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Musical

I Promessi Sposi di Guardì tornano a Milano all’Arcimboldi

Dopo il trionfale debutto allo stadio di San Siro, il 18 giugno scorso, davanti a ventimila spettatori, dopo le repliche nella Valle dei Templi di Agrigento e la messa in onda televisiva, l'opera moderna del celebre regista televisivo riprenderà vita sul palcoscenico del teatro milanese dal 14 al 30 dicembre

di Ylenia SPINELLI Redazione

6 Dicembre 2010

Dopo il trionfale debutto allo stadio di San Siro il 18 giugno scorso davanti a ventimila spettatori, dopo le repliche nella Valle dei Templi di Agrigento e la messa in onda televisiva, I Promessi Sposi, l’opera moderna di Michele Guardì con le musiche di Pippo Flora, tornano a Milano. Dal 14 dicembre, infatti, «quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno», tanto caro al Manzoni, riprenderà vita sul palcoscenico del Teatro degli Arcimboldi.
Per Guardì, noto autore e regista televisivo, che in questo progetto ha investito di tasca propria più di 5 milioni di euro, è la realizzazione di un sogno. «Renzo canta: “Ecco, ecco Milano… avere un sogno qui non è reato”- spiega Guardì- ed è la stessa cosa che ho pensato io lo scorso 29 aprile, entrando in Duomo, in occasione dell’anteprima del mio spettacolo, alla presenza del cardinale Tettamanzi, durante la serata manzoniana intitolata Fede, Speranza e Carità».
Il regista siciliano ha molto a cuore la città di Milano, dove ha debuttato anche come autore televisivo, proprio per questo motivo ha voluto contribuire con la sua opera ad alimentare il Fondo famiglia-lavoro, istituito dall’Arcivescovo per sostenere le famiglie in difficoltà.
Le repliche, che nel mese di dicembre andranno in scena al Teatro degli Arcimboldi, le prime in un teatro chiuso, avranno lo stesso colossale allestimento visto a San Siro. «Ci sarà un palcoscenico girevole su un fronte di venti metri – spiega Guardì – oltre a due palcoscenici mobili laterali di otto metri di diametro, con la casa di Lucia e la canonica di don Abbondio, che questa volta entreranno in scena quando sarà il loro momento».
Nulla è stato ridimensionato, nemmeno l’imponente Duomo di Milano. «Lo faremo apparire dalla nebbia, così come lo vide Renzo arrivando in città – continua entusiasta Guardì – e abbiamo studiato numerosi effetti speciali che renderanno lo spettacolo ancora più bello». Grazie ad un particolare sistema idraulico in grado di assorbire l’acqua, anche la pioggia finale non mancherà, anzi, assicura Guardì, «sarà ancor più veritiera!».
Invariato pure il cast, con più di cinquanta artisti in scena tra attori e corpo di ballo. A calarsi nei panni dei protagonisti Renzo e Lucia saranno ancora Graziano Galatone e Noemi Smorra, non nuovi all’opera musicale. La giovane attrice romana è stata infatti Pia de’ Tolomei ne “La Divina Commedia” di mons. Frisina e Galatone ha interpretato Febo nel “Notre Dame” di Riccardo Cocciante e Cavaradossi nella Tosca di Lucio Dalla.
E poi la cantante e attrice argentina Lola Ponce sarà la Monaca di Monza e Giò di Tonno, con cui nel 2008 ha vinto il Festival di Sanremo, interpreterà don Rodrigo. A Christian Gravina ancora il difficile compito di calarsi nei panni di Fra Cristoforo e del cardinale Borromeo, mentre Vittorio Matteucci, già protagonista di opere musicali come “Jesus Christ Superstar”, “Notre Dame”, “Dracula” e “Tosca”, interpreterà l’ennesimo ruolo da cattivo della sua lunga carriera artistica: l’Innominato. «Non ho avuto dubbi su Matteucci – ammette Guardì – era perfetto per il ruolo, perché ha un aspetto duro, ma anche un’umanità fortissima ed è l’interprete che quando canta mi commuove davvero, pur essendo soddisfatto di tutto il cast».
A Guardì, che sin da ragazzino ha amato il romanzo manzoniano, tanto che a 12 anni ne ha fatto un riassunto su un quaderno che ancora conserva e che ha utilizzato per questo lavoro, tutti i personaggi sono ugualmente cari. Se don Abbondio lo fa sorridere per la codardia che spesso abita nel cuore umano, grande ammirazione ha per il Cardinale e soprattutto per l’Innominato, che riscatta la propria vita con una conversione inaspettata. «Quando sta per suicidarsi e sente il tocco di campana che suona per l’arrivo del Borromeo – ammette il regista- ecco, per me quello è un momento magico, tanto che per renderlo ancora più vero, in occasione del debutto all’Arcimboldi, ho fatto fondere appositamente una campana che entrerà in scena su un campanile mobile alto quattro metri».
Se l’allestimento, le luci, le video proiezioni e gli effetti speciali hanno contribuito al successo dell’opera, molto si deve alle musiche di Pippo Flora, eseguite da un’orchestra sinfonica di settantadue elementi, diretta dal maestro Renato Serio e accompagnata da quaranta coristi, diretti da Maria Grazia Fontana.
Dopo un successo di tale portata viene da chiedersi se Guardì abbia deciso di accantonare la tv per il teatro, ma lui per il momento non si sbilancia su nuovi progetti. L’intenzione è quella di portare I Promessi Sposi nel maggior numero di teatri italiani e poi magari pensare ad una tournée all’estero, visto che le richieste non mancano.
«Il grande riscontro del pubblico è la cosa di cui vado più fiero – conclude Guardì – tanti adulti si congratulano con me perché sono riuscito a far loro apprezzare un’opera magari detestata sui banchi di scuola; persino il mio professore di liceo, che è venuto a vedere lo spettacolo, mi ha confessato di aver apprezzato alcuni particolari del romanzo che gli erano sfuggiti».
Se per gli adulti è stata una riscoperta, per i giovani I Promessi Sposi di Flora e Guardì si sono rivelati una fonte inaspettata di citazioni e frasi d’amore da scambiarsi su Facebook o sul cellulare, come quel «Ti ho cercato come l’alba cerca il sole» che pare vada per la maggiore. Dopo il trionfale debutto allo stadio di San Siro il 18 giugno scorso davanti a ventimila spettatori, dopo le repliche nella Valle dei Templi di Agrigento e la messa in onda televisiva, I Promessi Sposi, l’opera moderna di Michele Guardì con le musiche di Pippo Flora, tornano a Milano. Dal 14 dicembre, infatti, «quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno», tanto caro al Manzoni, riprenderà vita sul palcoscenico del Teatro degli Arcimboldi.Per Guardì, noto autore e regista televisivo, che in questo progetto ha investito di tasca propria più di 5 milioni di euro, è la realizzazione di un sogno. «Renzo canta: “Ecco, ecco Milano… avere un sogno qui non è reato”- spiega Guardì- ed è la stessa cosa che ho pensato io lo scorso 29 aprile, entrando in Duomo, in occasione dell’anteprima del mio spettacolo, alla presenza del cardinale Tettamanzi, durante la serata manzoniana intitolata Fede, Speranza e Carità».Il regista siciliano ha molto a cuore la città di Milano, dove ha debuttato anche come autore televisivo, proprio per questo motivo ha voluto contribuire con la sua opera ad alimentare il Fondo famiglia-lavoro, istituito dall’Arcivescovo per sostenere le famiglie in difficoltà.Le repliche, che nel mese di dicembre andranno in scena al Teatro degli Arcimboldi, le prime in un teatro chiuso, avranno lo stesso colossale allestimento visto a San Siro. «Ci sarà un palcoscenico girevole su un fronte di venti metri – spiega Guardì – oltre a due palcoscenici mobili laterali di otto metri di diametro, con la casa di Lucia e la canonica di don Abbondio, che questa volta entreranno in scena quando sarà il loro momento».Nulla è stato ridimensionato, nemmeno l’imponente Duomo di Milano. «Lo faremo apparire dalla nebbia, così come lo vide Renzo arrivando in città – continua entusiasta Guardì – e abbiamo studiato numerosi effetti speciali che renderanno lo spettacolo ancora più bello». Grazie ad un particolare sistema idraulico in grado di assorbire l’acqua, anche la pioggia finale non mancherà, anzi, assicura Guardì, «sarà ancor più veritiera!».Invariato pure il cast, con più di cinquanta artisti in scena tra attori e corpo di ballo. A calarsi nei panni dei protagonisti Renzo e Lucia saranno ancora Graziano Galatone e Noemi Smorra, non nuovi all’opera musicale. La giovane attrice romana è stata infatti Pia de’ Tolomei ne “La Divina Commedia” di mons. Frisina e Galatone ha interpretato Febo nel “Notre Dame” di Riccardo Cocciante e Cavaradossi nella Tosca di Lucio Dalla.E poi la cantante e attrice argentina Lola Ponce sarà la Monaca di Monza e Giò di Tonno, con cui nel 2008 ha vinto il Festival di Sanremo, interpreterà don Rodrigo. A Christian Gravina ancora il difficile compito di calarsi nei panni di Fra Cristoforo e del cardinale Borromeo, mentre Vittorio Matteucci, già protagonista di opere musicali come “Jesus Christ Superstar”, “Notre Dame”, “Dracula” e “Tosca”, interpreterà l’ennesimo ruolo da cattivo della sua lunga carriera artistica: l’Innominato. «Non ho avuto dubbi su Matteucci – ammette Guardì – era perfetto per il ruolo, perché ha un aspetto duro, ma anche un’umanità fortissima ed è l’interprete che quando canta mi commuove davvero, pur essendo soddisfatto di tutto il cast».A Guardì, che sin da ragazzino ha amato il romanzo manzoniano, tanto che a 12 anni ne ha fatto un riassunto su un quaderno che ancora conserva e che ha utilizzato per questo lavoro, tutti i personaggi sono ugualmente cari. Se don Abbondio lo fa sorridere per la codardia che spesso abita nel cuore umano, grande ammirazione ha per il Cardinale e soprattutto per l’Innominato, che riscatta la propria vita con una conversione inaspettata. «Quando sta per suicidarsi e sente il tocco di campana che suona per l’arrivo del Borromeo – ammette il regista- ecco, per me quello è un momento magico, tanto che per renderlo ancora più vero, in occasione del debutto all’Arcimboldi, ho fatto fondere appositamente una campana che entrerà in scena su un campanile mobile alto quattro metri».Se l’allestimento, le luci, le video proiezioni e gli effetti speciali hanno contribuito al successo dell’opera, molto si deve alle musiche di Pippo Flora, eseguite da un’orchestra sinfonica di settantadue elementi, diretta dal maestro Renato Serio e accompagnata da quaranta coristi, diretti da Maria Grazia Fontana.Dopo un successo di tale portata viene da chiedersi se Guardì abbia deciso di accantonare la tv per il teatro, ma lui per il momento non si sbilancia su nuovi progetti. L’intenzione è quella di portare I Promessi Sposi nel maggior numero di teatri italiani e poi magari pensare ad una tournée all’estero, visto che le richieste non mancano.«Il grande riscontro del pubblico è la cosa di cui vado più fiero – conclude Guardì – tanti adulti si congratulano con me perché sono riuscito a far loro apprezzare un’opera magari detestata sui banchi di scuola; persino il mio professore di liceo, che è venuto a vedere lo spettacolo, mi ha confessato di aver apprezzato alcuni particolari del romanzo che gli erano sfuggiti».Se per gli adulti è stata una riscoperta, per i giovani I Promessi Sposi di Flora e Guardì si sono rivelati una fonte inaspettata di citazioni e frasi d’amore da scambiarsi su Facebook o sul cellulare, come quel «Ti ho cercato come l’alba cerca il sole» che pare vada per la maggiore. Fino al 30 dicembre – I Promessi Sposi saranno in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano (viale dell’Innovazione, 20) dal 14 al 30 dicembre (lunedì -sabato, ore 21; domenica, ore 16). Una rappresentazione speciale per le scuole sarà effettuata giovedì 16 dicembre, alle ore 10.Biglietti da 30 a 70 euro: 20% di sconto per gruppi (parrocchie, enti, associazioni), over 65 e under 25. Info www.ticketone.it – – Intervista all’Innominato