Anche quest'anno abbiamo offerto agli adolescenti la possibilità di andare in profondità, proponendo loro l'universale chiamata alla santità. Il centro della Notte dei Santi 2018 è stato il Duomo di Milano. Fra gli incontri speciali quello con l'Arcivescovo Mario Delpini e gli altri Vescovi ausiliari Agnesi, De Scalzi e Martinelli.


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Attraversano una Milano lucida di pioggia, tra insegne luminose, ristoranti, negozi, gente frettolosa e decisa a divertirsi, i 2200 adolescenti della Diocesi che, con i loro educatori, partecipano alla Notte dei Santi 2018, alla Vigilia di Tutti i Santi. Ombrelli colorati e sorrisi, la pioggia non spegne il loro entusiasmo, il desiderio di vivere una serata speciale, profonda; si salutano per le vie, senza conoscersi, si abbracciano, riconoscendo amici e compagni di scuola, in cammino come loro.

Dalla FOM, in via S. Antonio 5 a Milano, dove vengono forniti i materiali e le indicazioni, si mettono in cammino nel centro storico di Milano, per raggiungere alcuni dei sei luoghi, del percorso di ascolto e testimonianza, pensati per offrire loro piccoli e significativi spunti sul tema della santità: al Centro di San Fedele i santi, da supereroi lontani e irraggiungibili, vengono presentati come persone “semplici, normali” e si riflette sulla gratitudine; «i santi hanno fatto quello che sapevano fare: vivi appieno il tuo talento e sarai santo» comprendono all’Ambrosianeum; alla chiesa di Sant’Antonio abate sembra impossibile contare tutte le croci rappresentate, sono il simbolo delle nostre (inimicizie, fatiche, peccati), che dobbiamo portare e ci appesantiscono, tutte riunite in quella di Gesù, che ha il potere di raccoglierle tutte, come tutti siamo chiamati alla santità; alla Casa Cardinale Ildefonso Schuster, l’esempio di San Rocco e San Oscar Romero insegna ad aiutare i poveri, con piccoli gesti concreti di carità, e ad allargare lo sguardo verso le persone che vivono accanto a noi, nella quotidianità, per capire i bisogni e le loro necessità; alla chiesa di San Bernardino alle Ossa, accompagnati nell’ossario, con il brano di Ezechiele, alzano lo sguardo alla cupola, realizzata come una volta celeste, a rappresentare il paradiso, perché la vita non si limita a questo, all’oggi, viviamo in un cammino di santità, con la speranza della vita eterna, del paradiso; alla chiesa di San Babila e i Tre Fanciulli si “gioca” a memorizzare e riconoscere tutti i santi che si trovano all’interno e poi a ricordarsene di altri… viene raccontata la storia di S. Babila e dei tre bambini beati, tante persone non sono riconosciute sante dalla Chiesa ma, nel loro piccolo, hanno vissuto la santità (forse può venire in mente qualche nome di persona che si conosce, vicina o cara, che si può definire santa).

Ogni tappa è un passo in più verso la comprensione di questa parola, “santità”, che per un adolescente può suonare troppo grande, difficile, impossibile eppure in questa Notte ciascuno ne ha potuto scoprire la bellezza.

Come il Duomo, maestoso, dove ora continuano il percorso. 3400 statue di santi, guardando in alto, e la Madonnina, lassù, luminosa, a proteggere e accompagnare i suoi figli. «Il cielo è pieno di gente che guarda giù… e noi siamo in comunione con loro perché con loro facciamo parte di una sola famiglia dove il mio vicino è per me mio fratello o mia sorella». Dal battistero i ragazzi raggiungono l’altare maggiore, per incontrare i Vescovi ausiliari della Diocesi che si sono alternati per quattro ore nel dare il messaggio della comune chiamata alla santità: monsignor Erminio De Scalzi racconta che «essere santi non è impossibile, noi dobbiamo essere i santi del nostro tempo», lasciando ai ragazzi anche un piccolo compito, quello di cercare la storia del santo di cui portano il nome; monsignor Franco Agnesi spiega che «l’esperienza della santità si esprime nell’amore ricevuto e scambiato: siamo chiamati tutti a vivere così, la verità di noi stessi si esprime quando ci mettiamo in gioco» e monsignor Paolo Martinelli «Tu vali, sei prezioso…», attraverso l’immagine della montagna, da soli si è più portati a rinunciare, ma insieme il cammino è più facile e possiamo superare le difficoltà.

Anche l’Arcivescovo Mario Delpini accoglie, nel suo “turno” gli adolescenti che a gruppi sono entrati in Duomo: «Avrete tanti ricordi che vi hanno affascinato, colpito, o annoiato, di questa sera… non so cosa ricorderete, ma sarei contento se voi vi portiate via queste due cose: dentro di me c’è lo Spirito di Dio che mi aiuta a portare a pienezza quello che c’è in me, lo Spirito Santo, e la preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre nostro, per invocare la potenza del Padre che mi aiuta a diventare suo figlio».

Dallo scurolo di san Carlo Borromeo, nella cripta, a due momenti intensi, da vivere personalmente: è tempo di mettersi in gioco, prendere in mano la vita, con l’adorazione eucaristica e la confessione, attraverso l’esame di coscienza e i suggerimenti proposti. Il percorso si avvia alla conclusione, ma non senza sostare un momento dinanzi alle reliquie di Paolo VI, proclamato da poco santo, il 14 ottobre, e ai fogli scritti a mano dall’allora Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, con il Decalogo degli Oratori (dai quali l’Arcivescovo Mario si è ispirato per stendere il suo): «L’oratorio ci aiuta a diventare santi – spiega don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi – Diventare santi non è una predestinazione o una questione genetica. La santità è possibile per tutti. L’oratorio ti aiuta a diventare santo nella tua vita di tutti i giorni».

Prima di uscire e di un selfie in piazza Duomo ora che anche la pioggia ha concesso una tregua, con la Madonnina lassù in cima, alla statua di san Bartolomeo c’è la possibilità di donare un piccolo contributo per un progetto della Caritas, “Housing First”, volto ad arredare una casa per le persone senza dimora, con gravi problemi, della città di Milano, offrendo una prima accoglienza e un alloggio concreto, oltre a un sostegno educativo. «Santo è chi dona con gioia»…

Gli adolescenti di Beregazzo con Figliaro che, assicura il sacerdote che li accompagna, «non sono stati difficili da convincere a partecipare»; l’educatore di Treviglio, con i suoi ragazzi; Gianluca, 15 anni, entusiasta dei video mostrati nelle varie tappe; il gruppo di Arsago Seprio, arrivati tardi per le code, la pioggia, il traffico, che hanno potuto vivere una sola tappa; l’allegro gruppo di Bernareggio, pazientemente in coda per entrare in Duomo… sono solo alcuni delle decine di gruppi che hanno vissuto la Notte dei Santi 2018, con Milano percorsa dalla “speranza in cammino”, adolescenti con lo sguardo alzato al cielo, per lasciare agire Dio, senza la paura della santità, anzi, pronti a viverla con coraggio nell’amore e nella vita di ogni giorno.

 

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