Le due anime che ci spingono a portare a compimento il percorso per disegnare quali oratori vogliamo per fare oratorio nel prossimo decennio, sono la partecipazione e il progetto. L'editoriale del nostro direttore don Stefano ce ne dà le ragioni.

Don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Scaldiamo di nuovo i motori, perché si riparte. Oratorio 2020 è un percorso volutamente lungo. Non per annoiare la gente. Non per mascherare proposte esitanti. Abbiamo bisogno di tempo: per capire, per recuperare energie, per consentire a tutti di muovere almeno un passo.

La prima Assemblea di Bollate ci ha spiazzati tutti. La fase di ascolto ha coinvolto centinaia di oratori. Ha infiammato il cuore. Ha ridato speranza a molti. Ha generato scintille. A Bollate sono risuonate parole forti e importanti. Tra queste, due sono ritornate con particolare insistenza: la necessità che ogni oratorio abbia un progetto educativo e sia coordinato da un Consiglio dell’Oratorio.

Chi vive l’oratorio ha quindi rilevato la necessità di coltivare due condizioni pastorali essenziali: la dinamica della partecipazione e la dimensione progettuale.

La seconda fase di Oratorio 2020 – già con l’indicazione di lavorare sul passo in avanti possibile – intende farsi carico di rinnovare, per ogni oratorio della diocesi, queste dimensioni fondamentali. Mi sembra di poter offrire almeno tre ragioni che sostengono questa richiesta.

La prima. Abbiamo bisogno di partecipazione comunitaria e di progettualità educativa per salvare l’oratorio da due tentazioni possibili: l’improvvisazione educativa e il protagonismo autoreferenziale. Ogni oratorio deve esprimere in maniera del tutto evidente la cura dell’intera comunità verso i più piccoli. Una cura che – certamente – si dovrà attuare con opportune mediazioni; ma che non sarà mai né delegata, né appaltata ad altri; né tantomeno assunta in maniera clericale. Le nostre comunità, coinvolte come sono in questa metamorfosi sociale ed ecclesiale, devono poter custodire l’intenzionalità della pastorale, dentro un effettivo esercizio di pensiero.

La seconda. Abbiamo bisogno di pensare all’oratorio come alla presenza pastorale che provoca a stringere alleanze educative vere ed efficaci. Abbiamo bisogno di stringere alleanza educativa con tutti gli uomini di buona volontà! L’oratorio non è una gestione privata della parrocchia. Il rilancio del progetto educativo dell’oratorio è l’occasione per immaginare un oratorio aperto: innanzitutto agli altri oratori; soprattutto alla diocesi! Va colta l’opportunità di pensare che ogni oratorio si senta responsabile di tutti gli oratori. Adesso è il momento per confermare la nostra scelta educativa: che ogni oratorio esiste per il bene di tutti i ragazzi! E che in nome del bene dei ragazzi, non è troppo affrontare con coraggio le riforme necessarie, rivedere le nostre abitudini, unire le nostre forze pastorali, superando una volta per tutte le nostre reciproche diffidenze.

La terza. Il percorso Oratorio 2020 intende allargare la base di coloro che si appassionano all’esperienza dell’oratorio, soprattutto i giovani. È necessario lavorare sempre sul coinvolgimento e sulla partecipazione delle persone, impegnandosi nella condivisione dell’ideale educativo che sostiene la vita di ogni oratorio. L’oratorio in diocesi non farà molta strada, se immaginiamo che qualcuno prima o poi se ne occuperà: sia esso prete, suora, oppure educatore professionale. Che non si spenga nelle nostre comunità la fiamma della passione educativa.


L’oratorio del futuro si costruisce adesso
, con una comunità che si prende cura e non trascura, una comunità che si forma e non si deforma, una comunità che prega perché la linfa vitale è Gesù vivo. L’oratorio del futuro si costruisce adesso: perciò nessuno dica «non mi riguarda». È necessario risvegliare lo spirito missionario nel cuore di ciascuno, e che questo spirito abbia la forza di trascinarci fuori dalle sabbie mobili della sfiducia e dell’inerzia. Abbiamo bisogno di riempire i nostri polmoni con lo spirito missionario educativo, che tenga vivo il roveto ardente della relazione educativa che, in nome dell’urgenza di annunciare il Vangelo a tutti, ci trascini oltre la palude delle strategie pastorali, delle definizioni sterili di ruoli e funzioni, delle rigide tattiche che escludono apriori l’imprevisto felice. Venga il tuo Spirito, Signore, e si rinnovi il volto dell’oratorio.

Video di presentazione della fase CREARE E PROGETTARE

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