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JOSTI: «IL GIRO RITORNA “MONDIALE”»

5 Giugno 2008

«Quest’anno il Giro è tornato a essere una manifestazione mondiale, dopo che nelle ultime edizioni si era ridotto a corsa prevalentemente italiana – sottolinea Gianfranco Josti, prima firma del ciclismo per il Corriere della sera -. La partecipazione straniera è molto più qualificata e da questo la corsa ne potrà trarre un grande beneficio, sia sul piano dell’interesse che su quello dello spazio mediatico: grazie alla presenza di francesi, spagnoli, belgi e olandesi, anche le tv di questi Paesi si collegheranno sistematicamente con il Giro».

Come giudica il percorso?
Molto duro. Carmine Castellano ha optato per una soluzione in grado di esaltare soprattutto gli scalatori, che sono poi gli elementi capaci di “accendere” la corsa e di emozionare il pubblico: il ritorno dello Stelvio lo conferma. E poi c’è un vecchio sogno, lo sterrato del Colle delle Finestre, che da dieci anni l’avvocato meditava di inserire nel tracciato.

Cunego e Basso sopra tutti?
Direi di sì. L’anno scorso Cunego è stato una piacevolissima sorpresa. È sicuramente un campione, un atleta con grandissimi mezzi e con limiti non ancora svelati: questo Giro ci aiuterà a capire fino a che punto può arrivare. Quanto a Basso, un corridore che arriva terzo al Tour de France ha sicuramente grandi qualità. Io però presterei attenzione anche a un atleta in grado di essere l’ago della bilancia…

A chi si riferisce?
A Simoni. Dovrà fare corsa parallela con Cunego, ma è campione molto esperto e può fare da terzo incomodo nel duello tra un giovane e un giovanissimo.

E tra gli stranieri qualcuno può ambire ai primi posti della classifica?
In linea di massima non penso, anche se ci sono atleti in grado di movimentare le tappe e di accrescere l’interesse della corsa nel suo complesso.