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Verbania

Anche nello sport si educa attraverso ciò che si è

Ottime risultanze dal week-end formativo per giovani allenatori promosso da Commissione Sport, Scuola regionale Coni e Istituto del Credito Sportivo. Don Alessio Albertini: «Nasce un’attenzione specifica»

7 Luglio 2011

“Modulo WWH” non è uno dei tanti moduli praticati sui campi sportivi, ma l’itinerario di un cammino formativo – “Who, What, How” (Chi, Che cosa, Come) – proposto dalla Commissione diocesana per lo sport di Milano, in collaborazione con la Scuola regionale del Coni e l’Istituto per il Credito Sportivo, a una trentina di giovani allenatori tra i 15 e i 20 anni, ritrovatisi nello scorso fine settimana a Verbania. Un’esperienza unica nel suo genere, come spiega don Alessio Albertini, segretario della Commissione: «Abbiamo voluto valorizzare tutti quei giovani che all’interno dei nostri oratori si sentono portati a offrire il loro tempo nei gruppi sportivi. Anche a loro è chiesto di formarsi e di non sentirsi pronti solo per passione».
Chi si occupa di sport ha una grande opportunità educativa, sia per il tempo che condivide con i ragazzi (circa 240 ore annuali), sia per l’empatia che si crea tra allenatore e giovanissimi atleti. Come rendere efficace questa occasione? Questa è la domanda che ha guidato le lezioni, alternatesi tra l’aula e i campi, arrivando alla conclusione che «lo sport per i bambini è soprattutto gioco», e come tale va guidato.
Che mister vuoi diventare? Al servizio dei ragazzi o dei risultati? Come servire i ragazzi? Prendendo seriamente la loro voglia di correre, saltare, giocare, stare insieme. Come parlare? Una buona comunicazione rende efficace l’azione. Un allenamento non si improvvisa, ma si prepara. Queste le tematiche affrontate, che hanno suscitato grande interesse e tanto entusiasmo quando si è trattato di immedesimarsi nei giovani atleti in una sorta di gioco di ruolo.
«È stato arricchente per tutti», «Ho imparato tante cose nuove», «Mi è piaciuto vivere insieme queste giornate»: questi alcuni commenti, a premiare la validità di questa esperienza comunitaria, animate dall’allegria e dall’entusiasmo dei giovani allenatori e dalla passione dei docenti.
Il tutto si è concluso con un mandato nell’Eucarestia di domenica: anche la figura dell’allenatore è un servizio prezioso dentro la comunità cristiana, e anche a lui è chiesto un serio cammino di maturazione umana e spirituale, nella convinzione che si educa attraverso quello si dice, maggiormente attraverso quello che si fa, ma ancor meglio attraverso quello che si è.
Al termine dell’iniziativa, che don Alessio si augura «la prima di una serie, ma anche l’inizio di un’attenzione specifica ai ragazzi di quest’età, che si sentono più portati a lavorare nello sport anziché in altri ruoli educativi dei nostri oratori», il ringraziamento dei promotori all’Istituto del Credito Sportivo, alla Figc, alla Fipav e alla Scuola dello sport del Coni Lombardia, che in tempi di alleanze educative hanno voluto collaborare con la Commissione.