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Appello

CeAS allagato dal Lambro,
i 73 ospiti in cerca di sistemazione

«Occorre trovare in fretta un'alternativa al centro sportivo di via Cambini dove sono attualmente accolti», dichiara Linda Donini, direttrice del Centro, mentre don Virginio Colmegna, consigliere CeAS, chiede aiuto alla città: «Serve uno sforzo da parte di tutti, anche dei privati»

14 Novembre 2014

Da mercoledì sera, le strutture del CeAS, il Centro Ambrosiano di Solidarietà Onlus, che ospita 73 persone, tra adulti con problemi di salute mentale, mamme sole con figli, ex tossicodipendenti e famiglie rom in difficoltà, è inagibile a causa dell’esondazione del vicino fiume Lambro.

I locali del centro sono ancora adesso sotto 80 centimetri d’acqua e fango che li renderanno inagibili per un periodo non ancora definibile, ma non certo breve, a una prima valutazione dei danni. È urgente quindi trovare una sistemazione dignitosa e adeguata a queste persone per i prossimi giorni, un luogo alternativo alla struttura messa a disposizione in emergenza dal Comune di Milano nelle tensostrutture di via Cambini, che normalmente ospitano dei campi da tennis. Nelle stesse condizioni degli ospiti del CeAS si trovano al momento anche le persone accolte dalla casa alloggio La strada san Genesio.

«Ringrazio il Comune per aver messo a disposizione tempestivamente un luogo dove gli ospiti del CeAS e delle altre comunità hanno potuto passare una notte all’asciutto in questa situazione di emergenza che purtroppo coinvolge varie parti della città», ha dichiarato don Virginio Colmegna, consigliere del CeAS e presidente della Casa della carità, che si fa portavoce di un appello a tutta Milano.

«La tensostruttura di via Cambini, però è inadeguata alla permanenza di persone che presentano tutte, chi più chi meno, problemi di salute o situazioni di fragilità», spiega Linda Donini, direttrice del CeAS. «Già tredici di queste sono state accolte ieri sera con urgenza nei locali della Casa della carità – aggiunge don Colmegna -. Ora è urgente trovare un’alternativa a questo centro sportivo. Chiedo uno sforzo in tempi brevi a tutti e chiedo anche di farsi avanti a quei privati che potessero mettere a disposizione soluzioni temporanee, ma dignitose».

Oltre all’appello per una nuova sistemazione temporanea degli ospiti, dal CeAS, arriva anche la richiesta di aiuto, ma per far tornare il prima possibile agibile la struttura del parco Lambro. Sono benvenuti, volontari per spalare, ripulire e rimettere in sesto tutti gli spazi del centro.

Info: Francesco Casali, cell 393.9015594

Sfollati anche a Exodus

Un appello «al Sindaco, al Prefetto, al Presidente della Regione, al Magistrato del Po, perché intervengano in modo strutturale per prevenire ed evitare simili disastri». Così il fondatore di Exodus, don Antonio Mazzi, dopo l'esondazione del Lambro, ieri, che ha costretto la comunità, con sede nel parco, a lasciare i locali e soprattutto, spiega Exodus, ha causato «danni incalcolabili: danneggiati impianti, computers, fotocopiatrici, cucina, mobili, attrezzature, laboratori. L'acqua e il fango hanno travolto tutto». «Nell’immediato - spiega don Mazzi - servono attrezzature, suppellettili, mobili per ripristinare il prima possibile la piena funzionalità della Comunità. Grazie a tutti quelli che ci sosterranno». Il fondatore della comunità spiega inoltre che l'episodio di ieri è «peggio dell’ultima grande esondazione del novembre 2002. E ora bisognerà darsi da fare per recuperare il più possibile e trasferire per qualche giorno i ragazzi nelle comunità vicine. Ma preoccupa la perturbazione prevista nel weekend la paura e l’emergenza sono ancora alte e l’inverno è appena iniziato».