Proponiamo il video del dialogo intercorso tra il prof. Mauro Magatti, docente di Sociologia presso l'Università Cattolica di Milano, ed alcuni giovani: diverse le chiavi di lettura proposte per leggere il tempo presente e per andare incontro al futuro, nella consapevolezza che non potremo semplicemente tornare ad essere quelli di prima.

a cura del Servizio per i Giovani e l'Università

Immagine prof. Mauro Magatti

Non è facile riassumere in poche battute gli spunti di riflessione offerti dal professor Mauro Magatti, docente di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano, in questo suo dialogo con i giovani, tenutosi giovedì 4 giugno.

E certamente c’è il rischio di non rendere ragione appieno dei ragionamenti che ci ha offerto: tuttavia ci proviamo, rimandando alla visione integrale del dialogo per avere un quadro complessivo ed esaustivo delle tematiche affrontate durante il confronto con i giovani.

Da quest’ultimo è emerso che la situazione nella quale ci troviamo a causa dell’emergenza sanitaria è complessa, articolata, assolutamente inedita: di fronte ad essa occorre riflettere con sapienza, andando alla ricerca di soluzioni innovative, capaci di superare il nostro precedente modo di vivere.

Sì, perchè una cosa è certa: la pandemia ha avuto e continuerà ad avere effetti dirompenti sulla nostra società; e certamente non possiamo illuderci di tornare ad essere quelli di prima: o saremo peggiori o saremo migliori.

Nessuno sa come sarà il futuro, che si presenta come una grande incognita: tuttavia di fronte ad esso non dobbiamo lasciarci vincere dall’angoscia. Dobbiamo e dovremo sicuramente ripensare il nostro modo di vivere ed anche i luoghi in cui attualmente conduciamo la nostra esistenza, sfuggendo alla catena delle cause, recuperando il valore della parola, che ci costituisce, della promessa, aprendoci alla speranza.

Occorre perciò che tutti, in particolare le giovani generazioni, si impegnino fattivamente per porre in essere percorsi trasformativi, generativi, capaci di innovare la società, di rilanciare il futuro.

Non sarà un percorso facile quello verso il domani, verso un nuovo assetto della società, che non dovrà più essere basata solo ed esclusivamente sul consumo. Sarà un cammino lento, incerto, impegnativo, da affrontare insieme, superando le nostre fragilità.

La pandemia ha fatto emergere con prepotenza la nostra vulnerabilità; per la prima volta dopo tanto tempo ci siamo sentiti davvero tutti sulla stessa barca, come ci ha più volte ricordato Papa Francesco.

Ma ora che l’emergenza è parzialmente rientrata, gli elementi di divisione che attraversano la nostra società al suo interno rischiano di tornare ad imporsi sull’unità di intenti che aveva contraddistinto la fase più acuta della crisi. Vi è la tentazione di tornare ciascuno a navigare sulla propria barca, che per qualcuno coincide con uno yacht, mentre per altri a causa delle disuguaglianze con una semplice scialuppa di salvataggio. Torna in auge l’illusione che ci si possa salvare da sè, mentre invece è più che mai necessario che gli elementi di unità (“simbolici”) prevalgano su quelli di divisione (“diabolici”) e che sui primi convergano le forze istituzionali e confluiscano le risorse finanziarie.

Di fronte a tutto questo non si potrà fare affidamento soltanto sulla scienza e sulla tecnologia, pur importanti (quanto è accaduto ce lo ha dimostrato). Perciò, dal momento che le nostre certezze sono venute meno, c’è bisogno (e ce ne sarà sempre di più) di idee nuove e di persone in grado di indicare la rotta e di tenerla.

Il tempo che ci sta innanzi, pur pieno di incognite e difficile, si presenta pertanto come una grande occasione per le nuove generazioni: a loro spetterà il compito di sgombrare il campo dalle macerie e di costruire, passo dopo passo, una società più inclusiva e più giusta in tutte le sue articolazioni e in tutti i suoi campi (politico, economico, sociale, ambientale…).

I giovani sono chiamati a generare il futuro e lo potranno fare se saranno consapevoli dell’eccezionalità del tempo che stiamo vivendo e vivremo e se non cammineranno da soli.

Agli adulti il compito di accompagnarli, di ispirarli.

A tutti quello di giocare con impegno e uniti questa che sarà la partita della vita per il nostro paese, per l’Europa e per l’umanità tutta.

Nella consapevolezza che vero non è solamente ciò che è certo; che la vita è uno spazio aperto, ove siamo chiamati a vincere la paura di fare quel passo non ancora fatto da altri, anche se questo comporta dei rischi.

N.B.
Invitiamo i giovani desiderosi di generare futuro a visitare il sito www.laprossimagenerazione.it

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