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Sicurezza

Le ronde della discordia

Opinioni contrapposte - anche negli stessi schieramenti - sul decreto del Governo che prevede anche cittadini volontari impegnati a pattugliare il territorio. Don Mapelli (Casa della Carità): «Il problema è di cultura e la cultura non la fanno le ronde»

Cristina CONTI Redazione

6 Marzo 2009
FREAKLANCE/EMMEVI - GENOVA SAMPIERDARENA - RACCOLTA ADESIONI E RONDA ATTRAVERSO IL QUARTIERE ORGANIZZATA DALL ASSOCIAZIONE GENOVA SICURA IN COLLABORAZIONE CON I VOLONTARI DELLA LEGA NORD - RONDE DELLA LEGA - GENOVA SAMPIERDARENA - RACCOLTA ADESIONI E RONDA ATTRAVERSO IL QUARTIERE ORGANIZZATA DALL ASSOCIAZIONE GENOVA SICURA IN COLLABORAZIONE CON I VOLONTARI DELLA LEGA NORD - RONDE DELLA LEGA - Fotografo: EMMEVI

Milano si divide sulle ronde. Le pattuglie di poliziotti in pensione e una minima parte di cittadini volontari che controlleranno vie e piazze per dare più sicurezza ai cittadini sono al centro della polemica politica. Il centro destra corona uno dei propri sogni sulla sicurezza, mentre i sindacati parlano di barbarie: «Bisogna avere il coraggio di dire che queste sono proposte sbagliate, xenofobe e razziste», attacca il numero uno della Cgil milanese, Onorio Rosati.
Il decreto del Governo prevede per i sindaci la possibilità di avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, previo consenso del prefetto. Si tratta di volontari che, con telefonini o radiotrasmittenti, avvertiranno le forze di polizia di eventuali anomalie riscontrate. Gli elenchi dei volontari saranno tenuti dalle prefetture, come si fa con i volontari della Protezione Civile: questi saranno dunque i volontari della sicurezza. Le eventuali spese per le ronde saranno sostenute dalle amministrazioni locali. Milano si divide sulle ronde. Le pattuglie di poliziotti in pensione e una minima parte di cittadini volontari che controlleranno vie e piazze per dare più sicurezza ai cittadini sono al centro della polemica politica. Il centro destra corona uno dei propri sogni sulla sicurezza, mentre i sindacati parlano di barbarie: «Bisogna avere il coraggio di dire che queste sono proposte sbagliate, xenofobe e razziste», attacca il numero uno della Cgil milanese, Onorio Rosati.Il decreto del Governo prevede per i sindaci la possibilità di avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, previo consenso del prefetto. Si tratta di volontari che, con telefonini o radiotrasmittenti, avvertiranno le forze di polizia di eventuali anomalie riscontrate. Gli elenchi dei volontari saranno tenuti dalle prefetture, come si fa con i volontari della Protezione Civile: questi saranno dunque i volontari della sicurezza. Le eventuali spese per le ronde saranno sostenute dalle amministrazioni locali. Posizioni sfumate Ma anche all’interno dei singoli schieramenti le posizioni sono sfumate. «Penati avrebbe fatto meglio a dare i soldi alle forze dell’ordine», attacca il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Cipriano (Sinistra democratica). Il presidente della Provincia, invece, chiarisce di appoggiare solo i progetti che impieghino poliziotti e carabinieri in congedo: «Sono contrario nel modo più radicale alla giustizia fai-da-te, perché la sicurezza è un diritto dei cittadini ed è dovere dello Stato garantirla». Contro le ronde anche don Massimo Mapelli, della Casa della Carità: «Accogliamo molte donne vittime di violenza e allora si capisce che il problema è di cultura e la cultura non la fanno le ronde», spiega. Dello stesso parere don Antonio Mazzi, che accusa il Governo di tornare «ai bravi di don Rodrigo».Nel capoluogo lombardo è dal 1995 – con la nascita dei City Angels – che gruppi di volontari pattugliano il territorio: «Noi ci limitiamo a vigilare contro scippi e borseggi, avvertendo la polizia in caso di pericolo», spiega il fondatore Mario Furlan. Ma il vicesindaco De Corato, a cui potrebbero essere assegnate deleghe per la gestione delle ronde, si spinge più in là: «C’è una quotidiana positività degli interventi di questi volontari nella prevenzione e nel contrasto di risse, liti, aggressioni, furti, molestie e spaccio. Perciò continueremo su questa strada».