A cura della Commissione per la formazione dei Responsabili delle Istituzioni di Pastorale Giovanile


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Il punto di partenza del confronto è costituito dal capitolo secondo del volume III del Progetto di Pastorale giovanile Camminava con loro, del quale riportiamo i passaggi più attinenti al nostro tema. Il primo passaggio al n. 61 definisce il senso della scelta di questa forma particolarmente alta, sintetica e qualificata di corresponsabilità educativa a favore della regia educativa complessiva dell’oratorio.

La corresponsabilità educativa

«Il rinnovamento della Pastorale giovanile diocesana prevede una particolare attenzione all’aspetto formativo dei Responsabili delle Istituzioni di Pastorale giovanile: giovani e adulti, uomini e donne, persone consacrate e laiche, che siano disponibili ad assumere un ruolo di diretta responsabilità nelle istituzioni di Pastorale giovanile. La sfida educativa del nostro tempo e la matura coscienza dei credenti mettono in luce la necessità di un più diretto coinvolgimento dei fedeli laici, in forza del loro sacerdozio battesimale. Infatti da un lato è stato più volte manifestato il desiderio dei laici di una partecipazione più intensa e responsabile a favore della comunità cristiana; dall’altro, proprio tra i più sensibili di essi, è emersa la fatica di assumersi in proprio responsabilità pastorali abbastanza gravose, a motivo delle impegnative esigenze professionali e familiari degli adulti di oggi, unite ad una diffusa percezione di non sentirsi adeguatamene preparati».

Il secondo passaggio al n. 62 tratteggia la figura del direttore d’oratorio a partire da quattro grandi dimensioni:

•    Una solida struttura umana;
•    Una buona sensibilità comunitaria;
•    Una provata capacità educativa;
•    Una sincera ricerca spirituale.

Il progetto prevedeva la possibilità di affidare tale incarico sia a figure volontarie che professionalmente retribuite. In deroga a ciò si colloca invece il testo delle Prospettive di Pastorale giovanile (2014) che costituisce l’esito della verifica del Progetto di Pastorale giovanile Camminava con loro, al termine del triennio ad experimentum previsto dal decreto di promulgazione dello stesso progetto. In particolare si assume la decisione di affidare la direzione dell’oratorio solo a soggetti che siano diretta espressione della comunità parrocchiale (o eventualmente della Comunità pastorale, qualora se ne ravvisasse la necessità) e svolgano tale incarico esclusivamente a titolo volontario. Tale scelta è suggerita da una duplice motivazione: da un lato, quella di rinsaldare il legame tra la comunità e la corresponsabilità educativa anche nella sua forma più completa e qualificata, dall’altro quella di distinguere nettamente il servizio del direttore d’oratorio, sempre volontario, da quello dello dell’eventuale educatore professionale retribuito. Così recita il testo delle Prospettive di Pastorale giovanile nella parte III al punto 8.

«Meritano di essere affrontati aspetti specifici da cui scaturiscono indicazioni rilevanti anche dal punto di vista istituzionale:
– sul versante della direzione degli oratori, la scelta di fondo che ci sentiamo di proporre è quella della titolarità della comunità cristiana in ordine alla sua responsabilità complessiva. Ciò significa che, nel caso in cui la direzione dell’oratorio venisse affidata ad una figura laicale, quest’ultima dovrà essere espressione della comunità stessa e in grado di svolgere il suo servizio a titolo volontario. La scelta non esclude, tuttavia, la possibilità di una presenza educativa professionalmente retribuita, secondo la misura di tempo considerata necessaria e in riferimento ad ambiti ben determinati. Si verrebbero così a delineare due diverse figure di corresponsabilità educativa: quella del direttore di oratorio (sempre volontaria) e quella del coordinatore o educatore (volontaria o retribuita). Occorrerà precisare sempre meglio l’interazione tra queste due figure, laddove esse saranno presenti, e il loro rapporto con l’intera comunità cristiana, in particolare con il presbiterio;
– in riferimento alla formazione dei responsabili laici di PG, si ravvisa la necessità di differenziare almeno in parte i percorsi proposti in relazione alla diversità del ruolo (direttore/educatore) e alla modalità di servizio (volontario / retribuito), per rispondere in modo più adeguato alle diverse esigenze e possibilità».

Alla luce di tutto questo appare evidente la necessità di ridefinire ciò che concerne la formazione, l’abilitazione diocesana e il mandato pastorale.

0. Introduzione

2. Linee programmatiche

3. La figura dell’educatore professionale retribuito

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