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Assistenza

Sanità: a rischio le realtà di ispirazione cristiana

In un incontro con l'assessore regionale Luciano Bresciani è stato chiesto un trattamento paritario nei diritti e nei doveri

Gian Maria COMOLLI Redazione

25 Maggio 2009

Venerdì 15 maggio, presso la Curia di Milano, si è svolto l’atteso incontro tra l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani e l’Assemblea del Tavolo regionale delle istituzioni sanitarie d’ispirazione cristiana. La riunione è stata presieduta e coordinata da monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi.
Il Tavolo, costituitosi il 16 gennaio 2007, è formato da 22 enti che gestiscono in Lombardia 117 strutture sanitarie per un totale di 13.642 posti letto, con 19.568 operatori sanitari. La maggioranza di queste strutture non-profit, presenti nella sanità con l’unica finalità di garantire un’assistenza professionale qualificata e di eccellenza, un’accoglienza e un accompagnamento umano del sofferente, concretizzando il comandamento evangelico del «curare gli infermi», ormai da lungo tempo sta affrontando gravi sofferenze economiche che mettono a rischio il patrimonio e la stabilità economica degli enti.
Portavoce di questa drammatica situazione è stata suor Vittoralma Comaschi, che ha evidenziato all’Assessore i maggiori problemi. Dover mantenere una parità di diritti tra operatore pubblico e privato impone di sottoscrivere i rinnovi contrattuali senza nessuna garanzia, da parte della Regione, di copertura degli oneri conseguenti. Ormai da molti anni le tariffe non vengono adeguate all’inflazione e al reale costo della vita, in un settore in cui le tecnologie innovative, che qualificano la qualità e le prestazioni professionali, sono in continua crescita di costo. Venerdì 15 maggio, presso la Curia di Milano, si è svolto l’atteso incontro tra l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani e l’Assemblea del Tavolo regionale delle istituzioni sanitarie d’ispirazione cristiana. La riunione è stata presieduta e coordinata da monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi.Il Tavolo, costituitosi il 16 gennaio 2007, è formato da 22 enti che gestiscono in Lombardia 117 strutture sanitarie per un totale di 13.642 posti letto, con 19.568 operatori sanitari. La maggioranza di queste strutture non-profit, presenti nella sanità con l’unica finalità di garantire un’assistenza professionale qualificata e di eccellenza, un’accoglienza e un accompagnamento umano del sofferente, concretizzando il comandamento evangelico del «curare gli infermi», ormai da lungo tempo sta affrontando gravi sofferenze economiche che mettono a rischio il patrimonio e la stabilità economica degli enti.Portavoce di questa drammatica situazione è stata suor Vittoralma Comaschi, che ha evidenziato all’Assessore i maggiori problemi. Dover mantenere una parità di diritti tra operatore pubblico e privato impone di sottoscrivere i rinnovi contrattuali senza nessuna garanzia, da parte della Regione, di copertura degli oneri conseguenti. Ormai da molti anni le tariffe non vengono adeguate all’inflazione e al reale costo della vita, in un settore in cui le tecnologie innovative, che qualificano la qualità e le prestazioni professionali, sono in continua crescita di costo. Coinvolti nella legiferazione Dunque, è necessario rivedere i criteri di assegnazione dei budget per evitare che molte prestazioni siano effettuate in perdita una volta superata l’assegnazione regionale: in altre parole, suor Comaschi ha evidenziato che l’impegno dei religiosi per gestire un’opera assistenziale presuppone un’organizzazione simile a quella dei presidi pubblici. Ne consegue che per il principio di giustizia, il trattamento dovrebbe essere paritario sia a livello di doveri sia di diritti. Si è chiesto, infine, un reale coinvolgimento nella stesura delle normative, essendo insufficiente essere convocati per prendere atto di decisioni già adottate; di fronte a scelte partecipate anche i sacrifici possono essere condivisi.L’assessore Bresciani ha sottolineato il contributo significativo che le istituzioni d’ispirazione cristiana danno al mondo della sanità per una cura più umana della persona, come pure ha mostrato di seguire con interesse la presenza delle strutture non-profit, ma l’aspetto economico rimane problematico per la mancanza di soldi. Per il momento la Legge finanziaria non permette di più. Bresciani ha inoltre espresso la disponibilità all’apertura di un tavolo di confronto con le istituzioni di ispirazione cristiana. Si è augurato che il lavoro compiuto dalle varie istituzioni in modo collaborativo e sinergico possa proseguire, ritenendolo molto efficace soprattutto nella logica del saper operare sempre maggiormente in rete. Ha chiesto, infine, di porre attenzione anche alla domiciliarità che sarà il futuro della cronicità, oltre che un ambito che potrebbe portare a notevoli risparmi.Monsignor Merisi, concludendo la riunione, ha evidenziato la positività di questo primo incontro e ha chiesto agli enti di ricercare modalità per concretizzare le indicazioni dell’Assessore e proseguire il dialogo con le istituzioni.