La Settimana dell’educazione 2023 è iniziata con l’Assemblea degli oratori che si è tenuta a Seregno sabato 21 gennaio 2023 e termina con la Messa degli oratori prevista in ogni comunità martedì 31 gennaio 2023, in comunione con tutta la Diocesi. L’appuntamento con l’Assemblea ci ha motivato e rinsaldato nel nostro compito educativo, ci ha spinto nel guardare nel profondo alla vita dei ragazzi e delle ragazze per servirli con ancora più dedizione. Nei dieci giorni che seguono l’Assemblea siamo chiamati a individuare una “missione” che possa rendere il nostro oratorio ancora più ospitale nei confronti di tutti i ragazzi e le ragazze che potrebbero essere accolti “senza muri”. Questa “missione” verrà affidata nelle mani provvidenti del Padre durante la Messa degli oratori, che tutti insieme ciascuno nelle proprie comunità celebreremo il 31 gennaio.


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Proponiamo che il filo conduttore della Settimana dell’educazione 2023 sia un pensiero sull’oratorio che ponga l’attenzione sulla vita dei ragazzi e delle ragazze – tutti, nessuno escluso –; su come essi vivono la fede e l’esperienza del crescere, nel contesto in cui abitano, in relazione con i loro pari, in rapporto con le figure educative, i genitori, gli adulti, la comunità; su come vivono i loro impegni di studio e di sport; su come abitano il loro tempo, esercitano la loro libertà, utilizzano i social, interpretano la loro corporeità e la sessualità; vivono situazioni di disagio, di povertà o dolore.

È certamente questo un tema troppo vasto e, in effetti, non basterebbero “dieci giorni” per affrontarlo con serietà.

 

Il focus della Settimana dell’educazione è porre la vita dei ragazzi e delle ragazze al centro del nostro pensiero e della nostra condivisione con tre obiettivi:

  • il primo è conoscerli meglio, parlare di loro e interessarsi alla loro vita, così come essi sono;
  • il secondo è accogliere per essi la logica dell’ospitalità, per poterli accogliere e accompagnare secondo la paternità di Dio, riscoprendo le motivazioni del nostro educare e farci prossimi, ritagliandosi momenti di preghiera per affidare il proprio servizio educativo al Signore, rafforzare la propria fede e la propria speranza, per un compito così complesso che è educare;
  • il terzo è individuare una “missione”, un obiettivo comune che l’oratorio si può dare, perché diventi azione concreta nei prossimi mesi, al fine di mettere in pratica un’ospitalità rinnovata, un annuncio del vangelo più mirato e “incarnato” nella vita degli stessi ragazzi a cui andiamo incontro.

 

 

Nella vita dei ragazzi e delle ragazze “senza muri”

Alcuni hanno dei volti ben precisi, altri un po’ più sfumati, perché non li frequentiamo abbastanza. Ci sono anche quelli che facciamo fatica a incontrare, per mille ragioni, compresa la paura e il disagio personale. Addirittura potrebbero esserci anche ragazzi e ragazze con cui non vorremmo avere niente a che fare, perché stanno là “fuori” e magari sono arrabbiati o delusi, con poca voglia di entrare in rapporto con qualcuno di più grande che si ponga nei loro confronti come “educatore” e allora, tanto vale lasciar perdere.

Durante la Settimana dell’educazione 2023 troveremo occasioni per fermiamoci a parlare di loro, di come sono fatti, di quale sia la loro condizione.

Nel dialogare mettendo a tema la vita dei ragazzi e delle ragazze non lasciamoci ingannare da stereotipi o pregiudizi. Evitiamo il luogo comune o il pensiero ricorrente.

Come fare? Ci sono diverse modalità come, ad esempio, quella di parlare di persone precise, che conosciamo bene, ragazzi e ragazze di cui sappiamo qualcosa con cognizione di causa, per frequentazione e conoscenza diretta. Ogni educatore potrà, per il bene dei ragazzi, confrontarsi su come vivono, su come stanno crescendo, individuando insieme qualche aspetto comune o tendenza che sia da conoscere, per accompagnarli ancora meglio e costruire con loro un progetto personale di crescita che vada a toccare le “corde” giuste.

Un’altra strada che possiamo intraprendere per affrontare il tema della vita dei ragazzi potrebbe essere quella di rivolgiamoci a esperti o formatori che possano presentarci una condizione precisa della vita dei ragazzi e delle ragazze, focalizzandoci, durante la Settimana dell’educazione, su un aspetto per cui possiamo risalire a dati, storie, vissuti, ecc. Si tratterà poi di rielaborare quanto acquisito per calarlo nella propria realtà.

Un’altra possibilità potrebbe essere quella di un confronto con altre figure educative presenti sul nostro territorio, allargando il cerchio della conoscenza dei ragazzi, rivolgendoci ad esempio ad alcuni insegnanti lungimiranti e sensibili; ai genitori, per un confronto schietto anche sui bisogni e le difficoltà, su come i ragazzi e le ragazze vivono in casa o a scuola; dialogando con gli allenatori delle società sportive, cogliendo molti degli aspetti che tirano fuori il meglio di sé dalla vita dei ragazzi; con alcuni operatori sociali che operano nel territorio dell’oratorio, che stanno lavorando su qualche aspetto della vita dei ragazzi, anche “al limite”.

Sarà fondamentale accantonare tutti i muri mentali, le paure, i pregiudizi e le sicurezze per dialogare a viso aperto su dei vissuti reali, per acquisire qualche consapevolezza in più sulla condizione di chi abbiamo di fronte, per accogliere e incontrare, per valorizzare i talenti di ciascuno, per trovare nuove strade di protagonismo per i ragazzi proprio in oratorio, per mirare a proposte che siano davvero capaci di entrare in comunicazione con i soggetti della nostra pastorale, attraverso l’oratorio.

 

 

Il criterio dell’ospitalità

C’è un presupposto che ci aiuta a entrare con rispetto e libertà nella vita dei ragazzi e delle ragazze, per prendercene cura così come sono: è il criterio dell’ospitalità che intendiamo porre a fondamento dell’esperienza dell’oratorio, in quanto riferita alla paternità di Dio che tutti abbraccia e tutti ama, buoni e cattivi. L’oratorio è così: capace di accogliere tutti, buoni e cattivi, trovando per ciascuno una “breccia del cuore” per proporre la pratica della vita buona del vangelo.

Nella Settimana dell’educazione potremo ulteriormente approfondire il criterio dell’ospitalità, riprendendo il lavoro dell’incontro preliminare svolto per l’Assemblea degli oratori (cfr. scheda di lavoro inviata a ciascun responsabile per posta).

Ancora prima della scheda di lavoro, possiamo riferirci al fascicolo “pensiAmo l’oratorio” che possiamo leggere e commentare insieme (si trova online sul nostro canale Telegram @pgfom, sul sito, nella raccolta “Sostare con te” inviata in allegato a Il Gazzettino della Fom n. 6 del 2022).

Inoltre, i rappresentanti – o delegati – che hanno potuto partecipare all’Assemblea degli oratori del 21 gennaio a Seregno possono condividere il pensiero emerso nei lavori della sessione plenaria, grazie alle relazioni del nostro direttore, don Stefano Guidi, e del professor Marco Moschini, studioso dell’esperienza oratoriana a livello nazionale. 

Ogni criterio che trova fondamento nel Padre e sul Vangelo del Signore Gesù va costruito e custodito in un contesto di ascolto, silenzio e preghiera.

Per questo invitiamo le comunità educanti a dedicare un momento di preghiera sul tema dell’ospitalità (metteremo a disposizione un testo di riferimento per l’adorazione eucaristica sul nostro sito www.chiesadimilano.it/pgfom e lo invieremo sul nostro canale Telegram @pgfom).

Fondamentale sarà il confronto con la Parola di Dio. In particolare ciascun educatore potrà trovare uno spazio di confronto con il Vangelo durante la Domenica della Parola di Dio che si celebra domenica 22 gennaio 2023. Quali sono i brani del vangelo o del nuovo testamento che parlano di ospitalità? Qual è l’atteggiamento del Signore Gesù in relazione all’accoglienza dell’altro, alla cura verso tutti, alla familiarità con chi è escluso o è ai margini rispetto ai criteri della “Legge”?

 

 

 

La “missione” da individuare

La “missione” può essere un cambio di mentalità, una scelta di fondo, un obiettivo, la definizione di uno stile, un cambio di passo o un passo nuovo da realizzare nei prossimi mesi per andare incontro alla vita dei ragazzi e delle ragazze, “senza muri”, accogliendo l’ospitalità come criterio fondante dell’oratorio.

Questa “missione” potrà essere determinata nel corso della Settimana dell’educazione da un gruppo di lavoro, che “contenga” possibilmente chi ha partecipato all’Assemblea del 21 gennaio e che coinvolga chi materialmente potrà elaborarne le azioni conseguenti nei mesi di febbraio/aprile 2023. La “missione” terrà conto della riflessione che l’oratorio ha svolto per farsi carico, con più consapevolezza e “senza muri”, della vita di tutti i ragazzi, nessuno escluso, tenendo conto anche delle aree e degli ambiti di vita che li coinvolgono in prima persona (famiglia, scuola, sport, tempo libero, amicizia), con tutto quanto comporta per la loro maturazione e crescita, secondo i loro talenti e la vita buona del vangelo.

La “missione” potrà essere presentata a tutto l’oratorio con un breve scritto o uno slogan o un’immagine e dovrà essere “affidata” durante la Messa degli oratori del 31 gennaio (potrà essere presentata nella mozione iniziale, ripresa nell’omelia e sotto forma di intenzione nella preghiera dei fedeli, offerta materialmente – sotto forma di lettera o cartellone o immagine – durante l’offertorio e “affidata” sotto forma di invocazione e ringraziamento dopo la comunione: cfr. sito internet www.chiesadimilano.it/pgfom nella pagina dedicata alla Messa degli oratori).

Il lavoro che seguirà la Messa degli oratori consisterà nel trovare il metodo, le risorse, i passi da compiere per rendere visibile e concreta questa missione, rendendosi tutti corresponsabili della sua realizzazione.

 

 

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