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Brianza

Ogni giorno “chiudono”
più di venti aziende

Tra gennaio e marzo le attività cessate sono 200 in più rispetto a quelle nuove. Saldo positivo, invece, per le imprese giovanili

di Cristina CONTI

30 Aprile 2013

Il 2013 è partito male per le imprese brianzole. È negativo infatti il saldo registrato tra gennaio e marzo del 2013: 1.843 attività hanno cessato di esistere, mentre sono solo 1.633 quelle nuove, con una differenza di -201. A dirlo è un’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.

Diminuzione degli ordini, pagamenti della pubblica amministrazione che tardano ad arrivare, banche che non concedono finanziamenti: più di 20 aziende al giorno hanno cessato la propria attività. A soffrire di più sono quelle artigiane: quasi metà di coloro che hanno gettato la spugna lavorava in questo settore. Saldi più negativi per l’industria, in particolar modo quella manifatturiera, che ha perso 113 imprese in tre mesi, e quella delle costruzioni, che ha registrato 87 attività in meno. «Il sistema imprenditoriale, brianzolo e lombardo, fatica ancora, come emerge dai dati del tasso di crescita negativo – commenta Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza -. La situazione certo ci preoccupa e per questo attendiamo presto dal governo misure strutturali per favorire le piccole e medie imprese, perché il nostro know-how non vada disperso».

Sono invece 1.633 le attività nate tra gennaio e marzo di quest’anno. Nonostante le difficoltà del sistema imprenditoriale ed economico, infatti, la Brianza è la seconda provincia della Lombardia, dopo Milano, per tasso di crescita, con un – 0,27%. Il capoluogo della regione, invece, è l’unica città che registra un saldo positivo di imprese con un incremento di 867 attività rispetto al 2012.

I dati più incoraggianti arrivano dalle imprese giovanili. Gli under 30 nei primi tre mesi del 2013 hanno iscritto 503 nuove realtà al Registro imprese e, dunque, il saldo è positivo, rispetto alle chiusure, di 246 imprese. «Come Camera di Commercio invitiamo gli imprenditori a tenere duro – aggiunge Valli -: mettiamo a loro disposizione incentivi di natura economica, per chi decide di aprire una nuova azienda in alcuni settori ad alto contenuto innovativo, contributi per chi va all’estero ricercando nuovi mercati e uno sportello gratuito per chi è in difficoltà».

Nuove tecnologie, apertura ai mercati stranieri, flessibilità e tenacia rimangono sempre le principali strategie per affrontare efficacemente la crisi economica.