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Protesta

La scuola in piazza

Dopo l'entrata in vigore della circolare-Gelmini è partita la campagna a favore del tempo pieno, della compresenza dei docenti, dei giudizi e dell'inizio della scuola a 6 anni

Cristina CONTI Redazione

30 Gennaio 2009

È protesta a Milano contro la riforma della scuola. E’ partita la campagna di tre settimane a favore del tempo pieno, della compresenza dei docenti, dei giudizi e dell’inizio della scuola ai 6 anni. Davanti agli istituti saranno sistemati banchetti informativi e due camper gireranno per la città, spiegando le ragioni della protesta. Non mancheranno anche le assemblee nelle singole scuole, mentre un gazebo in piazza Duomo coordinerà le attività.
Nonostante i tagli, il ministro Gelmini è riuscito a conservare lo schema delle 40 ore settimanali per le elementari. «Il modello pedagogico è stato comunque snaturato completamente», accusano insegnanti e famiglie. Basta dunque ai due maestri impegnati contemporaneamente con i ragazzi per quattro ore settimanali. La circolare ministeriale entrata in vigore il 16 gennaio prevede, infatti, che per le prime classi sarà introdotto l’insegnante unico di riferimento e potranno essere formate a 24 ore, a 27, a 30 oppure a tempo pieno con 40 ore e due docenti, senza le compresenze, assicurando comunque l’assistenza alla mensa. Lo stesso principio verrà applicato anche nelle classi successive. Un maestro per 22 ore e uno per 14. È protesta a Milano contro la riforma della scuola. E’ partita la campagna di tre settimane a favore del tempo pieno, della compresenza dei docenti, dei giudizi e dell’inizio della scuola ai 6 anni. Davanti agli istituti saranno sistemati banchetti informativi e due camper gireranno per la città, spiegando le ragioni della protesta. Non mancheranno anche le assemblee nelle singole scuole, mentre un gazebo in piazza Duomo coordinerà le attività.Nonostante i tagli, il ministro Gelmini è riuscito a conservare lo schema delle 40 ore settimanali per le elementari. «Il modello pedagogico è stato comunque snaturato completamente», accusano insegnanti e famiglie. Basta dunque ai due maestri impegnati contemporaneamente con i ragazzi per quattro ore settimanali. La circolare ministeriale entrata in vigore il 16 gennaio prevede, infatti, che per le prime classi sarà introdotto l’insegnante unico di riferimento e potranno essere formate a 24 ore, a 27, a 30 oppure a tempo pieno con 40 ore e due docenti, senza le compresenze, assicurando comunque l’assistenza alla mensa. Lo stesso principio verrà applicato anche nelle classi successive. Un maestro per 22 ore e uno per 14. Corsi di recupero a secco «Le compresenze servono per intervenire sulle situazioni più difficili: solo con due insegnanti è possibile lavorare su gruppi più piccoli e fare attività di recupero», sottolinea Mario Piemontese, tra i leader di Retescuole. Ed è principalmente contro questo bersaglio che si scaglierà la “Campagna della Buona scuola” attiva fino al 14 febbraio.Altro nodo importante il tempo pieno. Se da un lato alcuni genitori accolgono le novità introdotte dal Ministro, Retescuola annuncia nuove manifestazioni. «Non ci diamo per vinti. Consegneremo migliaia di firme all’Ufficio scolastico regionale», annuncia Alberto Ciullini, leader del movimento. Il timore, secondo i genitori, è che si ritorni alla divisione tra “scuola del mattino” e “scuola del pomeriggio”, soprattutto alle medie. Con le nuove iscrizioni, infatti, verrà consegnato ai genitori un modulo per esprimere il proprio dissenso sulla riforma.Intanto, a scrutini fatti e con le pagelle in dirittura di arrivo, è arrivato il momento di organizzare i corsi di recupero. Ma gli istituti non hanno visto ancora arrivare i fondi e così bisogna scegliere, tra materie più e meno importanti. «È uno scandalo. Con i fondi rimasti riesco a reggere fino a maggio. Ma quest’estate non riuscirò a organizzare nemmeno un corso», commenta Roberto Proietto, preside del liceo scientifico Bottoni.