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Intervista

«Andemm al Domm, la nostra partecipazione nata in un contesto di dialogo»

Parla Maria Nicoletta Sudati, preside dell’Istituto comprensivo statale Grossi di Treviglio, la cui orchestra sarà presente in piazza in occasione della manifestazione

di Stefania CECCHETTI

23 Aprile 2017

La marcia «Andemm al Domm» compie 35 anni e festeggia questo importante traguardo insieme al cardinale Scola. Il tradizionale momento di incontro con l’Arcivescovo in piazza, infatti, quest’anno non sarà solo il punto di arrivo della marcia, ma il momento centrale dell’intera mattinata del 20 maggio, dedicata alla riflessione sulla gioia dell’educare. Una riflessione che coinvolge naturalmente le scuole paritarie, come da tradizione impegnate nel lavoro di organizzazione di questo evento, ma certamente anche la scuola statale, i due polmoni di quell’unico sistema che è la scuola pubblica.

A sottolineare questa sinergia, la partecipazione dell’orchestra dell’Istituto comprensivo statale Grossi di Treviglio, la cui scuola secondaria di primo grado è a indirizzo musicale. Ce ne parla la preside, Maria Nicoletta Sudati: «Saremo presenti sul palco antistante il Duomo con la nostra orchestra formata da 100 elementi, tra alunni di terza media ed ex studenti dell’indirizzo musicale, ormai passati alle superiori, ma ancora legati alla nostra scuola per via dell’attività pomeridiana di proseguimento che svolgono con gli stessi docenti di strumento che avevano alle medie».

È la prima volta che l’Istituto Grossi partecipa all’«Andemm al Domm». L’invito è nato da un incontro, come racconta ancora la preside Sudati: «Da quest’anno partecipo a un tavolo di confronto, proposto dal Servizio per la pastorale scolastica della Diocesi di Milano e rivolto ai dirigenti scolastici, che si interroga su alcuni aspetti dell’educare, alla ricerca di una strada di impegno comune. È un’esperienza di ascolto da parte della Diocesi, mentre per noi presidi, in gran parte provenienti dalle scuole statali, è un’occasione per avanzare proposte che possono poi essere prese in considerazione dalla Chiesa di Milano. È stato proprio in questo contesto di dialogo che è nata l’idea di una partecipazione della nostra orchestra alla marcia».

«Ci è sembrato – prosegue la preside Sudati – che l’orchestra fosse una bellissima metafora dell’unità. La musica è già di per sé un linguaggio universale, l’orchestra in particolare è un ottimo esempio di cosa significhi lavorare insieme, stare in una coralità in cui l’esecuzione individuale è importante, ma nello stesso tempo viene arricchita dall’insieme, che moltiplica le capacità di ognuno. Nell’orchestra tutti gli strumenti devono tenere un passo comune e il maestro si mette a disposizione per far uscire il meglio da tutti, proprio come un maestro “di vita”».

È proprio quello che dovrebbe accadere tra le diverse agenzie educative del territorio, conclude Sudati: «La scuola paritaria e quella statale, certo, ma non solo, anche gli ortatori e in generale tutti i soggetti che collaborano in modi e sedi diverse all’unico obiettivo comune, che è quello di contribuire alla formazione e alla crescita dei nostri ragazzi. Proprio come nell’antico proverbio africano che recita: “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”».