Nel prossimo mese di luglio nove seminaristi del Seminario Nazionale albanese di Scutari saranno accolti in altrettanti oratori della nostra diocesi. Grazie a questa presenza anche ragazzi e animatori potranno respirare la dimensione universale della Chiesa.

Don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Nel prossimo mese di luglio nove seminaristi del Seminario Nazionale albanese di Scutari saranno accolti in altrettanti oratori della nostra diocesi. La richiesta di collaborazione ci viene fatta direttamente dal Rettore del Seminario di Scutari. Abbiamo accolto questa richiesta con gioia, con orgoglio, con il desiderio sincero di stringere un legame fraterno profondo tra le nostre Chiese.

La Chiesa albanese è stata per lungo tempo duramente provata. Ha dovuto sopportare l’espressione più feroce del totalitarismo comunista. Nella citta di Scutari – capoluogo della regione che vede la percentuale maggioritaria dei cattolici – si trovano scuole e conventi trasformati in prigioni, in luoghi di tortura e di morte. Tra i numerosissimi cattolici di nazionalità albanese, che durante il regime comunista (1944-1991) hanno subito prigionia, torture e falsi processi, nel tentativo di sradicare il Vangelo e la cultura di un intero popolo, sono stati selezionati i nomi di 38 candidati agli altari, capeggiati dall’arcivescovo di Durazzo, monsignor Vincenzo Prennushi. La lista comprende due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti francescani, 3 gesuiti (due sacerdoti e un fratello coadiutore), un seminarista e quattro laici (compresa un’aspirante religiosa). Sono stati beatificati il 5 novembre 2016, nella piazza davanti alla cattedrale di Santo Stefano a Scutari. Secondo alcune stime, in Albania, sotto il regime comunista negli anni 1944-1991, sono stati uccisi cinque vescovi, sessanta sacerdoti, trenta religiosi francescani e tredici gesuiti, dieci seminaristi e otto suore, senza contare i laici. Le accuse con le quali venivano arrestati, torturati e a volte sottoposti a processi dall’esito già scritto erano principalmente due: quella di essere spie della Santa Sede e, specie nel caso di quanti avevano avuto contatti con l’Europa, di essere collaborazionisti del nazismo o del fascismo. C’era anche un ulteriore motivo: dato che molti sacerdoti erano anche letterati, eliminandoli fisicamente s’intendeva dare anche un duro colpo all’identità nazionale.

Dobbiamo riconoscere che si considera molto poco questa gloriosa storia. L’accoglienza dei seminaristi nei nostri oratori ci darà sicuramente l’opportunità di conoscere la storia dell’Albania, superando molti pregiudizi e stereotipi.

Da poco più di vent’anni la Chiesa albanese vive una nuova primavera. Il desiderio di incontrare gli oratori della nostra diocesi nasce certamente nel cuore di una Chiesa che comincia a pulsare, a pensare, ad esprimersi con fantasia e libertà.

Nel Seminario di Scutari i seminaristi hanno la possibilità di incontrare personalità provenienti da ogni parte d’Europa. Loro stessi hanno vissuto in questi anni momenti formativi più ampi in diversi stati europei. Questa impostazione formativa consente di respirare la dimensione cattolica della Chiesa, che si radica in un territorio e in un cultura, eppure abbraccia ogni popolo come fratello.

È bello pensare che in questo crocevia di rapporti ecclesiali, i nostri oratori giochino una parte così importante. Siamo contenti e pronti ad accogliere questi seminaristi. E perché non immaginare uno scambio per restituire una visita?

 

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