Proponiamo alcune riflessioni circa il discorso alla città, pronunciato dal nostro Arcivescovo lo scorso 6 dicembre 2021, a cura di Rossella e Marta, due giovani partecipanti all'evento internazionale "The Economy of Francesco: i giovani, un patto, il futuro".

Rossella e Marta
"The Economy of Francesco"

Città di Milano - Sito

“È urgente consolidare un’alleanza per accompagnare le giovani generazioni verso il loro futuro… La vita è una vocazione, non un enigma incomprensibile, il futuro è promessa e responsabilità, non una minaccia”.

Questa frase, pronunciata dall’Arcivescovo durante il suo discorso alla città lo scorso 6 dicembre 2021 in occasione della festività di Sant’Ambrogio, è emblematica del cammino che la Chiesa ha iniziato ad intraprendere con noi giovani: costruire insieme, giovani e adulti, ciò che vogliamo per il futuro.

Le problematiche giovanili sono da qualche anno ormai evidenti a tutti, giovani iper-specializzati e dotati di tutti gli strumenti per poter realizzare i loro desideri, ma paradossalmente incapaci di fare i passi concreti e necessari per realizzarli perché disillusi e sfiduciati.

Ciò che si è perso è forse quello che l’Arcivescovo definisce come “un’alleanza intergenerazionale che sia accompagnamento, incoraggiamento, proposta di un camminare insieme verso la terra promessa”. Se da un lato, infatti, c’è stata la totale esclusione della voce giovanile dai luoghi decisionali, dall’altra, per contrasto, si assiste a situazioni in cui pur di coinvolgere i giovani c’è da parte degli adulti la tendenza a riversare su di loro i problemi ed esimersi dai propri doveri e responsabilità.

L’Arcivescovo provoca chiedendo indirettamente agli adulti di “dimostrare con semplicità, sincerità e gentilezza che vale la pena di diventare adulti”. In altre parole, dimostrare che vale la pena spendersi per qualcosa di grande allontanando la paura di sbagliare e fallire, ed entrare in empatia con l’altro superando l’ossessione verso sé stessi e mettendosi a servizio accompagnando e guidando.

Fare questo è possibile attraverso quella che il Papa chiama “cultura dell’incontro” ossia l’esercizio di stare attorno ad un tavolo e guardare insieme agli stessi problemi secondo una prospettiva poliedrica. È un esercizio che presuppone un “fidarsi e affidarsi” vicendevolmente. Adulti capaci di fidarsi delle intuizioni dei giovani che possono rivelarsi profetiche; giovani che si affidano all’esperienza e alla lungimiranza degli adulti.

Questo è un po’ il sentiero tracciato da Papa Francesco con i giovani economisti partecipanti all’evento internazionale The Economy of Francesco: i giovani, un patto, il futuro. Un processo avviato in cui il Papa stesso ha dato missione ai giovani di provare a ripensare e riflettere, su come ridare un’anima all’economia del domani e ha chiesto a premi Nobel e famosi economisti di mettersi a servizio per accompagnare e aiutare a concretizzare le idee che sarebbero emerse.

L’invito è stato chiaro: “trasformate lo sdegno verso il mondo malato in creatività per cambiarlo”. Un’esortazione che chiama a mettersi in gioco da protagonisti e ad una responsabilità verso il futuro che non è già deciso ma ancora tutto da scrivere.

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