Visita simbolica del nostro Direttore, don Stefano Guidi, all'Oratorio di Usmate per concludere insieme ai ragazzi la quarta settimana di Oratorio estivo che ha avuto come testimone santa Francesca Cabrini. Con le sue scelte ha saputo "dipingere" la sua vita e farne un capolavoro al servizio degli emigranti italiani in America.


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È una settimana speciale, la quarta di Oratorio estivo, che inizia con l’ingresso trionfale in 160 oratori dei preado di Oralimpics. Ragazzi e ragazzi vengono accolti lunedì 1 luglio, dopo una intensa tre giorni a Mind-Milano, come veri campioni, e se questo succede, come è naturale, più spiccatamente dove si è guadagnata la coppa o qualche medaglia, si festeggia il ritorno degli atleti anche negli altri. Che cosa si è vinto? Sicuramente tutti hanno fatto il pieno di emozioni, in un clima bellissimo di amicizia e di sana competizione sportiva, che ha messo in gioco ognuno, spronandolo a dare il massimo.

 

La settimana prosegue nei ritmi serrati e già avviati di un Oratorio estivo che per la maggior parte degli oratori ha superato il giro di boa, tra giochi, attività, laboratori, gite…

 

Come all’Oratorio San Giovanni Bosco di Usmate, della Comunità pastorale Madonna del Carmine di Carimate, Ronco Briantino, Usmate e Velate. Gli animatori, con la maglietta arancione dell’Oratorio estivo 2019, dalle ore 8 accolgono i bambini con il sorriso mentre Raffaella, volontaria “storica”, sbriga le pratiche relative a badge e presenze. Dal cartaceo ai metodi moderni, ma sempre pronta a dare una mano.

Simone Zappa, seminarista, che sarà ordinato il prossimo anno, è qui da settembre, nel weekend e ora stabilmente per l’Oratorio estivo. È uno dei tanti giovani seminaristi impegnati negli oratori della Diocesi. Così lui, in procinto di partire per il campeggio al fresco della montagna con i piccoli di terza e quarta elementare (poi vivranno le loro esperienze anche i più grandi), si fa largo tra i ragazzi, tra Giacomo, che indossa la maglietta speciale di chi è stato a Capizzone, salito al corso di formazione del V turno con altri e che ne conserva un ricordo utile e prezioso e tutti gli altri animatori, attorniati dai più piccoli. Con il trascorrere delle settimane infatti, in tantissimi stanno già vivendo le giornate di Oratorio estivo, a turni, in case vacanza, per lo più in montagna o in campeggio, alla scoperta della presenza discreta ma forte del Dio creatore, vivo nella storia e in tutte le cose.

«Un tema molto bello quello di quest’anno» – riflette Simone, al bar dell’oratorio. «Permette ai ragazzi di parlare della vocazione, della “Bella storia” che la vita di ognuno può diventare, se vissuta al meglio. Il messaggio che mi colpisce di più è quello di poter rendere il mondo un posto migliore. Far fruttare il talento per me è fare del bene e far star bene gli altri, stando dove si è (con i ragazzi faccio degli esempi, la scuola, lo sport, l’oratorio…), facendo le cose in maniera giusta». Come inizia la giornata all’Oratorio San Giovanni Bosco di Usmate? Come in tutti gli oratori… Si accende la cassa, Simone richiama tutti a ballare e via con gli inni e i canti che stanno accompagnando questa estate in oratorio! Dietro di loro la scritta “Bella storia” realizzata con i nastri colorati decora la rete che delimita un campo da gioco dall’altro.

 

Ci si sposta, a piedi, alla Chiesa di Santa Margherita. Don Lorenzo Passoni ha invitato don Stefano Guidi, Direttore della Fondazione Oratori Milanesi (Fom), a terminare queste giornate e celebrare la Messa con i ragazzi: sarà il modo per vivere insieme un momento significativo, fortemente voluto, e ricordare la testimone di questa quarta settimana, Francesca Saverio Cabrini, religiosa e missionaria, che contribuì molto all’ambito dell’educazione. «In questo Oratorio estivo stiamo imparando anche a pregare e a stare con Gesù, che ci aspettava e ci ha accolto, è presente! Guardate la luce accesa che indica il tabernacolo dove c’è Gesù» – spiega il seminarista. Ci si raccoglie in silenzio, ma anche si canta, si prega e si ascolta.

 

«Mi inserisco senza rubarvi troppo tempo, perché il vostro impegno di oggi è giocare, giocare tutto il tempo, giocare assieme, giocare bene. È un impegno importante!» – scherza don Stefano con i ragazzi, nell’omelia. «In questa quarta settimana c’è una figura di riferimento, non molto conosciuta magari. Francesca Cabrini dall’Italia è andata negli Stati Uniti d’America, oggi per noi un viaggio così è un viaggio da niente… ma allora, nell’800, non era così… Ha aiutato tutte le persone, accogliendo gli italiani che emigravano negli Stati Uniti per lavoro e altre necessità.

Questa santa-artista che ha fatto della sua vita un’opera d’arte, cosa ci dice ragazzi? Che nella vita contano i sogni, le ali, il desiderio di volare alto e di fare qualcosa di grande, un capolavoro della nostra vita. Non rimaniamo legati alle cose piccole. Ci vuole insegnare ad avere sogni grandi: che il nostro cuore non si leghi alle cose piccole, ma si leghi alle cose grandi. Volare… È giusto avere dei sogni grandi, voler volare alto. Ma bisogna avere anche… come si chiamano quelle cose delle piante che non si vedono? Radici! Sono importanti, senza radici non si sta in piedi. In oratorio coltiviamo le radici della nostra vita. Che cosa fanno le radici?». Alessio e Cristian alzano la mano: fanno crescere la pianta e danno energia, vita, nutrimento.

«L’oratorio ci nutre, ma non nel senso solo del ghiacciolo o del pranzo quando ci fermiamo a mangiare insieme: l’oratorio nutre il nostro cuore che ci fa crescere. Ecco perché è importante volere bene al nostro oratorio.

Vedo qui gli animatori, in mezzo a voi, con i ragazzi: ecco lo stile bello di ragazzi che vogliono bene all’oratorio. La bellezza dell’oratorio, l’amicizia, fare le cose insieme, crescere insieme… Non fanno gli animatori per riempire il tempo o perché non sanno cosa fare.

Ragazzi e animatori, tutti, abbiate a cuore l’oratorio, abbiate cura del vostro oratorio. Bisogna voler bene al nostro oratorio!

Mi piacerebbe tornare qui in un altro momento, anche durante l’anno, una domenica o in settimana, a trovarvi, così come negli altri oratori. Non bisogna vivere l’oratorio solo d’estate. L’oratorio è una casa per i ragazzi, sempre.

Ricordatevi: abbiamo bisogno di ali che facciano volare il nostro cuore, abbiamo bisogno di sogni che lo facciano crescere e abbiamo bisogno di radici, da cui trarre la vita per crescere. L’oratorio nutre le radici della vostra vita e ci aiuta a spiccare il volo!»

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