titoli di spesa. 

«Esiste a Milano una capacità di fare impresa con un’attenzione specifica alle necessità della metropoli – ha proseguito Granelli -. Significativo sarà, tuttavia, il coinvolgimento dei cittadini, che faranno a loro volta gesti di solidarietà. I soggetti coinvolti in “Cena sospesa” hanno costruito il sistema, ma c’è bisogno del singolo cittadino che si fida degli operatori ed è generoso. Come Amministrazione comunale volentieri partecipiamo facendoci parte di questa bella idea, che ha al suo interno tutti i significati di Expo, anzi li incrementa».

All’Assessore ha fatto eco il vescovo ausiliare monsignor Erminio De Scalzi, vicario episcopale per gli Eventi e gli Incarichi Speciali: «È un simpatico gesto di solidarietà e condivisione concreta, che non mette a disagio nessuno: un conto è mettersi in coda a una mensa cittadina, un altro sedersi in un ristorante o scegliere al supermercato ciò che si vuole mangiare in casa propria».

«Credere nel lavoro vuole dire anche cercare di fare le cose compatibilmente con le nostre responsabilità e compiti. Ci siamo impegnati su tre versanti: il fronte economico, quello organizzativo e la sensibilizzazione i nostri ambienti. In questo modo speriamo di fare cose utili per chi vive nel disagio che la crisi di oggi ha ingigantito», ha sottolineato da parte sua Lino Stoppani, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi Confcommercio.

E tutto, in questa nuova “avventura”, parla della mission di sempre di Caritas Ambrosiana, che con Expo ha ulteriormente intensificato l’impegno a favore dei più deboli, all’interno della più generale mobilitazione per sconfiggere fame e malnutrizione nel mondo. «“Cena sospesa” si inserisce in una serie di iniziative che Caritas sta promuovendo, cercando di accendere dei riflettori in Expo su questo dramma – ha scandito, infatti, il vicedirettore Luciano Gualzetti -. Pochi, forse, sanno che dei 795 milioni di persone che si trovano in condizione di fame e malnutrizione, 14 milioni vivono nei nostri Paesi cosiddetti sviluppati. Non a caso, dal 2007 a oggi, le richieste alla Caritas di poter accedere ai refettori o avere pacchi viveri sono aumentate del 60%». Il perché di questo trend è tristemente chiaro: «Non si può comprimere la rata del mutuo o ridursi l’affitto, mentre sull’alimentazione o la salute si può risparmiare, con le conseguenze che, però, sono sotto gli occhi di tutti. Per questo Caritas si attiva con apertura di mense e di empori dove si può acquistare attraverso buoni alimentari, o con scelte come quella del Refettorio Ambrosiano, dove grandi cuochi stellati e cooperatori di Caritas cucinano con le eccedenze alimentari di Expo». Finora sei tonnellate di cibo raccolte, di cui quattro andate appunto al Refettorio.

Nella stessa logica del rispetto della dignità umana, «tutto quello che verrà versato per questa iniziativa sarà donato alla persona in difficoltà – nessuna spesa di intermediazione è prevista grazie ai partenariati avviati -, che si inserirà, però, in un progetto di sostegno e recupero».

Infatti le offerte convertite in “Cene sospese” saranno distribuite dai 171 Centri di Ascolto di Caritas Ambrosiana presenti nella città di Milano dopo una valutazione della situazione socioeconomica di chi viene aiutato, dell’eventuale numero di minori a carico in famiglia, dello stato di disoccupazione. Duemila i potenziali beneficiari de “La Cena sospesa” che ha anche un suo sito dedicato.

«Chi fa da mangiare lo fa per gli altri, ma se la catena si spezza viene a mancare una parte del nostro lavoro e delle nostre motivazioni ideali – nota lo chef Carlo Cracco, famoso nel mondo -. Lasciare, in maniera discreta, una piccola cifra a favore di qualcuno che, per dignità, non si mette in fila alla mensa è un piccolo segno, ma assai significativo. Abbiamo tanto: bisogna dare indietro qualcosa e, se lo facessimo tutti, insieme potremmo creare qualcosa di forte».