A conclusione del percorso "Gruppo Samuele", domenica 6 giugno, presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso, si è svolto l'ottavo ed ultimo incontro, caratterizzato da momenti di dialogo, di preghiera ma anche di festa.

L’equipe del Gruppo Samuele

Gruppo Samuele - 6 giugno 2021 (12)

A causa della pandemia quelli appena trascorsi sono stati mesi difficili anche per lo svolgimento del Gruppo Samuele, percorso di discernimento vocazionale rivolto ai giovani dai 18 ai 30 anni.

Alcuni degli incontri mensili domenicali, il primo dei quali si è tenuto in novembre, si sono dovuti svolgere online: tuttavia non sono mancati l’assiduità e l’impegno delle 36 ragazze e dei 28 ragazzi partecipanti al cammino.

Possiamo affermare con certezza che ancora una volta il Gruppo Samuele, nato 30 anni fa per intuizione del Card. Martini, ha prodotto i suoi buoni frutti spirituali, aiutando i giovani a non farsi paralizzare dalla paura di fare luce sulla loro vocazione e di compiere scelte ben precise in una tale direzione, pur in un contesto reso precario e drammatico dall’emergenza sanitaria.

Come da tradizione il nostro Arcivescovo, Sua Ecc.za Mons. Delpini, ha partecipato all’incontro conclusivo del cammino, tenutosi nel pomeriggio di domenica 6 giugno presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso.

La sua presenza ha evidenziato la bellezza della dimensione ecclesiale del Gruppo Samuele, già emersa durante l’anno pastorale grazie all’equipe educativa che, composta da sacerdoti, persone consacrate e coppie di sposi in rappresentanza delle diverse vocazioni, ha accompagnato i giovani lungo questa esperienza.

Senza dimenticare, tra un incontro e l’altro, il contributo delle guide spirituali di ciascun giovane, che ha reso possibile un ulteriore approfondimento delle tematiche affrontate e degli spunti di riflessione di volta in volta offerti.

Quest’ultimo appuntamento ha visto la partecipazione di più di 100 giovani: a coloro che hanno frequentato la proposta del Gruppo Samuele si sono aggiunti amici e amiche appositamente invitati per conoscerla più da vicino.

Alla preghiera comunitaria iniziale sono seguite a nome dell’equipe educativa del percorso le parole di benvenuto a tutti i presenti di don Marco Fusi, responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università.

Successivamente c’è stato il dialogo tra l’Arcivescovo ed i giovani, stimolato dalla testimonianza e dalle domande di quattro di loro.

Ha iniziato Jessica, parlando delle attese con le quali ha intrapreso questo viaggio per fare verità sulla sua vita, per andare alla scoperta di ciò che è più essenziale in lei e per lei e per cercare di capire come vivere il Vangelo nella vita quotidiana, conscia che anche a vent’anni “non è mai troppo presto per prendere sul serio il proprio cuore”.

È seguito l’intervento di Davide, che si è soffermato sulle intuizioni nate nel corso del Gruppo Samuele. Soprattutto quella concernente la consapevolezza di essere accompagnato ed amato nonostante le inevitabili aridità del cuore: ciò che conta “è avere uno sguardo attento e pronto a cogliere i segni della presenza costante di Gesù nella mia giornata”.

Emanuele si è invece soffermato sulle paure, perché intuire che la vocazione è il punto di incontro tra i propri desideri più grandi e il Desiderio di Dio per la propria vita suscita sempre trepidazione, ma anche timore di non essere all’altezza dello stato di vita intuito, ben sapendo che “in gioco c’è una scelta molto compromettente che riguarda qualcosa di veramente grande: la mia esistenza davanti a Dio; e qui non si scherza”.

Infine, è stata la volta di Andrea, che ha parlato ai presenti della decisione presa a seguito della partecipazione al Gruppo Samuele: quella di consacrare la propria vita a Gesù, una di “quelle scelte che danno un sapore buono e vero alla nostra vita” e fanno dell’esistenza un “qualcosa di davvero meraviglioso per noi e per gli altri”.

Mons. Delpini ha risposto alle testimonianze dei quattro giovani affermando come fede e vocazione non siano due passaggi di uno schema standard; anzi, già avendo fede, incontrando Dio e facendo proprio l’invito a seguirlo si può parlare di vocazione. La fede ha sempre una dimensione vocazionale: l’incontro con Gesù diventa una condizione di vita quotidiana, che illumina i passi del cammino di ciascuno di noi.

Sua Eccellenza ha continuato affermando che tutti nelle loro vita possono sperimentare momenti in cui la gioia e l’entusiasmo di vivere la vita cristiana sembrano spegnersi. Egli ha consigliato due modi per uscire da questa aridità: restare fedeli all’intuizione fondamentale che Dio ci ama, che la nostra vita è amata, anche se in quel momento non si sente quell’amore; e reagire, perché ci sono persone verso le quali si hanno delle responsabilità, che ci aspettano e ci possono aiutare a superare una tale condizione di difficoltà.

“Chi sono? Quanto valgo? Cosa sono capace di fare?”: per rispondere a queste tre grandi domande, per conoscere sé stessi, si ha sempre bisogno dello sguardo dell’altro, ha inoltre affermato l’Arcivescovo Mario, sottolineando l’importanza di avere accanto una figura che sia eco della Parola di Dio e che ci aiuti a guardarci con lo sguardo di Dio, che sempre ci dice: “Ti amo così come sei”.

Mons. Delpini ha concluso il suo intervento lasciando quattro indicazioni ai giovani che hanno partecipato al Gruppo Samuele ed ai giovani che hanno intenzione di parteciparvi l’anno prossimo: “la Chiesa si prende cura di voi; Gesù è qui e vi ama; imparate l’arte della conversazione, che rifugge dalle banalità e va in profondità delle cose; non abbiate paura, Gesù non viene mai meno”.

Al dialogo con l’Arcivescovo ha fatto seguito la celebrazione dei vesperi, durante la quale ciascun giovane partecipante al Gruppo Samuele ha consegnato personalmente nelle mani di Mons. Delpini la propria lettera di fruttificazione, sintesi del cammino percorso e contenente la scelta simbolica di vita per i mesi a venire in ordine al proprio stato di vita, all’importanza del sostenere una continua riforma interiore o al servizio da svolgere all’interno della missione che il Signore chiede alla sua Chiesa.

Scattata la rituale foto di gruppo, i giovani si sono riuniti per l’ultima volta nei loro gruppi di appartenenza (“tribù”), guidati dai rispettivi educatori.

Infine, la giornata si è conclusa con una cena al sacco nel parco del Centro Pastorale Ambrosiano ed un momento di serena e gioiosa convivialità insieme alle amiche ed agli amici invitati.

L’appuntamento è per settembre, quando riapriranno le iscrizioni alla nuova edizione del Gruppo Samuele, fiduciosi che l’azione dello Spirito non mancherà di suscitare in altri giovani, ragazze e ragazzi, il desiderio di cimentarsi nell’avventura di cogliere i segreti del discernimento, via per intuire e scoprire il proprio posto nel mondo e per rispondere alle domande per eccellenza della vita: “Chi sono io?; Per chi sono io?”.

A settembre quindi!

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