Intervento di S.E. Mons. Mario Delpini alla prima Assemblea di Oratorio 2020 tenutasi a Bollate - 9 febbraio 2019


Ecco un comandamento che sembra facile da eseguire, questo comando che Gesù dice in questo vangelo: «venite in disparte, voi soli e riposatevi un po’» (cfr. Marco 6,30-34).

«Venite in disparte voi soli», mi pare che questo comandamento dice bene che cosa vogliamo fare in questo percorso Oratorio 2020: vogliamo prendere un po’ le distanze, vogliamo non lasciarci travolgere dalla programmazione, dal calendario, dalle iniziative, vogliamo andare un po’ “in disparte”.

Questa giornata è un inizio promettente ma questo comandamento rimane e voglio affidarvelo. Voglio affidarlo ai preti, voglio affidarlo agli animatori, a tutti gli educatori a tutti gli operatori che dedicano tempo ed energie per l’oratorio. In disparte, riposatevi un po’, cioè siamo invitati a guardare le cose con un po’ di distanza. Venite in disparte e guardate, considerate quello che avete fatto: questi discepoli erano entusiasti, orgogliosi di aver fatto delle cose meravigliose, raccontavano le loro imprese a Gesù: è una bella cosa ma Gesù dice «bene, adesso venite un po’ in disparte, guardate un po’ meglio le cose, considerandole con una qualche distanza». Questa giornata forse è stato un avvio di questo esercizio.

Riposatevi un po’: qualche volta mi sembra di incontrare persone che vengono un po’ logorate dal grande impegno che ci mettono, che vengono talvolta anche un po’ frustrate dalla sproporzione tra l’impegno messo e le risposte che si ottengono. Quindi io ripeto questo comandamento di Gesù, è un comandamento facile. Se Gesù avesse detto: «avete lavorato tanto, bene lavorante ancora di più», avremmo detto: «Beh, Signore…». E invece no, Gesù dice: «riposatevi un po’». Che non vuol dire impigritevi, non vuol dire cercate qualche momento di evasione per divertirvi; il riposo cristiano non è la vacanza, non è un «periodo senza…». Senza legge o senza fede, in cui ci si lascia andare a qualsiasi cosa. No, il riposo cristiano è dimorare in Dio, è dimorare nell’amicizia, è dimorare nella gioia di stare insieme, senza avere per forza le scadenze da rispettare e il ritmo incalzante da perseguire. «Venite in disparte, riposate un po’, imparate l’arte di riposare».

L’arte di riposare ha bisogno di semplicità, ha bisogno di tempo, ha bisogno di letizia. Stare in pace con sé e con gli altri. Ecco, io vorrei raccomandare questo come stile con cui vivere questo Percorso Oratorio 2020: ci sono tante domande a cui dobbiamo rispondere, ci sono tante sfide che dobbiamo raccogliere; tanti interrogativi che premono, che ci inquietano, che ci lasciano talvolta un po’ incerti. Noi risolveremo quello che riusciremo a risolvere perché staremo in disparte un po’ con Gesù, ascolteremo lui, e, seguendolo, impareremo anche a condividere i suoi sentimenti; a vedere come si comporta di fronte a queste folle che erano smarrite, «come pecore senza pastore» e perciò «accorrevano a Lui». E Gesù le ha orientate col suo insegnamento. Ecco, io vorrei semplicemente dire così: «obbedite al Signore Gesù che vi dice “venite in disparte, riposatevi un po’, state un po’ con me”. Affrontate le questioni non solo come ricerca di una risposta, come ascolto di uno specialista – tutte cose che ci vogliono – però, in questo cammino di Oratorio 2020 state un po’ calmi, limitate la complicazione, e guardate le cose un po’ da lontano, con la saggezza di chi non è travolto dall’immediato».

Questo lo affido a voi come compito, lo affido al cammino che vi aspetta: voi siete stati qui oggi, avete partecipato – come mi hanno detto – a un momento entusiasmante, un confronto vivace, anche come popolo numeroso, che avete sentito essere il vostro popolo. Avete capito che fate parte di un cammino di Chiesa che è grande, che ha tanti aspetti, che ha tante risorse e tante capacità organizzative. Quindi penso anche bisogna dare un segno di gratitudine a chi ha organizzato questo convegno e quest’Assemblea a cui avete partecipato: io dico la mia gratitudine alla Fom e a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata.

Però questa giornata non è una conclusione ma è un avvio. Un passo incoraggiante. Adesso voi andate a casa e che cosa portate a casa? Che cosa direte alle vostre comunità? Avrete un patrimonio da condividere. Io vorrei anche che voi portaste a casa questa immagine, che è risultato del dimorare un po’ in disparte, del riposare un po’, ed è – potrei chiamarla – la missione della scintilla.

La scintilla è una piccolissima cosa ma può accendere un fuoco tremendo, può incendiare. Ecco, voi siete chiamati ad essere come la scintilla. Vi siete lasciati accendere. Dimorando in questa confidenza con Gesù, vi sentirete alimentare la passione, il vigore, la lucidità, la saggezza di chi sta in disparte e partecipa della confidenza di Gesù. Ecco, siete una scintilla e dunque date luce, date fuoco, condividete la vostra passione, fate percepire che cosa vuol dire aver incontrato il roveto ardente ed esserne stati accesi.

Ecco, in disparte succede questo: che si resta affascinati dal roveto ardente e si comincia ad ardere. Siate dunque scintille.                                                                                                      

(Trascrizione non rivista dall’autore)

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