Proponiamo un ritiro “casalingo” confezionato su misura per tutti gli adolescenti. Un ottimo modo per prepararsi all’arrivo di questa strana Pasqua, un momento per entrare nel mistero del Triduo pasquale personalmente, dedicando uno spazio del giovedì mattina a riflettere sul comandamento dell'amore e su quanto verrà celebrato con il rito in famiglia della lavanda dei piedi.



Proponiamo un “ritiro” da vivere da soli, incentrato sul valore dei gesti d’amore tangibili che ci circondano traendo spunto dall’esempio di Gesù, dai “suoi stessi sentimenti” e dell’atto che compie nei confronti dei suoi “amici” nel Giovedì santo.

Abbiamo preparato un lavoro suddiviso in diversi momenti. Si parte con un’introduzione che serve a creare il clima adatto: prepararsi al raccoglimento trovando un luogo riservato e scollegandosi dal mondo esterno in modo da non avere distrazioni.

L’inizio prevede la lettura del brano di vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-38) che racconta dei momenti dell’ultima cena trascorsa da Gesù coi suoi.

Sono proposti poi cinque momenti per creare spunti di riflessione, ognuno con una attività.

Per lo svolgimento del lavoro, consigliamo di ritagliare dello spazio. Pensiamo che la mattina di giovedì 9 aprile possa essere il momento opportuno, ma si può anche chiedere agli adolescenti di ritagliarsi un momento a partire dalla serata del mercoledì santo. Questo “ritiro personale” introduce dunque le celebrazioni del Triduo pasquale.

Invitando ogni adolescente a prendere parte attiva alla celebrazione in famiglia seguendo i gesti e le proposte del sussidio.

In particolare si chiede durante la giornata del giovedì santo di scoprire che “una delle cose più belle della vita è servire, cioè aiutare gli altri per renderli felici e mostrare quanto li amiamo. Per questo ci prepareremo alla celebrazione di questa sera ricordandoci durante la giornata di scambiarci dei piaceri
o delle gentilezze a sorpresa. Cosa possiamo fare per aiutarci l’un l’altro?”.

Ecco i momenti del ritiro personale #comeiohoamatovoi

 

PRIMO MOMENTO: CONOSCIAMO GESU’?

«Signore, tu lavi i piedi a me?»
Dopo 3 anni in compagnia con Gesù, i suoi discepoli pensano di conoscere tutto di lui, della sua persona e del suo modo di fare. Quale immagine di Gesù si è fatto Pietro? Perché si stupisce tanto quando Gesù va da lui per lavargli i piedi?

Se i discepoli che stavano con Gesù da 3 anni non lo conoscono, allora non dobbiamo sorprenderci se non capiamo il suo agire e il suo volere. Questa fatica nel vederlo con la giusta prospettiva deriva dall’immagine che ci facciamo di Gesù. Molto spesso si rischia di deformare l’immagine di Dio in base ai nostri preconcetti o alle nostre aspettative.

ATTIVITA’
Pensa per un momento alla tua relazione con Gesù: con quali lenti hai sempre visto il Signore? Chi è Dio per te? Descrivine alcune caratteristiche di Gesù come appare ai tuoi occhi e come è la tua relazione con Lui.

 

SECONDO MOMENTO: RIBELLIONE A GESU’

«Tu non mi laverai i piedi in eterno!»
Il gesto di Gesù di mettersi in ginocchio e lavare i piedi ai suoi discepoli è qualcosa di strano, inusuale, sconveniente. Si tratta di un gesto di amore e di affetto fraterno che va al di là delle nostre idee e comprensioni.

Diventa difficile allora accettare che qualcuno ci possa dimostrare tanto affetto, nonostante le nostre debolezze e fragilità. Accettare l’amore dell’altro non è sempre facile, soprattutto davanti a un amore così perché mettiamo davanti l’orgoglio, il senso di colpa, le norme sociali…

ATTIVITA’
Prenditi del tempo per scrivere quali sono i gesti di amore che riceviamo quotidianamente.
Quali sono quelli che abbiamo rifiutato e qual era il motivo che ci ha spinto ad agire così?
Finito questo momento scrivi un messaggio a una persona che ti è venuta in mente, ringraziandola e augurandole un buon Triduo.

 

TERZO MOMENTO: LA RELAZIONE

«Se non ti laverò, non avrai parte con me»
Cosa si guadagna nel fidarsi della parola e dei gesti degli altri? Si guadagna in termini relazionali! Si instaura o si consolida una relazione, che sia filiale, amicale o amorosa.
Non è sempre facile fidarsi dell’altro e accogliere i gesti di amore. Gesù richiede il nostro assenso, la nostra libera partecipazione al suo gesto di amore. Non è però facile corrispondere all’amore donato. Non è facile donarsi all’altro con tutto se stessi. Perché? Perché temiamo di non essere capaci di farlo durare per sempre, anche quando diciamo al/la fidanzato/a “ti amerò per sempre!”.
Gesù ci insegna che se ci lasciamo amare e ci giochiamo fino in fondo, potremo aver parte con lui.

ATTIVITA’
Quali sono le relazioni di amore (filiale, amicale…) che vivi?
Hai paura di giocarti e metterti in gioco fino in fondo?
Per completare l’attività si leggerà il brano riportato, tratto da M. Delbrêl, Noi delle strade, Gribaudi, Milano 2005, 87-89, usandolo per sottolineare o riportare quello che più ha colpito i ragazzi.

 

QUARTO MOMENTO: GESU’ COME MODELLO

Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine
Gesù è un modello da seguire! Quante volte vorremmo fare del bene, ma non sappiamo da dove partire né come fare. Il gesto di Gesù allora diventa esempio da seguire. Gesù ci ama fino in fondo e si mette a servizio, approfondendo e andando in profondità nel rapporto di amicizia che ha con i suoi discepoli. Così anche noi dobbiamo imparare a vivere la nostra quotidianità in modo nuovo: le relazioni, le amicizie, il nostro studio, lo sport…
I discepoli non hanno capito subito le parole e i gesti di Gesù ma si sono messi in gioco e hanno provato a imitarlo, nonostante i fallimenti. Non serve sapere e capire sempre tutto per provare, talvolta serve buttarsi e provarci.

ATTIVITA’
Prova a fare qualcosa che ti viene richiesto. Nel farlo, però, mettici tutto te stesso e prova a realizzarlo al meglio, senza fare un lavoro superficiale, anche se ti pesa farlo o non ne capisci l’utilità.

 

QUINTO MOMENTO: IN RISONANZA

Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?»
Il discepolo amato avvicina la testa al petto di Gesù. Con questo gesto estremamente affettuoso e quasi intimo, egli entra in relazione profonda con il Signore, mettendo in risonanza il proprio cuore con quello del Maestro.
Ci sono dei momenti in cui dobbiamo fermarci, fare silenzio, al fine di entrare in risonanza con il cuore di Gesù. In questo modo possiamo entrare in relazione con Lui, sentendo come lui ha sentito, vedendo come lui ha visto. È questo il fine della nostra vita: vivere le relazioni allo stesso modo di Gesù di Nazareth.
Non è affatto facile però trovare la frequenza giusta. Ci sono momenti in cui il cuore batte a un ritmo completamente diverso, altro. Ma, a qualunque ritmo batta il tuo cuore, prima o poi le due frequenze entreranno in risonanza. In quel moment o o l’armonia che si creerà sarà totale.

ATTIVITA’
Prova a entrare in risonanza con il battito del cuore di Gesù, anche solo per un istante, nonostante la fatica o la noia.
Fermati un momento, respira profondamente e ascolta il tuo cuore. Scrivi ciò che hai provato in questo momento di preghiera.

 

Il ritiro termina con la recita di un Padre Nostro.

 

Trovate da scaricare in allegato o cliccando qui il testo completo per lo svolgimento del ritiro in formato pdf.

 

 

 

Ti potrebbero interessare anche: