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Ciclismo

Museo del Ghisallo, omaggio a Casartelli

Dal 4 luglio al 6 settembre una mostra dedicata all'olimpionico di Albese scomparso in seguito a una caduta durante il Tour de France del 1995 -

Mauro COLOMBO Redazione

3 Luglio 2009

Proprio in concomitanza con la partenza del Tour de France – la corsa che gli fu fatale nel 1995 -, Fabio Casartelli riceve l’omaggio del Museo Internazionale del Ciclismo del Ghisallo. Sabato 4 luglio al Museo, in collaborazione con il Santuario intitolato alla Madonna patrona dei ciclisti di tutto il mondo, la famiglia Casartelli e la Fondazione Fabio Casartelli, la mostra “Fabio Casartelli: la storia e i ricordi”, a cura del direttore del Museo Massimo Pirovano, ricorda il corridore di Albese con Cassano (Como), campione olimpico a Barcellona nel 1992. All’inaugurazione, alle 15, saranno presenti la famiglia Casartelli, il presidente del Museo Fiorenzo Magni, il presidente della Fondazione Casartelli Pierluigi Marzorati e i corridori Gian Matteo Fagnini, Mirko Gualdi e Roberto Maggioni, già compagni di corse di Fabio. La mostra resterà poi aperta sino al 6 settembre.
È un omaggio, quello a Casartelli, nella sua terra e sulle strade che più amava. Quelle strade su cui si allenava e sulle quali si preparò a una folgorante carriera tra i dilettanti, culminata nella fantastica volata di Barcellona, che gli valse l’oro olimpico nel 1992. Il passaggio tra i professionisti non fu altrettanto fortunato: un difficile ambientamento e alcuni problemi fisici ne frenarono l’ascesa.
Poi, proprio quando sembrava finalmente pronto a spiccare il volo, ecco il Tour de France del 1995, l’ascesa al Col du Portet d’Aspet e la successiva discesa: una curva pericolosa, uno scarto, la caduta e il rovinoso impatto contro un paracarro. A nulla valsero i concitati e disperati tentativi di soccorrere e rianimare il campione, che senza riprendere conoscenza spirò poche ore più tardi all’ospedale di Tarbes.
Nella sua breve parabola, Fabio fece comunque in tempo a farsi conoscere come ragazzo serio, atleta scrupoloso, persona leale. Tra i colleghi che più ne apprezzarono le doti, Lance Armstrong: ancora oggi il campione texano ricorda Casartelli con affetto e non perde occasione per commoventi incontri con i suoi genitori, con la moglie Annalisa e il figlio Marco, che non ha fatto in tempo a conoscere il suo papà (morto quando lui aveva appena due mesi), ma che regala a tutti il suo stesso sorriso. Proprio in concomitanza con la partenza del Tour de France – la corsa che gli fu fatale nel 1995 -, Fabio Casartelli riceve l’omaggio del Museo Internazionale del Ciclismo del Ghisallo. Sabato 4 luglio al Museo, in collaborazione con il Santuario intitolato alla Madonna patrona dei ciclisti di tutto il mondo, la famiglia Casartelli e la Fondazione Fabio Casartelli, la mostra “Fabio Casartelli: la storia e i ricordi”, a cura del direttore del Museo Massimo Pirovano, ricorda il corridore di Albese con Cassano (Como), campione olimpico a Barcellona nel 1992. All’inaugurazione, alle 15, saranno presenti la famiglia Casartelli, il presidente del Museo Fiorenzo Magni, il presidente della Fondazione Casartelli Pierluigi Marzorati e i corridori Gian Matteo Fagnini, Mirko Gualdi e Roberto Maggioni, già compagni di corse di Fabio. La mostra resterà poi aperta sino al 6 settembre.È un omaggio, quello a Casartelli, nella sua terra e sulle strade che più amava. Quelle strade su cui si allenava e sulle quali si preparò a una folgorante carriera tra i dilettanti, culminata nella fantastica volata di Barcellona, che gli valse l’oro olimpico nel 1992. Il passaggio tra i professionisti non fu altrettanto fortunato: un difficile ambientamento e alcuni problemi fisici ne frenarono l’ascesa.Poi, proprio quando sembrava finalmente pronto a spiccare il volo, ecco il Tour de France del 1995, l’ascesa al Col du Portet d’Aspet e la successiva discesa: una curva pericolosa, uno scarto, la caduta e il rovinoso impatto contro un paracarro. A nulla valsero i concitati e disperati tentativi di soccorrere e rianimare il campione, che senza riprendere conoscenza spirò poche ore più tardi all’ospedale di Tarbes.Nella sua breve parabola, Fabio fece comunque in tempo a farsi conoscere come ragazzo serio, atleta scrupoloso, persona leale. Tra i colleghi che più ne apprezzarono le doti, Lance Armstrong: ancora oggi il campione texano ricorda Casartelli con affetto e non perde occasione per commoventi incontri con i suoi genitori, con la moglie Annalisa e il figlio Marco, che non ha fatto in tempo a conoscere il suo papà (morto quando lui aveva appena due mesi), ma che regala a tutti il suo stesso sorriso.