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Malpensa, quel “Manifesto” bipartisan

Istituzioni territoriali in prima linea nella vicenda legata al futuro dell'aeroporto. E la Provincia di Milano (in mano al centrosinistra) sigla un documento in accordo con Regione Lombardia e Palazzo Marino (guidati dal centrodestra)

5 Giugno 2008

14/02/2008

di Andrea GIACOMETTI

Un no massiccio al ridimensionamento di Malpensa è arrivato da tutto il Nord. Una mobilitazione immediata, che ha visto il Pirellone in prima fila, ma ha fatto registrare adesioni e appoggi a vasto raggio. Il presidente lombardo Roberto Formigoni ha parlato di un vero e proprio tsunami che sta per abbattersi su Lombardia e Nord Italia.

Una scelta, quella di pensare a un maxi-scalo che funzioni a scartamento ridotto, «devastante – ha rimarcato il governatore – per l’economia complessiva del sistema Lombardia e del sistema Italia, per la perdita dell’accessibilità intercontinentale della nostra Regione e del nostro Paese». A questo punto, in positivo, ha continuato Formigoni, «il Governo collabori con noi per trovare delle alternative».

Anche il capo del Pirellone parteciperà alla manifestazione promossa dalla Lega domenica 17 febbraio, alle 11, al terminal 1-Parcheggio 3 di Malpensa, contro le politiche del Governo in tema di trasporto aereo. Ma sarebbe un errore pensare che la battaglia per la salvezza del maxi-scalo lombardo sia appannaggio del solo centrodestra.

Esemplare, in proposito, quel “Manifesto per Malpensa”, siglato sì da Pirellone e Comune di Milano, a guida centrodestra, ma anche dalla Provincia di Milano, guidata dal centrosinistra. Una presa di posizione bipartisan, insomma, che della questione-hub non fa solo un problema locale, ma sottolinea il ruolo dell’aeroporto sul fronte della competitività dell’intero sistema-Italia: «Malpensa è il futuro dell’Italia nel traffico aereo mondiale. Malpensa cresce sulle rotte business e segue lo sviluppo dei nuovi mercati».

Lo stesso presidente della Provincia di Milano Filippo Penati ha sparigliato le carte e nella battaglia per Malpensa è sceso a fianco di Formigoni e Moratti, anche lui incalzando Roma. «Il Governo deve stare in prima fila per la salvaguardia e il rilancio di Malpensa. Nella trattativa per l’integrazione di Alitalia con Air France-Klm – continua Penati – si chieda alla compagnia francese di mantenere su Malpensa le attuali rotte intercontinentali». Secondo Palazzo Isimbardi, infatti, «Malpensa è al centro della grande locomotiva del Nord produttivo, dove si esprime la più forte e crescente domanda di trasporto aereo del Paese, e dove devono arrivare risposte adeguate».

La sfida principale è «costruire un vero e proprio network aeroportuale in grado di produrre un’offerta competitiva con i grandi aeroporti del Centro e Nord Europa. E Malpensa è il pivot di questa squadra». Ricorre a una metafora sportiva Carlo Sangalli, presidente della più prestigiosa istituzione economica, l’Unione Regionale Lombarda del Commercio del Turismo e dei Servizi. Anche per lui Malpensa «è una risorsa strategica per l’intero sistema economico. Tagliare le rotte su Malpensa vuol dire bloccare i flussi di merci e passeggeri, colpire l’indotto turistico e delle fiere. Bisogna separare i destini di Malpensa e di Alitalia».

Forti prese di posizione e inedite alleanze politiche, tutte a reclamare un ripensamento, da parte del Governo, sui destini dell’aeroporto della brughiera, una più ponderata analisi degli effetti negativi per l’economia del Paese, un maggiore coraggio nel competere con le grandi realtà europee. E c’è da credere che siamo soltanto agli inizi.