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Una occasione per riflettere sul ruolo ecclesiale e sociale dei sacerdoti. Da quasi 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ma non è detto che il fatto sia diventato consapevolezza comune.

Massimo Pavanello
Incaricato diocesano Sovvenire

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Un prete novello, al primo incarico, percepisce mensilmente (12 mensilità) 860,66 euro netti; mentre un vescovo vicino al termine del suo mandato percepisce 1338,03 euro netti.

“Una buona azione, se muore taciuta, ne uccide mille che potrebbero seguirla”. La convinzione di W. Shakespeare descrive con efficacia il tono della Giornata nazionale per il sostentamento del clero che si celebra domenica 20 novembre. Una giornata che è spunto per riflettere sul ruolo ecclesiale e sociale dei sacerdoti. Da quasi 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ma non è detto che il fatto sia diventato consapevolezza comune. Molti fedeli partecipano con responsabilità al loro sostentamento. Ma c’è ancora chi non lo fa perché non sa.

Per questo il suggerimento proposto dalla CEI – a partire dalla giornata del 20 novembre, ma che non ha scadenza – è quello di realizzare capillarmente una formazione sul “Sovvenire” per far conoscere i forti valori ecclesiali alla base del sostegno economico alla Chiesa.

Le storie di dedizione dei preti non mancano. Basta scendere nella parrocchia sotto casa. Ma si possono vedere anche da casa, collegandosi al sito www.insiemeaisacerdoti.it o alla pagina Facebook/Insiemeaisacerdoti.

Le Offerte deducibili, materia della giornata nazionale in oggetto, sono allora uno strumento perequativo e di solidarietà per sostenere l’attività pastorale proprio dei 35 mila sacerdoti diocesani – tra i quali 453 impegnati nel Terzo Mondo come fidei donum – e accompagnare nel bisogno i 3 mila ormai anziani o malati.

Nel 2015 sono state raccolte 97.582 Offerte (-12,0%), per un totale di 9 milioni e 687 mila euro (-8,2). Ma il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è di 552,4 milioni di euro lordi (compreso di stipendi, Irpef, contributi previdenziali e assistenziali, assicurazione sanitaria).

Le offerte deducibili, quindi, coprono solo l’1,9% della raccolta totale. Al resto, provvedono per il 18,0% gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (insegnanti di religione, cappellani di carceri o ospedali); per il 7,6% gli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi); per il 9,3% le rendite degli Idsc; per il 63,2% parte dei fondi dell’8xmille.

Anche a Milano si è assistito ad un calo nel 2015, sia come numero di offerte (-10,7%) sia come importo (-9,5%): 12.956 sono stati i singoli offerenti; 1.394.714,08 è stata la cifra totale raccolta. Tutti i dati relativi alla diocesi ambrosiana – aggregati Comune per Comune – si trovano su www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa

Cifre grosse, quelle citate, se snocciolate in assoluto. Riferite invece ai singoli destinatari il risultato appare più moderato. Un prete novello, al primo incarico, percepisce mensilmente (12 mensilità) 860,66 euro netti; mentre un vescovo vicino al termine del suo mandato percepisce 1338,03 euro netti.

 

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