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Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire alla loro cura, secondo un principio di corresponsabilità e di perequazione

Massimo Pavanello
Incaricato diocesano “Sovvenire”

sostentamento

Non è “il più amato dagli italiani”, solo perché non tutti gli italiani lo conoscono. Ma è il più amato nella sua Città.

Don Pietro non ha incarichi parrocchiali, anche d’estate indossa sempre la veste (ma non celebra mai in latino). La mattina fa colazione prestissimo al bar e lì preevangelizza. Ricorda il compleanno di chiunque abbia accostato. Quando nel Comune muore una persona – anche se non abita nella sua parrocchia – si scopre che lui l’aveva già visitata in ospedale senza che i confratelli sapessero nulla. Celebra più Messe al giorno. Tutti conosce. Da tutti è conosciuto. A qualunque richiesta della gente, risponde sempre “sì”. Periodicamente finisce al Pronto soccorso. La sua età, non più giovanissima, e l’affaticamento per la generosità richiedono idratazione con flebo. Dopo il ricovero, i sanitari lo congedano: “don Pietro, si prenda cura di lei”. E anche a loro dice “sì”. Ma tutti sanno che è l’unico “sì” che significa “no”.

Nessun riflettore mediatico lo illumina. Parla poco, ma c’è sempre.

Quando domenica 26 novembre si celebrerà la XXIX Giornata nazionale per il sostentamento dei sacerdoti, sapere che tra i 35.000 preti italiani ci sono tanti don Pietro sarà una benedizione. Un motivo di gratitudine; per dirla con lo slogan di quest’anno: “Doniamo a chi si dona”.

Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità e di perequazione, alla loro cura.

Nel 2016 sono state raccolte 99.906 Offerte in tutta Italia, per un totale di 9.365.946 di euro.

Il fabbisogno complessivo, per l’anno considerato, è ammontato a 545,7 milioni di euro lordi (comprensivi di Irpef, contributi previdenziali e assistenziali e assicurazione sanitaria).

A coprire la spesa annua provvedono: per il 17,7% gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (come insegnanti, cappellani in carcere o ospedale); per il 7,5% le remunerazioni dagli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi). Il resto è coperto per il 7,8% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 65,3% da una parte dei fondi derivanti dall’8xmille, per l’1,8% dalle Offerte deducibili.

Sono stati quasi 35 mila i sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 224 diocesi italiane: 31.728 hanno esercitato il ministero attivo, tra i quali 399 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come fidei donum, mentre 3.082 sacerdoti, per ragioni di età o di salute, sono stati in previdenza integrativa.

Un prete novello, al primo incarico, percepisce mensilmente (12 mensilità) 860,66 euro netti; mentre un vescovo vicino al termine del suo mandato percepisce 1338,03 euro netti.

Le erogazioni liberali per i sacerdoti, nella diocesi di Milano, hanno avuto nel 2016 un andamento ambivalente: sono aumentati gli offerenti (0,7%), ma è diminuito l’importo totale raccolto (-5,0%). Comunque, 13.044 fedeli hanno fatto un versamento ad hoc, raccogliendo così 1.326.045,19.

I dati, raggruppati per Comune, si trovano su www.chiesadimilano.it/promozionedelsostegnoeconomicodellachiesacattolica

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