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13 dicembre

A Lecco si ragiona
sull’emergenza profughi

Convegno promosso dal Coe di Barzio sul tema “Né di qua, né di là. Percorsi migratori tra realtà e immaginario in un’ottica di inclusione”

di Marcello VILLANI

7 Dicembre 2014

Il profugo in provincia di Lecco, come in tante altre province italiane, è in una condizione di “stallo”. Non sa quale sarà il proprio futuro, né è possibile prevederne uno. Alina Grieco, del consorzio Consolida, che con la Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera si sta occupando delle accoglienze dell’operazione Mare Nostrum sul territorio, è categorica: «Finché la loro condizione giuridica è di richiedenti asilo, non si può fare molto più che avviarli a lavori di pubblica utilità, dove possibile… Non possono infatti richiedere borse lavoro e nemmeno lavorare in senso stretto. Tra le scarse risorse disponibili e le incertezze politiche, il processo di integrazione è molto penalizzato».

Lavori socialmente utili sono avviati a Barzio, in collaborazione col Comune che ha garantito la copertura assicurativa, ma altrove stentano a decollare. Non è semplice. L’accordo di rete stretto tra Comunità Montana, Prefettura e Consorzio Consolida funziona. Ma è una risposta all’emergenza, non certo un guardare avanti: «In questo momento – spiega Alina Grieco – si parla di più di 220 persone presenti sul territorio, su un totale di più del doppio di persone ospitate da marzo (con arrivi a maggio e, in crescendo, soprattutto in agosto e settembre). Il flusso è calato, soprattutto nella rete della Comunità Montana, ma a Cremeno sono arrivate altre persone gestite dalla Domus Caritatis». Aderiscono alla convenzione anche il Centro farmaceutico missionario di Valmadrera, la parrocchia di Sueglio (in collaborazione con cooperativa L’Arcobaleno), Villa Aldé (di Caritas Lecco in collaborazione con L’Arcobaleno), un appartamento di housing sociale della cooperativa L’Arcobaleno a Galbiate, la fondazione Coe di Esino Lario, il Coe di Barzio (presso l’albergo La Montagnina), la comunità “Il Gabbiano” di Colico (presso un ex albergo a Colico e un appartamento a Calolziocorte). All’esterno della rete ci sono la Domus Caritatis a Cremeno e il Progetto Itaca a Ballabio. Ma l’emergenza è ancora alta, come rileva ancora Alina Grieco: «A livello governativo le convenzioni ci permettono di ragionare solo fino al 31 dicembre. Sul 2015 non sappiamo cosa fare, per cui è difficile progettare al di là dell’immediato. Ma le persone hanno fatto richiesta d’asilo e per le leggi internazionali hanno diritto di attendere risposta. Alcuni hanno ricevuto la protezione come rifugiati politici, oppure una protezione sussidiaria o un’altra di natura umanitaria. I nostri ospiti sono soprattutto di questi due ultimi tipi. Ma anche chi è stato rifiutato ha diritto a un appello».

Per parlare di questa emergenza, il Coe di Barzio organizza un grande convegno sul progetto “Immigrazione Concord Italia”, dal titolo “Né di qua, né di là. Percorsi migratori tra realtà e immaginario in un’ottica di inclusione”, in programma sabato 13 dicembre, dalle 10.30 alle 13, nella Sala Conferenze di Confindustria (via Caprera 4, Lecco), col patrocinio di Comune di Lecco e Ismu e la collaborazione di Galleria Melesi. L’evento è inserito nella campagna “The Europe we want” della rete Concord Italia, network delle Ong in Europa per lo sviluppo e l’emergenza. Ingresso libero.