Si è conclusa la seconda edizione delle olimpiadi degli oratori, che si è svolta nell'Area Expo di Milano da venerdì 29 giugno a domenica 1 luglio 2018. Diamo un resoconto a caldo delle giornate che hanno trasformato la sede di Expo nell'Oratorio più grande della Diocesi.


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È bastato vedere il volto dei ragazzi per capire che anche questa seconda edizione dei giochi olimpici degli oratori ha lasciato il segno e, soprattutto, che ne è valsa la pena!

L’abbiamo chiamata Oralimpics, l’edizione 2018, per inserire in un’unica parola due concetti chiave, due spiriti così somiglianti, due stili che sembrano andare a braccetto: lo spirito olimpico e lo stile dell’oratorio.

Abbiamo chiesto ai ragazzi di correre, invitandoli a partecipare ad un evento costruito su misura per loro, pensando che avrebbe potuto metterli in gioco, entusiasmarli, destare in loro una sana curiosità e una corretta competizione… dando il meglio di sè!
Le istituzioni presenti, le personalità del mondo dello sport che sono intervenute, le esperienze che abbiamo potuto raccontare e mettere in campo, come ad esempio quello che le federazioni sportive hanno saputo fare per coinvolgere i nostri preado, sono state la cornice di un momento di condivisione, durato più di 48 intense ore, con gioia e sacrificio, che ha tirato fuori il massimo dai nostri atleti.

I preadolescenti dei 148 oratori partecipanti hanno capito di fare parte di qualcosa di unico e di grande. Una vera olimpiade con un cuore pulsante che ha le sue radici nel Vangelo.

L’Arcivescovo Mario Delpini ha dato avvio ad Oralimpics nel Duomo di Milano, accendendo dal cero pasquale la Fiaccola benedetta da Papa Francesco. Ha chiesto anche lui ai ragazzi di correre, anche per chi non può. I preado hanno raggiunto la sede di Expo con l’intenzione di spendersi con tutto ciò che avevano e soprattutto per fare gioco di squadra.

L’attaccamento al proprio oratorio è qualcosa di positivo, soprattutto nell’età della preadolescenza. Le olimpiadi degli oratori alimentano questo senso di appartenenza che è stato palpabile per tutto il tempo: all’inizio con la “parata” degli oratori durante la Cerimonia di apertura, durante le gare con il sostegno e il tifo dei compagni, alla fine durante le premiazioni, quando tutti gli oratori partecipanti hanno potuto godere della vittoria, anche di quella altrui.

Hanno vinto gli Oratori di Laveno Mombello, uniti in Comunità pastorale, primi nel medagliere. Al secondo posto l’Oratorio Don Bosco di Carugate. Al terzo posto a parimerito gli Oratori di Basiano e Masate (in unità pastorale), l’Oratorio S. Maria Regina di Varedo, l’Oratorio San Martino in Niguarda e la Comunità di Nomadelfia (fra i molti gruppi di oratori provenienti da fuori diocesi). Ma, al di là del risultato, a giudicare dalla festa che i ragazzi sanno anche improvvisare, hanno davvero vinto tutti!

La Cerimonia inaugurale è stata un’occasione per radunare tutti gli oratori, non solo quelli partecipanti. L’Open Air Theatre del parco Experience (ora denominato MIND) era pieno di gente. A primeggiare le magliette blu consegnate ai partecipanti di Oralimpics, ma poi i “mille colori dei nostri mille oratori” che hanno fatto da cornice ad uno spettacolo che ha saputo intrecciare sapientemente diversi ingredienti: la musica e i balli dell’Oratorio estivo, le esibizioni sportive (come ad esempio la Ginnastica artistica con le ragazze della società sportiva Forza e Coraggio), l’intrattenimento (come la scuola di circo di Ambra Orfei). Ai quali si sono alternati i momenti ufficiali, come l’alzabandiera, l’inno nazionale eseguito dalla Fanfara del III Reggimento Carabinieri Lombardia-Milano e l’accensione simbolica del braciere olimpico. Il tutto sugellato dallo scoppio dei fuochi d’artificio. Il momento centrale è stato certamente la preghiera in cui abbiamo chiesto ad atleti, giudici ed educatori di fare la loro “promessa”, sapendo che da discepoli del Signore, prima che da sportivi, sarebbero stati chiamati ad essere anche in questi giorni “luce del mondo” e “sale della terra“.

«Io prometto di dare il meglio di me stesso… al servizio della mia squadra… nel rispetto delle regole e degli avversari. Giocherò fino in fondo, pronto al sacrificio… contano più il coraggio e l’altruismo che la semplice vittoria». E i giudici e gli educatori… «…prendendomi cura al massimo di ogni situazione persona. Mi sforzerò di educare sempre alla pace e al rispetto e chiederò ad ogni atleta di dare il meglio di sé…».

Promesse che possiamo dirsi mantenute nei giorni di Oralimpics, soprattutto durante le gare del sabato, dopo la notte vissuta dormendo per terra sui materassini, nelle “stecche” di Expo, in puro stile GMG. Lo spettacolo vero è stato veder gareggiare i ragazzi nelle diverse discipline. La volontà e la tenacia dei preadolescenti di fronte alle prove è stata per gli educatori, per i volontari e i giudici di gara qualcosa di sorprendente e a tratti anche inaspettato.

Li abbiamo visti nella giornata di sabato non solo gareggiare allo stremo, ma partecipare con viva curiosità agli stand che con il CSI abbiamo saputo mettere in campo: il villaggio medievale, la scuola di circo, la stazione dei vigili del fuoco, le esibizioni negli sport individuali e di squadra (pallamano, badminton, tchuckball, tennis tavolo), nella lotta e nelle arti marziali, le sfide con le spade laser dell’associazione Ludosport.

I ragazzi, nonostante fossero stremati dalle gare, tutte eseguite sotto un sole cocente, non hanno smesso di essere “carichi” per la serata animata dall’associazione Jupiter di Salvatore Regoli, espressione della Comunità Exodus, al servizio di ragazzi speciali e in difficoltà, che hanno calcato la scena dell’Open Air Theatre, coinvolgendo tutti nel progetto di fare della musica uno strumento di educazione e di crescita per i più giovani e per i ragazzi in difficoltà.

Nel bel mezzo della serata l’arrivo dell’Arcivescovo Mario Delpini che ai ragazzi ha chiesto: «Posso contare su di voi?».

«Io cerco gente. Volevo sapere se fra voi potrei trovare gente che cerco. Se io cercassi gente che ama lo sport, che lo ama ma non ne fa un idolo, che lo pratica senza escludere quelli che non possono praticarlo, posso contare su di voi? Se cerco gente che quando si alza al mattino fa il proposito di non lamentarsi mai di niente o che dice questa giornata è benedetta da Dio, posso contare su di voi? Se io cerco gente che quando è domenica dice: “io sono originale: la domenica vado a Messa“, posso contare su di voi? Se io cerco gente che quando viene l’estate dice: “voglio andare all’Oratorio”, ma ci voglio andare non per farmi servire ma per servire, posso contare su di voi? Se cerco gente che vuol servire non soltanto per qualche settimana in oratorio ma come fosse uno stile di vita fino a quando arrivo a 99 anni, POSSO CONTARE SU DI VOI?».

A ciascuna di queste domande i ragazzi insieme hanno risposto il loro «sì» fragoroso, per cui l’Arcivescovo ha potuto concludere: «Bene, credo di aver trovato la gente che cerco, perché questi ragazzi hanno giurato, hanno detto sì, ci stanno. Io conto su di voi».

Un’altra notte è passata prima delle premiazioni e del momento culminante della S. Messa di domenica mattina. Ancora in stile GMG, ancora con i volontari a vigilare con grande dedizione e spirito di sacrificio perché tutto riuscisse al meglio, compresa la gestione delle colazioni, del pranzo e della cena, preparati dall’associazione nazionale degli Alpini. 

Le finali e le premiazioni un momento di grande esaltazione sportiva, in cui emergono tutti i meriti, di chi ha cercato di dare il massimo, hanno preceduto la S. Messa conclusiva, presieduta dal nuovo Vicario generale della Diocesi Sua ecc.za Mons. Franco Agnesi e concelebrata da altri due nuovi membri del Consiglio episcopale milanesi, don Mario Antonelli, Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede, che comprende anche il Servizio per l’Oratorio e lo Sport, e don Luca Raimondi, Vicario episcopale per la Zona pastorale IV di Rho (in cui ha sede l’Expo).

«Tocca a voi tenere acceso il fuoco che abbiamo acceso in questi giorni – ha detto Mons. Agnesi ai ragazzi durante l’omelia – il calore di stare insieme e di chi, adulto, campione o responsabile non ha pensato a se stesso ma a voi. Avete messo in gioco la vostra fantasia, la vostra capacità, anche le vostre fatiche e i vostri limiti e non li avete tenuti per voi stessi… un fuoco che accende e non consuma! Ma non basta solo accendersi occorre imparare, soprattutto, a vedere il mondo come le guarda Dio, accorgendosi della gente, soprattutto quella oppressa e senza speranza. Imparate attraverso la regola del muoversi, del fermarsi, dell’ascoltare e dell’accorgersi che è possibile cambiare e dare speranza e coraggio, condividere la gioia degli altri e sostenere il loro cammino. Andate a casa stanchi, sporchi, sudati, pieni di fatiche ma con il cuore contento perché avete messo in gioco la vostra vita».  

Il grazie che don Stefano Guidi, direttore della Fom, ha rivolto a tutti è un grazie che rivolgiamo agli amici del Comitato di Milano del Centro Sportivo Italiano, capitanati da Massimo Achini e a tutte le istituzioni e ai volontari che hanno creduto in Oralimpics e si sono messi al servizio di giornate che sono andate oltre lo sport e hanno impegnato tutti a dare il meglio di sé.

Sulla pagina Facebook della Fom – Fondazione Oratori Milanesi (www.facebook.com/pgfom) abbiamo condiviso i video dei momenti salienti di Oralimpics.

In allegato a questa pagina gli approfondimenti e i materiali.

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