Proponiamo alcune riflessioni, risonanze e preghiere di chi ha accolto la croce di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto in Diocesi di Milano in occasione del pellegrinaggio «Lungo le nostre strade» che si è tenuto dal 25 al 30 ottobre coinvolgendo realtà parrocchiali, comunità monastiche, carceri e ospedali.


1.117316

I testi completi delle riflessioni e delle preghiere

La Diocesi di Milano ha vissuto il pellegrinaggio della Croce di San Damiano e della statua della Madonna di Loreto nell’ultima settimana del mese di ottobre, un percorso che ha toccato numerosi luoghi di preghiera o di sofferenza. La preghiera, avvenuta nelle diverse ore del giorno attraverso la liturgia delle Ore, è stata condivisa con alcune comunità monastiche, la Santa Messa con le realtà parrocchiali, le Veglie con i giovani; ci sono inoltre stati momenti particolari di preghiera nelle carceri della Diocesi e nelle cappelle degli ospedali. Di seguito riportiamo le risonanze di alcuni giovani che hanno vissuto in prima persona questi intensi momenti e alcune preghiere scritte dai carcerati che hanno accolto la Croce.

Carcere di Bollate, 25 ottobre 2015 – “Una domenica di sole e cielo azzurro. La settimana è una prigione di impegni e stress. Quale fine settimana più dilettevole dunque se non una trasferta proprio lì accanto al luogo in cui sorge l’Expo, esperienza di popoli che si mescolano in un pot-pourri di colori e lingue. Ma non è esattamente questa la meta del nostro viaggio, anche se a dire il vero geograficamente non ci allontaniamo di molto. Girato l’angolo di cascina Triulza ecco che uno sparuto gruppo di ragazzi e ragazze bollatesi deve fare il proprio ingresso nella Casa Circondariale di Bollate per accompagnare la croce di San Damiano, una delle due immagini che, insieme con la Madonna di Loreto, sta facendo il giro delle Diocesi alla volta di Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù 2016. […]

Penetriamo i muri del carcere con la croce in spalla, reparto dopo reparto, fino a giungere nel teatro, quasi la Santa Messa divenga uno spettacolo di umanità in mezzo a tanto dolore e tanta difficoltà. […] I nostri canti riempiono un auditorium già pieno di solennità perché, come ci ricorda don Maurizio, le preghiere che nascono nella sofferenza sono quelle più ascoltate dal Signore. Uno scambio della pace a chi pace non è sempre stato in grado di donare, provocazione forte che ci interpella sui nostri gesti e sui nostri pensieri. Poi il “Padre Nostro”. […]
Ci congediamo con un gesto di fratellanza, uno scambio di spartiti e accordi con il coro di detenuti che anima le celebrazioni nel resto dell’anno.
La Croce di San Damiano lascia poi il territorio di Bollate pronta per portare, come i più tenaci missionari, il Suo messaggio di speranza là dove ce n’è bisogno. Noi La salutiamo con gli occhi pieni di gratitudine per averci fatto conoscere una realtà che ci ha insegnato a vivere con ancora maggiore forza la nostra libertà in un mondo che possiamo camminare. Ai giovani di Cracovia resta ora l’invito di cogliere nel sorriso di questo Gesù, condannato e ucciso senza neanche essere stato carcerato, un insegnamento a riconoscere che anche nelle situazioni di più dolorosa prigionia non siamo soli”. (Luca)

Carcere di San Vittore, Milano, 25 ottobre 2015 – Preghiera Davanti al Crocifisso. “Ti ringraziamo, Padre nostro,che ci benedici tutti i giorni, ci fai mangiare, bere, dormire e ci dai la forza per essere forti. Grazie per la nostra famiglia, che è la cosa migliore che abbiamo e che ti affidiamo, perché tu te ne prenda cura: la mettiamo nelle tue mani. Aiutaci a superare i momenti brutti: non solo i nostri, ma anche quelli di tutti gli altri, anche di chi non sa pregare. Perdona il nostro male ed aiutaci ad avere fede e a capire e a sentire che tu ci sei sempre vicino e che non ci hai mai lasciato. Amen”. (I giovani adulti di San Vittore)

Parrocchia S. Teresa del Bambin Gesù – Monastero Clarisse, Milano, 25 ottobre 2015 – “Le campane che annunciano una nuova domenica. Una fredda foschia, lungo la strada verso la chiesa. Le panche già occupate, almeno in parte, nonostante manchi mezz’ora alla prima messa del mattino. Gli “Ave Maria” che riecheggiano per un rosario che non dà proprio l’idea di essere il “solito rosario”. E poi c’è lei. Lì dove convogliano tutti gli sguardi, di riflesso, c’è uno sguardo speciale, quello della Madonna Nera. È proprio quella luce che parte dal suo sguardo a rendere la preghiera così intensa?  “Oh lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te”, è la voce che si innalza dal coro, a cui sono insolitamente vicino; posso lasciarmi trasportare da queste bellissime note. Un brivido mi percorre la schiena. Me ne convinco, è proprio Lei la causa di questa atmosfera così particolare. […] Il breve tragitto che ci porterà al Monastero delle clarisse. Posso infine ascoltare. Ascoltare nell’insolito silenzio di quella strada a me così familiare un “frastuono” potentissimo. Il “frastuono” della preghiera; quello stesso “frastuono” che avrei sentito poco tempo più avanti nelle flebili voci delle Sorelle povere. E proprio come quando si esce da un concerto particolarmente rumoroso, quel “frastuono” mi lascia nelle orecchie un ronzio non indifferente, un monito a non dimenticare le sensazioni che queste poche ore di questa insolita domenica mi hanno regalato”. (Gaspare)

Carcere di Monza, 27 ottobre 2015 – Guardare la Croce. “Beh … la Croce non è una bella cosa. È il segno di un’esecuzione e sappiamo tutti che i crocefissi ci ricordano che Gesù è stato condannato. […] Dunque perché la Croce? Perché guardarla, perché usarla come simbolo e segno? Perché addirittura riceverla, come stiamo facendo oggi, in modo solenne? Già siamo in galera … tutti condannati, che senso ha guardarne un altro?. […] Non è una domanda vuota: io me la sono posta seriamente. E così mi è venuta in mente questa riflessione.
Occorre ricordare che quel condannato, Gesù, se da un lato era veramente uomo, in tutto uguale a noi, dall’altro, era Dio. Proprio Dio in persona, nella Persona del Figlio. Allora, quella condanna è completamente diversa da ogni altra: se Dio si lascia condannare, se lascia che un’ingiustizia umana si compia contro di Lui, se consente un simile sopruso … una forte ragione c’è; deve esserci per forza. E la ragione: eccoci qua. Tutti noi, anche io. Se in Croce c’è Dio, quello che stiamo guardando è un abbraccio. Le braccia spalancate in croce, sono le braccia di Dio che accolgono e circondano il Mondo intero, con sopra ognuno di noi. Stiamo contemplando un Amore infinito. Un Amore che si fa condannare, per assolvere e perdonare. Un Amore come può essere solo quello di Dio. […] Il perdono è sempre alla nostra portata, in virtù del sacramento della Confessione. Dio è Buono – l’Unico forse di cui si possa dirlo e non la finisce mai di abbracciare e sorridere. Ma in questo anno della Misericordia, lo sarà ancora di più e quasi insistendo ci chiama – chiama tutti gli uomini – al pentimento, alla rinuncia al male, all’ammissione delle nostre colpe … In cambio, con quell’abbraccio che contempliamo oggi, ci regala la Vita, la pace, la felicità. “Oggi sarai con me in Paradiso” si è sentito dire il ladrone pentito. C’è qualcosa di più bello?” . (Un detenuto)

Carcere di Busto Arsizio, 29 ottobre 2015 –  “Cari Viaggiatori della Pace, il vostro fermarvi in questo particolare luogo di sofferenza, di dolore, di tristezza, di paure, di solitudine, di abbandono, di tante lacrime, di silenzi assume un particolare valore in ciascuno di noi. Accogliamo volentieri gli amici pellegrini del poverello di San Damiano, oggi tra le braccia di questa grande Croce non possiamo non sentirci abbracciati, sostenuti, confortati, amati dall’amore misericordioso di Dio. Questa speciale carezza offertaci dalla presenza della croce pellegrina di Assisi, la sentiamo viva nelle profondità del cuore di ciascuno. Desideriamo unirci alla moltitudine di canti e preghiere affidando al Santo Francesco di Assisi le nostre preoccupazioni. In questo lungo viaggio ci lasciamo accompagnare anche noi dall’amore di questa croce per riparare quella chiesa dentro di noi ancora distrutta”. (Gli amici delle alte mura di Busto Arsizio)

Preghiera nel Carcere di Busto Arsizio, 29 ottobre 2015 “SIGNORE, PER FAVORE, accompagnaci nel nostro cammino quotidiano. Non stare lontano, non guardarci dall’alto, ma con il tuo spirito donaci sapienza e pazienza che ci permettono di riconoscere le gioie e di affrontare le difficoltà tipiche di un luogo come questo.
GRAZIE SIGNORE, per averci dato Gesù come fratello e compagno delle giornate e delle nottate passate qui.
Ci scalda il cuore sapere che è con noi sempre. Grazie di cuore.
Ti chiediamo anche SCUSA E PERDONO per tutte le volte che non abbiamo OCCHI per vedere, ORECCHI per ascoltare, MANI per aiutare e CUORE per amare. Ora però invochiamo l’aiuto di Maria tua e nostra Madre”.

 

Leggi gli scritti e le riflessioni complete scaricando l’allegato:

 

 

Ti potrebbero interessare anche: