Giovedì 10 novembre la Tony Blair Faith Foundation, in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà e con l’Università Cattolica di Milano, ospita il terzo di una serie di seminari di alto livello che analizzano l’importanza della religione nel mondo moderno e globalizzato. L’incontro “Religione in ambito pubblico, secolarismo o laicità?” si svolgerà presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica (largo Gemelli 1, Milano), dalle 17.30 alle 19.30 (sarà possibile seguire l’evento anche in un’altra aula in collegamento video).
Tony Blair, fondatore e presidente della Tony Blair Faith Foundation, e alcuni esperti e studiosi dell’Università Cattolica esamineranno il ruolo della religione in ambito pubblico. Oltre all’ex Premier inglese interverranno Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica, e Giorgio Vittadini, docente di Statistica Metodologica all’Università di Milano-Bicocca e presidente di Fondazione per la Sussidiarietà. Al termine degli interventi seguirà uno spazio per le domande del pubblico.
I relatori esamineranno alcuni punti chiave inerenti il ruolo della religione in ambito pubblico: qual è il suo rapporto con lo Stato, la legittimità di questo rapporto e la libertà di credo. Si analizzerà inoltre l’importanza della comprensione e del dialogo fra le diverse comunità di fedeli e il ruolo che i leader religiosi possono e devono svolgere nel promuovere l’armonia interreligiosa e un equo trattamento delle minoranze.
Questi seminari si propongono di analizzare l’influenza di alcune complesse sfide – per esempio il significato della fede, le tendenze migratorie e la crisi economica – sulla società italiana. Si terrà inoltre conto della tensione crescente fra l’interpretazione religiosa e quella laica della società e della scala di valori dell’uomo moderno. Questa serie di incontri vuole dare il via a un dibattito fra i decision-maker italiani e l’opinione pubblica.
Come spiega lo stesso Tony Blair, «è arrivato il momento di mettere da parte gli inganni: non è vero che la fede sta diminuendo, che la religione non è come la si descrive, che nel 21° secolo un dibattito politico può essere seriamente condotto senza discutere di religione. La religione va affrontata come una scienza sociale, come un affare internazionale e come un aspetto psicologico, non come semplice religione. Perché ciò avvenga, i credenti e i laici, le religioni e i politici devono iniziare a comunicare. Perché, dal momento che la globalizzazione unisce e omologa il mondo on-line, grazie a internet o con le migrazioni, la necessità di trovare il modo di far coesistere pacificamente persone di fedi diverse diventa sempre più urgente».