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Bicocca

I bambini e l’economia

Una ricerca che prende in esame un campione di 177 giovanissimi tra i 5 e i 10 anni

di Cristina CONTI Redazione

24 Settembre 2010

Egoisti a tre anni e cooperativi dai sei agli otto. Questi gli atteggiamenti in campo economico tipici dei bambini, sia verso i loro coetanei, sia nei confronti degli adulti. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata sul numero in uscita della International Review of Economics (Springer), diretta dal professor Pier Luigi Porta, del dipartimento di Economia Politica dell’Università di Milano-Bicocca, che ha avuto come autori ricercatori dell’Università Cattolica, della Bicocca e dell’Università dell’Arizona.
La ricerca economica sui bambini e gli adolescenti sta acquistando un ruolo sempre più centrale negli studi di economia; particolare è anche l’attenzione a questa riservata dagli analisti, in particolar modo da quelli comportamentali.
In questo studio è stato preso in esame un campione di 177 bambini e bambine del Nord Italia tra i 5 e i 10 anni, ai quali sono state fatte compiere scelte differenti in un contesto di relazione negoziale con altri bambini e con adulti. «Da diversi anni, tra gli economisti, l’interesse per i comportamenti dei bambini è diventato oggetto di studio – spiega Luigino Bruni, professore associato di Economia e Filosofia nel dipartimento di Economia Politica dell’Università di Milano-Bicocca e curatore, insieme a Vittorio Pellagra, del simposio “Economic Child”, dove un team di studiosi segue da alcuni anni questa linea di ricerca -. Una scelta significativa avvenuta per diversi motivi: in primo luogo perché la conoscenza dei comportamenti in generale è sempre più importante, sia nello studio, sia nella sperimentazione dei modelli economici. È bene sottolineare, infatti, che bambini e adolescenti oggigiorno sono diventati soggetti economici decisivi perché, con le loro preferenze, possono influenzare le scelte delle loro famiglie».
Un ambito di analisi molto importante, perché la comprensione dello sviluppo e dell’evoluzione dei comportamenti dei bambini in un contesto sociale è sicuramente utile a definire le politiche e gli interventi più idonei in materia di istruzione, così da prevenire possibili conflitti generati da atteggiamenti eccessivamente opportunistici. Egoisti a tre anni e cooperativi dai sei agli otto. Questi gli atteggiamenti in campo economico tipici dei bambini, sia verso i loro coetanei, sia nei confronti degli adulti. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata sul numero in uscita della International Review of Economics (Springer), diretta dal professor Pier Luigi Porta, del dipartimento di Economia Politica dell’Università di Milano-Bicocca, che ha avuto come autori ricercatori dell’Università Cattolica, della Bicocca e dell’Università dell’Arizona.La ricerca economica sui bambini e gli adolescenti sta acquistando un ruolo sempre più centrale negli studi di economia; particolare è anche l’attenzione a questa riservata dagli analisti, in particolar modo da quelli comportamentali.In questo studio è stato preso in esame un campione di 177 bambini e bambine del Nord Italia tra i 5 e i 10 anni, ai quali sono state fatte compiere scelte differenti in un contesto di relazione negoziale con altri bambini e con adulti. «Da diversi anni, tra gli economisti, l’interesse per i comportamenti dei bambini è diventato oggetto di studio – spiega Luigino Bruni, professore associato di Economia e Filosofia nel dipartimento di Economia Politica dell’Università di Milano-Bicocca e curatore, insieme a Vittorio Pellagra, del simposio “Economic Child”, dove un team di studiosi segue da alcuni anni questa linea di ricerca -. Una scelta significativa avvenuta per diversi motivi: in primo luogo perché la conoscenza dei comportamenti in generale è sempre più importante, sia nello studio, sia nella sperimentazione dei modelli economici. È bene sottolineare, infatti, che bambini e adolescenti oggigiorno sono diventati soggetti economici decisivi perché, con le loro preferenze, possono influenzare le scelte delle loro famiglie».Un ambito di analisi molto importante, perché la comprensione dello sviluppo e dell’evoluzione dei comportamenti dei bambini in un contesto sociale è sicuramente utile a definire le politiche e gli interventi più idonei in materia di istruzione, così da prevenire possibili conflitti generati da atteggiamenti eccessivamente opportunistici.