Sabato 3 ottobre si è svolta in Duomo e nell'omonima piazza la "Redditio Symboli" alla presenza dei giovani della Diocesi: in questa occasione abbiamo condiviso un segno di fiducia nel Risorto misteriosamente presente in diverse realtà; inoltre il nostro Arcivescovo Mario ci ha provocati, invitandoci a testimoniare l’amore di Gesù agli esitanti e agli incerti attraverso il segno della fraternità e il coraggio del silenzio.

Don Marco Fusi
Responsabile Servizio per i Giovani e l'Università

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Nei tempi dell’incertezza abbiamo una speranza. C’è una promessa che anima la vita dei credenti. È la forza interiore che ispira da sempre i cristiani. Crediamo nel Crocefisso Risorto! Sono mesi nei quali sperimentiamo la fragilità e la morte, l’instabilità del presente e una sorta di cronica imprevedibilità ma abbiamo ricevuto la fede nel Cristo vivo, primizia tra coloro che vivono per sempre.

Nella Redditio Symboli abbiamo condiviso un segno di fiducia nel Risorto misteriosamente presente in diverse realtà. Gesù abita nella Chiesa, raccolta in decanati, movimenti ed associazioni che ne esprimono la vivacità e la bellezza: da qui l’annuncio che gli adulti hanno trasmesso ai giovani con il desiderio di raccontare un incontro con il Signore che ha reso più bella la vita. Gesù vive nella Parola che fa ardere il nostro cuore come ai discepoli di Emmaus, accende il desiderio di una vita piena e gustosa: da qui il nostro Arcivescovo ci ha provocati perché potessimo testimoniare l’amore di Gesù agli esitanti e agli incerti attraverso il segno della fraternità e il coraggio del silenzio. Il Signore è nella Eucarestia, nel suo corpo spezzato per amore di tutti, davanti al quale ci mettiamo in ginocchio per adorarne il mistero: abbiamo riconosciuto che il suo amore invincibile si manifesta anche oggi nella offerta di sé in famiglia, nel lavoro, nella città. Perciò nella processione di ingresso della Veglia abbiamo acceso le lampade e diversi segni luminosi, attingendo alla luce del Risorto che illumina anche le nostre tenebre interiori.

Desideriamo camminare in questa luce, condividere la fede e testimoniarla anche ai coetanei. Aspiriamo alla santità, sulla scia della testimonianza di Carlo Acutis. “Non io ma Dio”: lasciamo spazio a Lui perché la nostra umanità racconti la sua tenerezza.

“Senza indugio” esprimiamo quella promessa che ci anima e diventa il centro della nostra vita.

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