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L’Itis di Cesano M. raccoglie tappi e aiuta una favela in Brasile

L'iniziativa, avviata dall'insegnante di religione, ha già coinvolto una ventina tra scuole ed enti per sostenere la "Casa del sogno"

16 Settembre 2008

19/09/2008

di Luisa BOVE

Lo chiamano “il prof dei tappi” da quando nel 2005 ha lanciato una raccolta di tappi e lattine nella scuola dove insegna da oltre dieci anni. È Giovanni Riboni (giovanni.riboni@tiscali.it), insegnante di religione all’Itis “Ettore Majorana” di Cesano Maderno che, dopo aver conosciuto Sandro Zuffolato, fondatore di “Senza frontiere” (una onlus di Lentate sul Seveso che sostiene progetti nel Paesi del sud del mondo), ha deciso di aiutarlo coinvolgendo gli alunni. Attraverso la vendita di plastica e alluminio viene finanziata la “Casa dei sogni”, una scuola frequentata da un centinaio di bambini della favela Santo Amaro della città di Joao Pessoa nello stato Paraiba in Brasile. La struttura, fondata nel 1999 da tre suore Domenicane originarie dell’Argentina, accoglie i minori sottraendoli dalla strada e dal rischio di spaccio e uso di droga, delinquenza e furto, prostituzione e consumo di alcol.

«E’ una piccola goccia di solidarietà», ammette l’insegnante di religione, ma intanto hanno già raccolto 14.202 chili di tappi e 468 chili di lattine, ricavandone 2.166 euro. Forse può sembrare poco, ma calcolando che «per noi un euro non è nulla, ma quei bambini ci vivono per un giorno», non è affatto poco. «Con 10 chili di tappi o 2 chili e mezzo di lattine – continua l’idr – guadagniamo un euro e in poco tempo riusciamo a mantenere due bambini al giorno solo con questa raccolta. Tutto quello che salviamo dalla discarica e dal termovalorizzatore può essere infatti riciclato». Lo ripete spesso ai suoi ragazzi che «non bisogna buttare via nulla» perché «con 8 lattine si produce una piccola caffettiera e con 500 invece una bicicletta per bambini».

Oggi, oltre all’Itis di Cesano, partecipano all’iniziativa “Un tappo per la vita” circa una ventina tra scuole elementari, medie e superiori (anche di Bresso, Milano, Limbiate, Meda…) ed altre realtà (Croce Bianca di Cesano, oratorio della Comasina, gruppi missionari…). «Ci sono anche alcune impiegate del Comune di Monza che raccolgono tappi e lattine – dice Riboni – i genitori degli alunni si passano la voce nei luoghi di lavoro, la nonna di un ragazzo che gestisce un bar a Genova li dà al nipote, diversi inquilini dei condomini e tante persone sconosciute arrivano ogni giorno a scuola e lasciano un sacco in centralino».

L’iniziativa non è piaciuta solo ai ragazzi, ma anche al preside, che ha messo a disposizione un locale dove vengono raccolti oggetti di plastica e alluminio. Ogni mese e mezzo Riboni e Zuffolato girano per le scuole con un camioncino e raccolgono il materiale raccolto e lo portano in due aziende di riciclaggio per venderlo. La somma ricavata viene consegnata al primo volontario della “Casa del sogno” in partenza per il Brasile evitando così il passaggio dalle banche.

«Questo progetto ha un “valore aggiunto” – continua l’insegnante – oltre a creare solidarietà e sensibilizzare sui problemi del Terzo mondo, si educano i ragazzi al risparmio energetico e alla raccolta differenziata, in questo modo nasce l’attenzione per l’ambiente e passa l’idea del rispetto per il creato».

Ora nella scuola di Cesano si raccolgono anche vecchie biciclette da spedire in Brasile (quelle guaste vengono riparate da un insegnante), occhiali usati destinati ai missionari Saveriani e materiale di cancelleria «che i nostri alunni buttano via anche quando è in buono stato». Le bidelle trovano di tutto sui piani e nelle aule, ma ciò che può essere riciclato finisce nel locale di raccolta. Intanto sono arrivate dal Brasile lettere di ringraziamento dalle suore con i disegni dei bambini.