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27 ottobre

Assisi 2011, il nome della pace

Verso il meeting interreligioso voluto da Benedetto XVI a 25 anni dallo storico incontro promosso da Giovanni Paolo II

di Alberto CAMPOLEONI

10 Ottobre 2011

Giovedì 27 ottobre ad Assisi verrà rinnovato il solenne impegno per la pace da parte delle religioni del mondo. L’iniziativa è stata presa da Benedetto XVI, con la volontà di ricordare anzitutto lo storico meeting interreligioso per la pace convocato da Giovanni Paolo II e celebratosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, 25 anni fa. Incontro poi replicato, in un momento particolarmente denso di tensioni internazionali, il 24 gennaio 2002. «Nel prossimo mese di ottobre – annunciava Papa Ratzinger all’Angelus dell’1 gennaio scorso, Giornata mondiale della pace – mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando a unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà». Quella del 27 ottobre sarà una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo e avrà come tema: “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Il tema del pellegrinaggio sarà sottolineato anche dai gesti della giornata, con l’arrivo delle delazioni e del Papa ad Assisi da Roma, in treno e poi col cammino da Santa Maria degli Angeli verso la basilica di San Francesco, dove si concluderà la giornata con la rinnovazione solenne del comune impegno di pace.

Il pellegrinaggio è luogo ideale dell’incontro. Si fa insieme la strada, ci si dirige insieme verso una meta. Ecco allora che la proposta di quest’anno raccoglie e rilancia quello “Spirito di Assisi”, di incontro, stima e rispetto reciproco, inaugurato 25 anni fa e successivamente tenuto vivo da tanti meeting interreligiosi che insistono sulla possibilità di collaborazione e intesa soprattutto intorno al tema della pace.

Non è un fatto scontato. Basti pensare che quando Giovanni Paolo II immaginò il primo incontro del 1986 dovette misurarsi con non poche resistenze, anche all’interno della Chiesa cattolica. Si disse che lo stesso Ratzinger, allora tra i primi collaboratori di Papa Wojtyla, non fosse del tutto d’accordo con l’intuizione del Papa. Tra i timori, quello della confusione e del sincretismo religioso, poi ampiamente scacciati da come si svilupparono gli eventi. E l’incontro del 2002 – pochi mesi dopo la strage alle Torri Gemelle e in un clima di “conflitto di civiltà” e diffidenza soprattutto verso l’Islam, con l’incubo del terrorismo – lasciò vedere con maggiore chiarezza l’importanza del cammino tracciato da Giovanni Paolo II, con un forte impegno comune dei leader religiosi contro la violenza e il terrorismo, per la giustizia, la solidarietà e la pace. Ciascuno dalla propria posizione, pronto tuttavia a condividere la tensione dell’altro.

Tornare ad Assisi, 25 anni dopo il primo incontro non vuol dire solo celebrare il passato. Piuttosto il nuovo incontro porta con sé il desiderio di guardare al futuro. Per rilanciare il proposito di andare avanti, gli uomini e le donne di buona volontà, tutti insieme, a camminare sulla via del dialogo e della fraternità, nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. Un cammino di pace, che ha un forte richiamo, anzitutto, alla ricerca della verità e del bene e in fondo pone, una volta di più, la domanda su Dio che inquieta l’animo umano. Quella domanda che solo pochi giorni fa ancora benedetto XVI, durante il viaggio in Germania, ha fortemente sottolineato, auspicando che non venga mai meno.

La pace è «dono di Dio» o, per dirla con un’altra espressione forte frutto dello Spirito di Assisi, «Pace è il nome di Dio». Ebbene, i leader religiosi che nella città del Santo della pace e cercatore di Dio per eccellenza, come fu Francesco, si mostrano insieme pellegrini e cercatori loro stessi, richiamano a tutti il senso profondo della vita di ogni uomo e di ogni donna di questo mondo che, nel dialogo e nell’incontro rispettoso, fraterno, condividono il cammino.