L'Arcivescovo ha incontrato ieri i ragazzi dell'Oratorio della Comunità Pastorale S. Giacomo e S. Teresa di Calcutta di Vergiate per incoraggiare tutti a seguire la "bella storia" tracciata da Madre Teresa, la santa-artista che sta guidando il cammino di questa prima settimana di Oratorio estivo.


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Stanno ancora terminando il grande gioco del pomeriggio le quattro squadre dell’Oratorio estivo quando arriviamo all’Oratorio San Giovanni Bosco della Comunità pastorale dedicata a S. Teresa di Calcutta, oltre a S. Giacomo, di Vergiate.

 

Le corse nel prato, i più piccoli con i più grandi, gli occhi che ridono. Don Aldo Sutera, vicario parrocchiale incaricato per la pastorale giovanile, maglietta gialla e pantaloni della tuta, si confonde con i ragazzi, gli educatori e i responsabili con cui si intrattiene. «Ora che manca così poco, l’emozione si sente eccome» – ammette, trafelato.

 

Qui il nostro Arcivescovo ha scelto di incontrare i bambini e i ragazzi coinvolti, nel pomeriggio di mercoledì 12 giugno, nel terzo giorno di Oratorio estivo 2019. Un grande applauso e qualche stretta di mano lo accolgono all’arrivo, accompagnato da don Stefano Guidi, e insieme ci si avvia per dare inizio al momento di preghiera previsto.

 

«Riceviamo l’Arcivescovo così come siamo, ci trova così. Siamo qui “sporchi e sudati” ma belli, dopo una giornata intensa di Oratorio estivo, con molta verità. Desideriamo accogliere l’Arcivescovo come un amico. Stiamo vivendo un momento bello, che ci permette di stare insieme e di parlare anche di qualcosa di profondo» – spiega don Aldo, accanto al parroco don Basilio Mascetti, il decano don Fabrizio Crotta, don Romano Meroni (92 anni, che non ha voluto mancare a questo momento) e don Claudio Bernasconi. Presente anche il sindaco, incaricati di diverse associazioni, catechisti, rappresentanti dei consigli pastorali, genitori, nonni, volontari.

 

Si respira un’atmosfera di festa e di grande semplicità, in oratorio. Il canto “Mani”, ritmato dal battito dei ragazzi, introduce alla lettura della Parabola dei talenti che in questo Oratorio estivo evidenzia i cinque passaggi educativi.

Un giorno prese una matita lunga cinque centimetri e, tenendola in mano fra il pollice e l’indice, disse: “Guardi quel che sono, una matita nelle mani di Dio. Un mozzicone di matita con cui Egli scrive quel che vuole”. Signore, io sono un piccolo strumento. Molto spesso ho l’impressione di essere il mozzicone di una matita fra le Tue mani. Sei Tu che pensi, che scrivi e agisci. Fa’ che io non sia nient’altro che quella matita”. Sei matite colorate vengono portate da alcuni ragazzi, ad ogni intenzione, al quadro con il volto di Madre Teresa di Calcutta, la santa di riferimento di questa prima settimana di Oratorio estivo. Ad ogni colore è associata un’emozione o un sentimento, che si desidera affidare al Signore.

 

È Nicolò, 20 anni, giovane educatore, a leggere la domanda elaborata insieme agli altri giovani e ragazzi dell’oratorio: «Ecco i temi che i ragazzi hanno più a cuore e per cui si aspettano un suggerimento dall’Arcivescovo. Vorrebbero innanzitutto una conferma sul valore che l’oratorio ha da sempre avuto e che ha ancora. Le chiedo anche, come poter affrontare la sfida di crescere e vivere in un mondo che è sempre più disattento alla fede? I ragazzi cercano di capire come si può essere cristiani oggi».

«Io vorrei rispondere con tre parole – inizia il suo intervento l’Arcivescovo – Le domande che mi ha presentato Nicolò sono molto belle e molto impegnative…». Scherza più volte, simpaticamente, per catturare l’attenzione dei più piccoli. «La prima parola è Alleluia. Se uno mi chiede: come si fa ad essere cristiani oggi, io risponderei così: si è cristiani quando si comincia a cantare l’Alleluia. Che cos’ho da dire al mondo io? Ho da dire Alleluia! Cioè che c’è una speranza, Gesù è risorto, Gesù è vivo, Alleluia, sono contento, mi piace essere cristiano perchè essere cristiano mi dà la certezza di essere vivo per vivere, non vivo per morire come pensano tanti. Alleluia! Ecco la prima parola che dico ai ragazzi, agli educatori, agli animatori, agli adulti, a tutti quelli che sono presenti. Alleluia, cioè il segno dei cristiani è la gioia, la gioia di vivere, la gioia di sperare, la gioia di amare, alleluia, alleluia! Questa è la prima parola che volevo dire, ed è la prima parola che commenta l’oratorio. Voi dite: cos’è l’oratorio? Leggete cosa c’è scritto sulla vostra maglietta: c’è scritto Bella storia! Cioè ciò che fa bella la storia è che ci siamo noi, è che c’è il posto dove trovarci, è che ci sono dei ragazzi che ci aiutano a diventare grandi, è che ci sono i preti, è che ci sono gli adulti… Alleluia, alleluia, una bella storia!

La seconda parola è questa: Amen. Amen è una parola che vuol dire: sì, ci sto, Amen vuol dire eccomi, Amen vuol dire sono d’accordo, Amen vuol dire così sia. Amen! Avete sentito cosa dice Madre Teresa… io sono come una matita, e Dio mi usa per scrivere. Cioè, cosa vuol dire? Io dico Amen al Signore, se mi fa venire un povero davanti alla porta, cosa faccio io? Io dico Amen, vieni, mi prendo cura di te, perchè ho capito che quel povero me l’ha mandato Dio. Io sono solo una matita che serve per scrivere una Bella storia, si lascia guidare da Dio.

Voi siete incaricati di ricordarvi Amen, quando c’è da fare un servizio, c’è bisogno un animatore in oratorio, un aiuto al bar, uno che entri in una squadra… io dico Amen, sì, ci sto. È la risposta alla propria vocazione quando uno deve fare una scelta di vita, dico Amen, sì Signore, eccomi, si compia in me quello che hai detto. Amen è la risposta a colui che ci chiama, è la disponibilità al povero che bussa alla porta, è l’entusiasmo per dire ci sono, là dove c’è un servizio da rendere. Amen.

La terza parola che voglio raccomandarvi è questa: insieme. Insieme vuol dire che nessuno è capace di essere cristiano da solo. Voi mi avete chiesto come si fa ad essere cristiani oggi. La cosa che vi raccomando è questa: è cristiano chi dice Alleluia, è cristiano chi dice Amen, ed è cristiano chi sta insieme nella chiesa, nella comunità, nell’oratorio. Da solo ciascuno è troppo fragile, si scoraggia, gli si spalanca il sospetto di aver sbagliato strada. Insieme: ecco ciò che fa la forza dell’oratorio, il gusto di stare insieme. La comunità cristiana dà un segno al mondo se è unita, insieme.

Ecco le tre parole con cui voglio rispondere alle vostre tre domande. Ha senso oggi l’oratorio? Sì, perchè se no dove stiamo insieme? Come si fa a vivere la fede in un mondo che è poco interessato alle cose della fede? La viviamo dicendo alleluia, perchè noi viviamo per vivere. Se il mondo dice noi preferiamo essere gente che muore, noi diciamo: ma come si fa a vivere contenti sapendo che dobbiamo morire? Si è contenti perchè Gesù è risorto, e noi risorgiamo con Lui, alleluia! Come si fa ad essere cristiani oggi? Amen, dicendo sì al Signore, dicendo sì insieme, dicendo sì cantando alleluia. Ecco, tre parole oggi vi ho raccomandato».

 

Madre Teresa, l’emblema della carità verso gli ultimi degli ultimi, artista-santa che ha fatto della propria vita un’opera d’arte, un autentico capolavoro, ci accompagna in questa prima settimana dedicata, nell’accademia delle belle arti, alla scultura. Incidere, modellare, intarsiare, stuccare e smerigliare… Un blocco di marmo, senza bellezza né fantasia, all’inizio. Teresa capisce presto che la sua vita è un dono di Dio ma ancora non sa che forma darne. Consacrandosi come suora missionaria, giunta in India, comprende che la sua vocazione deve rivolgersi agli ultimi.

Dedicandosi ai più poveri dei poveri, totalmente, canta il dono della vita con l’Alleluia. Ogni giorno dice il suo Amen al Signore, nella totale disponibilità a qualunque mansione… con umiltà risponde ci sono e accoglie e sorride.

Insieme, non da sola: ha saputo coinvolgere altre consorelle, per andare incontro a tutti.

Così, sul suo esempio, mettiamo in gioco il talento che siamo, in questo inizio di Oratorio estivo, e nei giorni che verranno. Nella fiducia che Lui sarà con noi, ci disponiamo come matite nelle sue mani, pronti per scrivere la Bella storia che già stiamo realizzando nei nostri Oratori estivi, e nella vita di ciascuno.

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