Don Stefano Guidi inizia il 1° settembre l'incarico come Direttore della Fondazione Oratori Milanesi, Responsabile del Servizio Oratorio e Sport e Consulente ecclesiastico del CSI di Milano.

don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Con una certa emozione, vorrei salutare tutti gli oratori della Diocesi!

È la prima cosa che faccio: salutarvi. Perché siamo tra amici. Siamo compagni di viaggio!

 

L’Arcivescovo Angelo mi ha chiesto di assumere una grande responsabilità. Diventare Direttore della FOM significa avere cura di tutti gli oratori della Diocesi di Milano. Si tratta di una cosa grande e bella. Certo non sono da solo. Ci sono già tanti giovani e animatori che lavorano benissimo per aiutare ogni oratorio a dare il massimo. Non farò altro che fare squadra con loro.

 

Sono contento di questo servizio che posso fare alla Diocesi. Per me si tratta di una sorta di restituzione. Infatti, in oratorio, ci vado da sempre; ci sono praticamente cresciuto. Per me l’oratorio è quel paziente telaio che sa tessere insieme i fili della vita, per farne un tessuto pregiato, per farne una buona stoffa.

 

Il mio oratorio è a Marnate, in provincia di Varese. Marnate non è un paese molto grande ma ha un oratorio bellissimo, con tanto verde, tanti campi dove giocare, calcetti, ping pong, un bar con le caramelle e la mitica spuma!

Al mio oratorio non mancava (e non manca) proprio niente. Era normale per noi del paese trovarsi lì insieme, praticamente tutti i giorni, dopo la scuola, e giocare… giocare e poi ancora giocare… come se non ci fosse un domani.

 

In oratorio ho trovato degli amici. Persone in gamba che ti restano dentro, che non dimentichi. Amici con cui hai fatto tanto, che sono cresciuti con te e che sono sempre dalla tua parte.

 

In oratorio poi ho trovato un bravo Don! Noi lo chiamiamo ancora oggi don Peppino. Mi ricordo di don Peppino in chiesa, a farci pregare, a tenerci buoni e in silenzio; e mi ricordo del Don in cortile, sul campo a giocare con noi.

 

E ancora, in oratorio ho visto dei ragazzi più grandi di me. Ci aiutavano a giocare e nello stesso tempo si divertivano tra loro. Inventavano un sacco di cose divertenti per farci giocare. Era impossibile annoiarsi. Piano piano, negli anni, ho preso il loro posto. Sentivo che mi stavo affezionando all’oratorio, me lo sentivo mio. Mi interessava quello che capitava. Volevo partecipare. Volevo esserci. È qualcosa di straordinario sentirsi parte di qualcosa di importante. Sono convinto che tanti animatori e giovani mi capiscono.

 

In oratorio c’erano sempre dei genitori e dei pensionati. Comunque persone che arrivavano ad un certo punto per occuparsi delle cose più materiali, che tutto funzionasse bene. Oppure ci accoglievano come catechisti. Quasi dietro le quinte, un po’ di nascosto, per permettere la riuscita dello spettacolo!

Ma tutte queste persone così diverse, che facevano cose diverse, che avevano idee diverse e caratteri diversi ed età così diverse, alla fine facevano una cosa insieme, tutti insieme, ma proprio tutti: la preghiera. Con Gesù ci siamo tutti. Nessuno escluso. E tutti diventiamo come una famiglia.

 

Nel mio piccolo grande oratorio ho potuto conoscere Gesù. Tanti, in modo diverso, mi hanno parlato di Lui. E ho capito piano piano che per dialogare con Lui bisogna pregare.

 

Ma ad un certo punto ho capito che anche io dovevo fare i miei passi. L’oratorio mi piaceva. Ma tutto questo mondo mi metteva davanti ad una grande domanda: «Voi chi dite che io sia?». È la domanda che Gesù rivolge a tutti quelli che lo seguono, anche solo per abitudine. Ho capito che le cose non vanno solo fatte, ma vanno soprattutto scelte. Con questa intuizione mi sono messo a leggere il Vangelo, aiutato dal mio parroco don Angelo, e ho sentito che Gesù mi prendeva, mi piaceva, mi parlava.

 

Così, per non farla lunga, sono diventato prete nel 2007. In questi dieci anni, come tanti vostri bravi Don, sono sempre stato in oratorio: prima a Sesto Calende e poi ad Agrate. E penso che potrei stare in oratorio tutta la vita. Perché fare il prete in oratorio è in assoluto la cosa più bella che esista. Stare tra i ragazzi, vederli crescere, diventare grandi, sviluppare la loro personalità, ascoltare e intuire i loro sogni e desideri, curare le loro fragilità: tutto questo è qualcosa di grande, emozionante. È un dono di Dio che dà senso alla vita.

 

Ed eccomi qui, con voi.

 

Sono contento? Sono felice? Cosa sogno?

 

Sogno per voi un oratorio pieno di gioia: un posto che vi aiuti a colorare e tenere insieme i fili importanti della vita, per farne un capolavoro!

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