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Asilo negato a Milano, il Tribunale dà torto al Comune

L'ordinanza ha dato ragione alla marocchina che aveva denunciato Palazzo Marino perché le impediva di iscrivere la figlia a scuola. L'avvocato: «Non si può distinguere fra bambini in base alla condizione giuridica dei genitori»

5 Giugno 2008

13/02/2008

La circolare del Comune di Milano che vieta ai figli di immigrati irregolari l’iscrizione alle scuole materne è «discriminatoria». L’ha stabilito il giudice Claudio Marangoni, del Tribunale civile di Milano, nell’ordinanza che ha dato ragione alla donna marocchina, priva del permesso di soggiorno, che aveva denunciato il Comune perché le impediva di iscrivere la figlia più piccola alla scuola materna. Il giudice, inoltre, ha ordinato al Comune di inserire il nome della piccola nella graduatoria di iscrizione alle scuole materne e di rimuovere gli effetti discriminanti della circolare.

«Ci auguriamo che il Comune ora cambi queste norme – ha affermato l’avvocato Alberto Guariso, legale della donna -. Non avrebbe senso che accettasse l’iscrizione della figlia della nostra assistita e non di altri che sono nelle stesse condizioni». Guariso ha altri quattro nomi di stranieri (segnalati da alcune associazioni di volontariato) che potrebbero fare causa al Comune, se non verranno cambiati i requisiti per accedere alle scuole materne.

Il Tribunale ha emanato l’ordinanza con urgenza per permettere l’iscrizione della bambina prima della scadenza fissata dal Comune per tutte le scuole materne. La causa verrà poi discussa più ampiamente il 15 maggio. «Pensiamo che il giudice confermerà la decisione presa, viste le ampie motivazioni presenti nell’ordinanza», ha aggiunto Guariso.

Per il giudice ogni bambino, straniero o no, ha diritto all’istruzione, anche alla scuola materna. Gli avvocati del Comune avevano infatti sostenuto che il diritto esiste solo per la scuola dell’obbligo. «La scuola dell’infanzia, pur non obbligatoria e non indirizzata direttamente all’istruzione del minore in senso stretto – ha scritto il giudice -, ècomunque pienamente inserita nell’ambito del più complessivo sistema scolastico nazionale». Il giudice ha sostenuto questa tesi citando il decreto legislativo 59 del 2004, firmato da Letizia Moratti, allora ministro dell’Istruzione e oggi sindaco di Milano.

Per il giudice milanese «la posizione del minore nell’ambito della regolamentazione del soggiorno dello straniero sul territorio dello Stato appare del tutto peculiare e autonoma rispetto a quella dei suoi familiari, presenti o meno anch’essi sul territorio dello Stato». I minori non possono essere espulsi e non possono essere considerati irregolari. «La legge Bossi Fini non ha cambiato questa tutela particolare dei minori – ha detto ancora Guariso -. Pertanto non si può fare distinzione fra bambini sulla base della condizione giuridica dei genitori». (d.p.)