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Per tutte e quattro le famiglie degli Oblati lunedì 25 aprile scorso si è svolta una mattina di ritiro spirituale presso il Collegio degli Oblati Missionari di Rho (Corso Europa, 228 – Rho).

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Il ritiro è stato predicato dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Milano, S. Ecc. Mons. Franco Agnesi.

La meditazione ha preso spunto dai primi nove versetti del capitolo 42 di Isaia. Il Vicario
Generale ha delineato così la figura del servo di Jahwè come icona capace di rileggere la
missione del Figlio di Dio sulla terra, ma anche di tutta la Chiesa, popolo sacerdotale chiamato a
vivere la stessa missione di Gesù: una missione di servizio al progetto del Padre di salvezza per
l’umanità, di liberazione degli oppressi; di conoscenza del Signore; una missione caratterizzata da
uno stile umile, semplice, discreto.

“Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come
alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal
carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is 42, 6-7).
Condizione imprescindibile per questo compito e questo stile è il dono dello Spirito, perché solo lo
Spirito può trasformare un uomo in servo e figlio.

Nella seconda parte della sua riflessione Mons. Agnesi ha applicato la categoria del servo di
Jahwè alla figura di Maria: ella stessa ha riletto la sua vocazione proprio a partire dall’icona del
servo, quando ha risposto all’annuncio dell’angelo che la chiamava a diventare la Madre di Dio:
“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”.

Maria, con questa espressione, esprime una coscienza straordinaria della propria relazione con
Dio, la sua consapevolezza di parlare a nome di tutto il suo popolo, la sua condivisione profonda
della responsabilità che Dio vive per il destino di tutta l’umanità. Da qui nasce il suo e il nostro sì, il
suo e nostro aderire con tutto il cuore al servizio che Dio domanda, la sua e nostra dedizione totale
al progetto di Dio che non ha paura di arrivare fino al sacrificio di sé.

Dopo la meditazione la mattinata è proseguita con un momento di condivisione della fede da parte
dei partecipanti che hanno reagito alla proposta meditativa di mons. Agnesi a partire dalla propria
esperienza personale di fede e di vita, poi l’adorazione eucaristica e la recita delle Sallende e
infine il pasto vissuto in fraternità.

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