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Inquinamento

«Sviluppo e tutela ambientale
non sono incompatibili»

L’ha sottolineato il ministro Clini, intervenuto a un confronto con esperti e istituzioni locali organizzato dalla Camera di Commercio. Le misure del Governo contro lo smog

di Giovanni GUZZI

10 Ottobre 2012

Con l’imminente accensione degli impianti di riscaldamento per Milano si prospetta la solita stagione invernale di superamenti dei limiti di legge al contenuto massimo di sostanze inquinanti nell’aria che si è convenuto accettabile. Sull’argomento la Camera di Commercio di Milano ha invitato, lunedì 8 a palazzo Turati, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, e le massime autorità locali (Formigoni, Podestà e Pisapia) a confrontarsi con esperti del mondo scientifico per valutare la praticabilità di strategie condivise nella lotta all’inquinamento atmosferico.

Premessa a ogni considerazione è stata che i limiti dettati dall’Unione Europea – secondo alcuni eccessivamente severi – hanno invece una diretta correlazione con la salute dei cittadini. Il professor Pieralberto Bertazzi (Clinica del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano), analizzando dati reali disponibili in Regione (anni 2003-2007), ha valutato che a Milano si potrebbero evitare 93 decessi / anno se si riuscisse a mantenere sotto i 40μg/mc prescritti per legge la concentrazione media annua delle polveri sottili (Pm10). Uno sforzo in questo senso per ridurla del 20% salverebbe comunque 86 vite all’anno, anche in caso di mancato rispetto della normativa. Ulteriori benefici si avrebbero contenendo altri inquinanti come gli ossidi d’azoto. Poiché è acclarato che il traffico è il principale responsabile della loro produzione (diretta dai gas di scarico o indiretta per il risollevamento delle polveri prodotte dall’usura di freni e pneumatici), gli interventi in questo ambito sono quelli potenzialmente più efficaci.

Riferendosi alla legislazione il ministro Clini ha confutato il pensiero di chi vede contrapposizione fra politiche ambientali e politiche di sviluppo: al contrario i fatti dimostrano che le norme ambientali, proprio nel settore dell’inquinamento atmosferico, hanno favorito il progresso tecnologico e la competitività delle aziende che hanno accettato questa sfida e oggi, in controtendenza rispetto alla crisi economica, se ne avvantaggiano sul mercato. Per questa ragione il Governo insisterà sull’uso della leva fiscale, spostandone il peso dal lavoro alla tecnologia (premiando quella a minor impatto ambientale), e favorirà l’accesso al credito agevolato per le aziende che investono nell’economia verde e creano occupazione giovanile. Infine Clini ha evidenziato la necessità di politiche gestionali della mobilità condivise a livello sovraregionale, particolarmente in relazione alla necessità inderogabile di spostare il trasporto merci dalla gomma al ferro e al cabotaggio.

Argomentazioni supportate dal professor Michele Giugliano (Politecnico di Milano), che ha evidenziato nella carenza di trasporti collettivi (che da decenni non vedono azioni concrete proporzionali alla necessità che, a parole, tutti attribuiscono loro) e nel sovrabbondante parco auto le ragioni che oggi collocano l’Italia al livello dei paesi dell’Europa dell’Est nella poco invidiabile classifica degli stati con i peggiori livelli di inquinamento atmosferico.