Abbiamo raccolto le testimonianze e i suggerimenti di 20 oratori che, insieme agli altri, stanno lavorando sulle 20 schede della prima fase del percorso ORATORIO 2020 - QUALI ORATORI PER FARE ORATORIO. Le riflessioni di questi giorni sono state consegnate alla Diocesi grazie al confronto dei delegati, alla Assemblea degli oratori del 9 febbraio 2019 a Bollate.


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Sono giornate di riflessione, incontri, condivisione e confronto nei 1000 oratori della nostra Diocesi. Stiamo vivendo giorni speciali, nell’ambito della Settimana dell’educazione 2019. Le nostre comunità sono chiamate a interrogarsi su cosa sono e cosa sognano per l’oratorio del futuro nel progetto Oratorio 2020 – Quali oratori per fare oratorio. Ecco allora un piccolo “ventagolo” per capire cosa sta accadendo, l’energia positiva che si sta creando tra adulti e ragazzi, laici e consacrati, solitamente impegnati in ruoli e settori differenti, riuniti tutti insieme, attorno alle 20 schede della prima fase del percorso, e pronti a dare il proprio contributo per disegnare l’oratorio del domani.

 

Video testimonianza

 

 

1- Un sondaggio per scegliere le schede

Nella parrocchia di San Nicolao della Flue, a Milano, don Bortolo Uberti ci racconta la simpatica idea che ha permesso a tutti di esprimersi per la scelta delle schede prioritarie per la propria comunità: uno speciale sondaggio, inoltrato su Whatsapp, Doodle, pagina Facebook e formato cartaceo, aperto a tutti. Ora che sono state individuate le schede più urgenti, incontri a gruppi e uno assembleare, nella Settimana dell’Educazione, per riflettere. 

 

2- Trovare la modalità di convocazione

“AperitivOratorio”: tanti tavoli, la possibilità di cenare insieme. Invitati: animatori, giovani, genitori, volontari del doposcuola e altri servizi. Si è giunti all’incontro dopo aver scelto la preferenza, tra le schede proposte dalla Diocesi, già dal mese di dicembre: “accoglienza” e “collaborazione” vincono su tutte. Per le schede, il “pretesto” per l’attivazione viene allargato con piccole modalità giocose, che permettano di ragionare sulle tematiche, all’oratorio Nereo e Achilleo di Milano. Ad ogni tavolo la possibilità di discutere, in un clima disteso e sereno, poi i momenti di condivisione, in cui ciascuno viene invitato ad esprimere il proprio pensiero.

 

3- Com’è l’oratorio, oggi?

All’oratorio di Vignate, don Fulvio Bertini ha coinvolto adolescenti, 18enni e catechisti, in una riflessione guardando a Don Bosco e all’oratorio, ai nostri giorni. Una tematica collegata al progetto Oratorio 2020 e alle schede individuate dal Consiglio dell’Oratorio, su cui desiderano lavorare, suddivisi in gruppi, mercoledì 23 gennaio, nell’assemblea della comunità educante, indetta nella Settimana dell’Educazione.

 

4- Una riflessione sugli oratori, finalmente!

Quasi una riforma sugli oratori, attraverso un approccio analitico che può aiutare ad esercitarsi su ciò che conta per la vita delle nostre realtà oratoriane. Don Leopoldo Porro, a Brugherio, coordina educatori di preado e ado di tutti e quattro gli oratori. «Abbiamo scelto di coinvolgere soprattutto giovani, gli educatori di preado, ado, 18enni, e qualche adulto». Oratorio 2020 si colloca nel momento del nascente Consiglio dell’oratorio, ci stimola a ragionare insieme, in occasione dell’Assemblea del 9 febbraio, per continuare poi il cammino. «Tramite la “scheda bianca” desideriamo focalizzarci su come avviare una riflessione che riguarda come la vita dell’oratorio non diventi uno strumento straordinario, ma diventi uno stile di vita che continui regolarmente nella vita, con focus dell’educazione al sociale, prendersi cura del territorio».

 

5- Ciò che avete ricevuto, donate.

Già nel biglietto di auguri per il Santo Natale, ai volontari dell’oratorio San Giovanni Bosco di Novedrate, compariva l’invito, pensato dal Consiglio dell’oratorio, per la grande Assemblea dell’oratorio che ha coinvolto, lunedì sera, animatori, catechisti, persone del bar, delle pulizie, dello sport ecc.: ogni categoria era rappresentata, secondo lo slogan “Tutti, nessuno escluso”, inteso per la partecipazione degli oratori, ma anche per le persone. “In oratorio dò quello che ho ricevuto”.

 

6- Lavoro che fa bene anche a noi.

La Consulta pastorale, composta da giovani e adulti, della comunità magentina, non ha perso tempo. Già il 14 dicembre i rappresentanti dei diversi oratori si erano trovati per organizzare l’agenda dei propri oratori inserendo questo percorso. Due le schede necessarie su cui assolutamente concentrarsi, come punti critici: “accoglienza” (con la questione di alcuni oratori chiusi in settimana) e “comunità”.

 

7- Coinvolgimento

Sono stati scelti gli ambiti comuni dei tre oratori nella riunione di mercoledì, ci racconta don Alessandro Bernasconi di Mariano Comense. Parola d’ordine: coinvolgimento! Otto commissioni a partire da otto schede in cui autonomamente si riflette; la restituzione del lavoro è prevista per il 25 gennaio. «Il 27 gennaio, Festa dell’Educazione, comunichiamo il lavoro fatto. L’aspetto più bello? Il coinvolgimento anche di persone che non hanno un ruolo educativo in oratorio (come la commissione battesimale)».

 

8- Rilanciare un posto che si ama e che dà senso al proprio cammino…

Troppo “piccoli” per una riflessione da grandi? Alla Comunità pastorale Sant’Antonio Abate di Varese gli educatori Paolo ed Elena hanno subito pensato di coinvolgere gli animatori di terza superiore in una riflessione sulla scheda numero 15: una sfida che è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi. «Se avete a cuore l’oratorio, questo può essere il modo per rilanciarlo» – commentano – «Per noi è stato il modo di ascoltare il loro punto di vista e conoscere il loro pensiero sul servizio loro affidato».

 

9- Un percorso che ci mette in discussione

Alla vista delle schede proposte, il primo pensiero è stato, sicuramente, “una cosa in più da fare” ma il secondo, immediatamente successivo, ha colto l’importanza di un ragionamento su queste tematiche, in un mondo cambiato velocemente, dove il percorso diventa l’occasione per sperimentare, disfare, creare una comunità in cammino. Don Pietro Cibra, responsabile della Pastorale giovanile della città di Desio, racconta che nel Consiglio pastorale di questa settimana, suddiviso in commissioni, si è discusso di cosa è Oratorio 2020 attraverso un ragionamento sugli oratori: guardando al futuro è fondamentale una riflessione dal punto di vista dello stile umano cristiano e progettuale comunitario della città. Quattro le tematiche scelte: “sport” (ogni parrocchia ha l’associazione sportiva), “collaborazione” (sia interna degli oratori tra i vari gruppi, sia tra i diversi, cinque, oratori), “adulti” (diversi adulti entrano in oratorio, per diversi motivi; occorre capire qual è il loro ruolo e come la struttura può essere utile per loro), “domenica” (attività dell’animazione da ripensare).

 

10- Ragionare sull’oratorio

La modalità di attivazione delle schede, molto moderna, ha richiesto a don Stefano Polli di Melegnano di cercare la presenza di giovani che potessero trascinare adulti e volontari di una certa età nella riflessione, secondo i modi proposti. «Abbiamo già scelto i delegati che parteciperanno all’Assemblea, ma potranno aggiungersene altri. Siamo determinati a svolgere la riflessione su tutte le schede, in più incontri. Nella prima assemblea con cuoche, addetti alla manutenzione, educatori, catechisti, per un totale di 65 persone su tre parrocchie, distinguendo le schede ai vari gruppi».

 

11- Quali parole?

Accoglienza, inclusione, coinvolgimento delle famiglie, abbraccio, presenza, esserci, stare insieme… sono le prime parole e le prime suggestioni che don Alberto Tedesco ci racconta degli incontri («Non le solite riunioni in cui parliamo noi, ma parlate voi») di Buguggiate, Azzate e Brunello. Senza tralasciare le fatiche dell’accoglienza e le difficoltà: giudizio; coinvolgimento per la Messa domenicale; non lasciateci da soli, accompagnateci. Catechisti e genitori di tutte le classi di catechismo, per ogni singola classe, hanno espresso in positivo la necessità di ritrovarsi, un desiderio. Sono emersi pensieri belli, su cui sarà possibile confrontarsi, parlandone insieme, genitori e catechisti. «Il ritorno che vorrei – spiega don Alberto – attraverso i vari gruppi di lavoro, nella prospettiva del dopo, per strutturare l’oratorio del futuro, è la possibilità di creare un gruppo di lavoro più allargato. Ci vorranno pianificazioni e incontri: ci mettiamo la faccia, il tempo, le strutture le abbiamo, l’oratorio è grande e bello… vorrei che un gruppo ampio di persone comprenda che l’oratorio è loro, e, ciascuno con le sue caratteristiche e le sue competenze, vi trova posto».

 

12- Diamoci dei criteri sull’identità dei nostri oratori

Per i due oratori di Rescaldina si sono scelte otto schede diverse, e due su cui ragionare insieme, attraverso gruppi e capogruppi. «Dobbiamo alimentare un fuoco interiore che ti porta poi a  condividere – crede don Giovanni Sala – Occorre trovare dei criteri che dicano cos’è l’oratorio oggi, senza limitarsi al cercare strategie su come affrontare le diverse questioni».

 

13- È bello spenderci grazie all’oratorio, qui c’è il nostro cuore.

L’equipe di Pastorale giovanile della città di Busto Arsizio si è riunita martedì mattina in modo ufficiale, avendo sotto mano gli strumenti pensati dalla Diocesi. «Percepisco la voglia di tutti di mettersi in discussione, pensando a momenti concreti di confronto con educatori e catechisti dei tredici oratori della città – commenta don Giovanni Patella – La reazione è stata sicuramente positiva. Il 24 gennaio, allora, una cena, poi l’introduzione e la presentazione del progetto, la scelta delle schede (sicuramente ci concentreremo su quelle che trattano prima della “cresima”, la “domenica”, “accoglienza”, “preadolescenti”), scegliendo i referenti e dividendosi in gruppi di lavoro».

 

14- Necessità di un discernimento comunitario

Vista la complessità di soffermarsi prima delle feste sulle schede, «un lavoro notevole e apprezzabile proposto dalla Diocesi», il primo incontro utile per ragionarci seriamente è stato il Consiglio degli oratori di giovedì 17 gennaio per la comunità Santa Caterina a Besana in Brianza.  «C’è bisogno di pensare insieme – commenta don Fabrizio Vismara – il lavoro richiesto è molto interessante, positivo, attraverso le schede che offrono come modalità tentativi di laboratori e attenzioni per affrontare l’argomento. All’Assemblea invieremo 3, 4 o 5 delegati per portare il nostro pensiero e raccogliere una pratica buona, recependo qualcosa di positivo su cui ragionare durante l’anno, per una riflessione non legata a una cosa imminente e concreta da attuare, ma allargando lo sguardo, nella prospettiva della Chiesa».

 

15- Un buon movimento

A Senago il procedimento definito nei Consigli dell’oratorio ha permesso di sfruttare come prima fase preliminare la vacanza invernale delle famiglie come primo contenitore comunitario per un confronto per fare discutere la gente; ne abbiamo tratto condivisioni ricche, tanta era la difficoltà a stare nei tempi. Le altre sedici schede saranno svolte in ogni oratorio che ha designato una commissione preparatoria con relatori sulle schede: le bozze saranno presentate in un’assemblea generale aperta alla comunità, per chiunque ha a cuore l’oratorio (sondaggi su Doodle e volantini, inviati a tutti i gruppi). «I due oratori hanno lavorato autonomamente – spiega don Giovanni Vergani – La scheda bianca? La focalizzeremo sulla cultura, avendo un’associazione culturale presente».

 

16- Una riflessione che deve continuare

Gli argomenti delle schede, studiate, sono state suddivise per aree tematiche (es. cucina-feste) all’oratorio salesiano Don Bosco di Arese. Una riunione con don Roberto Smeriglio e i suoi più stretti collaboratori ha ragionato sulle persone a cui affidare le schede, tra equipe catechisti, sport, educatori, pensando concretamente alle “tre parole” richieste negli obiettivi delle schede. All’Assemblea generale dell’oratorio, del 5 febbraio, saranno invitate tutte le realtà, presentando il lavoro fatto nelle piccole commissioni, sul ragionamento sulle schede. «Ci sono ambiti che mi hanno sorpreso in modo positivo – racconta don Roberto – finalmente, ad esempio, si chiede una riflessione seria sulla raccolta differenziata e sull’impatto di ogni singola scelta, anche ambientale, per i nostri oratori».

 

17- Lavoro necessario per fare sintesi

Un lavoro fondamentale, che andava fatto. «Alla prima presentazione sono stati invitati anche coloro che si lamentano dell’oratorio – dice don Andrea Scaltritti riguardo l’oratorio di Castelnuovo Bozzente – strutturando quattro gruppi che lavorano su tre, quattro schede, in base alle necessità percepite prioritarie dalla gente».

 

18- Riflessione sul ruolo dell’oratorio

Al nuovo oratorio di Casorezzo il diacono don Paolo Invernizzi spiega che già da tempo sono impegnati in una riflessione seria sull’oratorio, su come abitarlo, viverlo… Una discussione iniziata con gli educatori particolarmente sensibili che ora si approfondisce grazie al progetto Oratorio 2020. Per il Campus organizzato per il pomeriggio di domenica 20 gennaio sono state scelte quattro schede, due, tre capogruppi tra giovani e adulti per coordinarle, invitando persone che ruotano attorno all’oratorio, per due momenti di sessioni più plenaria. «Si tratta di un lavoro molto utile».

 

19- Interpellare tanta gente, anche sulla soglia.

Don Marco Cesana ha convocato tutti all’Unità pastorale Lambrugo Lurago d’Erba tramite la pagina Facebook e alcune chiamate, fiducioso poi della rete di relazioni e contatti. «Realizzeremo una sola rilettura dei due oratori chiamando le varie realtà: sportiva, la storica banda parrocchiale, educatori, catechisti, volontari, per un coinvolgimento il più ampio possibile e un confronto che abbia significato». Ogni scheda sarà assegnata ad un gruppo che risponderà alle domande, preparando le “parole chiave” da portare in Assemblea e da riprendere con calma successivamente. «Trovo stupendo il coinvolgimento di tutte le persone, anche coloro che si occupano di piccoli e umili servizi, umili, e qui chiamate in causa: permette di riconoscere la bontà di una casa curata, riconoscendo l’importanza di persone che rimangono un po’ da parte, riusciamo a dirci il valore».

 

20-Si tratta di fare qualche passo…

All’oratorio San Carlo di Cusago la situazione non è delle più rosee: scarsa attività e partecipazione discontinua. Il percorso di Oratorio 2020 è stato perciò accolto con gioia, come stimolo per coinvolgere le persone. Il diacono Gabriele Penna non si è perso d’animo e ha convocato tre incontri su queste tematiche con genitori e catechisti e altre persone che collaborano (es. Caritas, bar, in ambito parrocchiale): «le persone non erano molte ma stiamo riuscendo ad affrontare le schede e ci muove il desiderio di partecipare all’Assemblea. Il cammino diventa l’occasione per formalizzare il Consiglio dell’oratorio e richiamare ufficialmente persone che strettamente collaborano. L’idea in sé è uno stimolo per ripensarsi, una specie di Sinodo sull’oratorio. Per le schede abbiamo puntato sulle prime quattro ma portando avanti anche un ragionamento sui preado e sulla realtà giovanile, oltre a una riflessione sulla cappella, che manca nel nostro oratorio ed difficile ora da realizzare per difficoltà economiche, ma l’oratorio educa sempre ad un contatto di Gesù, e, nel nostro piccolo, ribadiamo l’importanza della preghiera». In attesa del contributo successivo all’Assemblea degli oratori del 9 febbraio a Bollate, per continuare a camminare.

 

 

Le 20 schede dei lavori preparatori all’Assemblea degli oratori di Bollate definiscono le modalità di svolgimento delle convocazioni e i risultati da ottenere e “consegnare” ai delegati. Le schede indicano piste per proseguire il cammino dopo l’Assemblea degli oratori per ogni singolo argomento.

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